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    Ferrari, Sainz e Leclerc giù dal podio nella Sprint di Spa: vince Verstappen

    SPA-FRANCORCHAMPS – È Max Verstappen ad aggiudicarsi la vittoria nella Sprint del Gran Premio del Belgio, 13° appuntamento del mondiale di F1. In una gara iniziata sotto la pioggia con partenza lanciata dopo un paio di giri dietro la safety car, non trovano il giusto spunto le Ferrari di Carlos Sainz e Charles Leclerc, penalizzati soprattutto nei pit stop a causa dell’elevato traffico: i due chiudono rispettivamente 4° e 5°, approfittando della pancia di Sergio Perez danneggiata da un contatto con Lewis Hamilton, con il messicano costretto al ritiro e il britannico penalizzato di 5″. A completare il podio sono Oscar Piastri e Pierre Gasly. LEGGI TUTTO

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    Libere GP Belgio, Sainz e la Ferrari i più veloci sotto il diluvio

    FRANCORCHAMPS (BELGIO) – Piove a dirotto sul circuito di Spa, e le prove libere (in unica sessione vista la Sprint Race in programma) regalano comunque emozioni, ma anche tanta incertezza. Comanda la Ferrari di Carlos Sainz, il più veloce sotto la pioggia, seguito dalle due McLaren di Piastri e Norris. Quarto Leclerc con l’altra Ferrari. Nessun tempo registrato per Max Verstappen, che evidentemente punta ad una qualifica messa in serio pericolo dalle condizioni meteo. In caso di annullamento si procederà in base alla classifica del mondiale piloti. LEGGI TUTTO

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    Sainz giura amore alla Ferrari: “Farò di tutto per restare nel team”

    ROMA – Carlos Sainz nel corso delle sue stagioni in Ferrari ha sempre dimostrato un certo attaccamento alla squadra, fornendo delle buone prestazioni in pista, ma a causa dei problemi della vettura è riuscito a conquistare una sola vittoria in Formula 1. Adesso lo spagnolo sta per arrivare ad un anno dalla scadenza del suo contratto e, per questo motivo, ha bisogno di portare a casa dei risultati più convincenti per meritarsi il rinnovo. Da parte di Sainz le idee sembrano essere abbastanza chiare, ma ci sono ancora molti mesi prima della decisione definitiva.
    Sainz: “Non c’è posto migliore”
    “Futuro? Voglio restare in Ferrari, questa è la mia priorità. Non c’è un posto migliore in Formula 1 e spero di poter tornare a vincere con la Ferrari, magari lottando anche per il titolo. Abbiamo degli obiettivi comuni, quindi non vedo perché dovremmo separarci. Farò tutto il possibile per continuare in questa squadra, ma vorrei che il mio futuro venisse deciso prima dell’inizio della prossima stagione”. Queste le dichiarazioni del pilota della Ferrari, Carlos Sainz, rilasciate durante un’intervista a ‘Mundo Deportivo’. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Sainz e il futuro: “Non c’è posto migliore in F1”

    ROMA – Anche questa stagione per la Ferrari si sta rivelando di transizione, nella speranza che il 2024 possa essere l’anno buono per il riscatto del team di Maranello. Anche il prossimo anno la coppia di piloti sarà composta da Charles Leclerc e Carlos Sainz, ma per quest’ultimo potrebbe essere l’ultima stagione a bordo della Rossa, visto il contratto in scadenza. Lo spagnolo, dunque, dovrà cercare di fare il possibile per fornire prestazioni migliori del compagno, in modo tale da convincere la Ferrari a puntare ancora su di lui.
    Sainz: “Ferrari è la mia priorità”
    Il pilota della Ferrari, Carlos Sainz, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Mundo Deportivo’, ha ribadito la sua volontà di restare nel team di Maranello: “La mia priorità è restare in Ferrari, attualmente non c’è un posto migliore in Formula 1. Ho l’ambizione di tornare a vincere con la Ferrari e anche di lottare per il Mondiale. Preferirei iniziare la prossima stagione, in cui è prevista la scadenza del mio contratto, sapendo già cosa farò l’anno successivo. Ad ogni modo farò tutto il possibile per continuare a correre con la Ferrari”. LEGGI TUTTO

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    Vasseur esclusivo: “Nessun privilegio a Leclerc rispetto a Sainz”

    L’intervista esclusiva a Vasseur
    Fred Vasseur dopo sei mesi alla guida della Ferrari…
    «…sono ancora vivo!»
    Ma in una condizione ben peggiore rispetto alle aspettative di inizio anno.
    «Andavano oltre la realtà e al lancio in febbraio non potevamo immaginarlo. Ci è apparso chiaro con i test invernali. Un fatto spiacevole, ma la reazione della squadra è stata positiva: ognuno si fa in quattro per sviluppare».
    Fate tremendamente fatica, ma quali sono gli obiettivi a questo punto? Per l’anno, e poi questo impegno di vincere il Mondiale: quanto dovranno aspettare ancora i tifosi?
    «Non possiamo parlare di obiettivi e di scadenze, se non dicendo: dobbiamo sviluppare tutte quelle piccole cose che contribuiscono alla prestazione della macchina. I tifosi, i giornalisti, gli sponsor vorrebbero sapere quando si tornerà a vincere: dare una risposta precisa sarebbe sciocco. Perderei tempo se mi lambiccassi pensando a dov’è la Red Bull e dove siamo noi. Concentriamoci su noi stessi, e basta».
    Spesso ci si riferisce alla Ferrari vincitutto dell’era Schumacher: la comandava Jean Todt col pugno di ferro. Lei crede nel pugno di ferro?
    «Non è il mio sistema, e quelli erano altri tempi. Io in squadra devo convincere ognuno che possa fare la differenza. Al pugno di ferro preferisco la psicologia».
    Dai tempi di Domenicali si dice che la Ferrari ha tutto per vincere. Non sembra questo il caso, dunque cosa manca?
    «Ciò che è mancato a Todt tra il 1993 e il 2000, eppure gli ingredienti erano completi: c’era Jean, c’era Schumacher, c’erano gli ingegneri giusti, c’era la Bridgestone, c’era la Marlboro. C’era la Ferrari! Ma non tutto funzionava e hanno dovuto sincronizzarsi per riuscirci. La vera impresa di Todt è stata sopravvivere ai primi sette anni di sconfitte, più che vincere per i successivi sette».
    Perché ha dato la notizia dei due tecnici top in arrivo ma non ne fa i nomi?
    «Perché sono ancora in attività in altre squadre e non sappiamo quando potremo averli con noi. I tempi che abbiamo a disposizione in Formula 1 non sono quelli di un allenatore di calcio: se prendo un ingegnere lo potrò utilizzare magari due anni più tardi e il suo lavoro farà effetto al terzo anno. Quest’anno assumeremo un’ottantina di tecnici, la metà nuovi e l’altra metà per sostituire chi va via, o in pensione o viene spostato in altri settori. I nomi li comunicheremo quando iscriveranno i figli a scuola… Bisogna agire con discrezione per cercare di ridurre al massimo il loro periodo di gardening».
    È arrivato il momento della separazione da Laurent Mekies: come lo vive?
    «Bene. Abbiamo fatto le stesse scuole in Francia, ci conosciamo da venticinque anni, mi ha aiutato molto quando sono arrivato in Ferrari, il nostro rapporto è sempre stato ottimo e voglio che continui così quando saremo concorrenti. È dura separarmi da Laurent (che non sarà più al muretto a Spa, ndr) ma lui è giustamente ambizioso: sarà uno dei dieci team principal della Formula 1, non potevo negargli questa possibilità».
    Lo aveva definito un pilastro: sostituirlo non sarà facile.
    «Distribuiremo le sue competenze al nostro interno fra tre-quattro persone: Diego Ioverno, da poco tornato al muretto e quindi visibile, si occuperà di regolamenti e rapporti con la FIA. Ma bisognerà dedidere quante persone dedicare all’aerodinamica, che linea prendere per i nuovi regolamenti 2026, quante risorse spostare dal 2024 al 2026, tutte questioni delicate e strategiche».
    Lei dice di voler tenere Leclerc e Sainz anche oltre il 2024, ma la squadra sembra favorire Charles e per Carlos, che legittimamente aspira a diventare campione del mondo, sembra esserci sempre meno spazio. Lei stesso ha detto che il titolo piloti si insegue puntando su uno soltanto.
    «No no, non mettetemi in bocca parole di Helmut Marko! Io non l’ho mai detto, né l’ho mai fatto. Dico solo che se vuoi puntare al Mondiale piloti, a un certo punto della stagione devi fare una scelta e privilegiare chi è più avanti in classifica. Comunque non siamo oggi in queste condizioni».
    Lo farebbe anche se davanti ci fosse Carlos?
    «La sua domanda presume che Charles sia numero uno, ma non è così. Ho cominciato questo lavoro venticinque anni fa pensando che a due piloti si dovesse dare lo stesso supporto, e non ho intenzione di cambiare. Tutti i team si muovono in questo modo, con l’eccezione della Red Bull con Verstappen e Perez».
    Li terrebbe entrambi nel 2025, oltre le attuali scadenze contrattuali?
    «Perché no? Ma cominceremo a parlare verso fine stagione ed entrambi lo sanno bene: gliel’ho detto appena sono arrivato. Oggi l’unica priorità è sviluppare la macchina».
    Vive la SF-23 come una scomoda eredità?
    «È un’eredità degli ultimi dieci anni. I tempi in Formula 1 sono lunghi, ecco perché non posso immaginare di cambiare mentalità in squadra in soli sei mesi. Un team di Formula 1 è come una grande nave: i cambiamenti di rotta avvengono lentamente».
    Cosa direbbe ai tifosi per spiegare in sintesi l’attuale situazione?
    «Siamo in un mondo competitivo in cui ognuno lavora per dare il meglio, come Mercedes che ha vinto sette campionati di fila, o Red Bull sei volte campione in dodici anni. E il nome Ferrari non basta per vincere: il successo scaturisce dal lavoro, non dalla storia. Credo che noi si stia andando nella giusta direzione e abbiamo grandi risorse come altre due o tre squadre, mentre una volta questo privilegio spettava solo a uno o due team. Ora scusatemi ma devo andare: ho una riunione con il mio capo».
    Dunque chi è il capo della squadra Ferrari: lei o l’a.d. Benedetto Vigna?
    «La Scuderia Ferrari è parte dell’azienda Ferrari S.p.A., dunque il boss è Vigna». LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur si difende: “Undercut di Leclerc scelta giusta”

    ROMA – Proseguono i problemi in casa Ferrari che, nel Gran Premio di Ungheria di Formula 1, non è riuscita ad andare oltre il settimo e l’ottavo posto con Charles Leclerc e Carlos Sainz. La macchina sembra avere qualcosa in meno, non solo rispetto alla dominante Red Bull, ma anche a degli avversari come McLaren e Mercedes che, fino a qualche settimana fa, era più in difficoltà. Il team principal Frederic Vasseur deve ancora trovare la formula magica per risolvere i problemi della squadra, ma i tifosi iniziano a spazientirsi e per questo motivo arrivano numerose critiche nei suoi confronti.
    Vasseur contro le critiche
    “A nostro avviso il pit stop anticipato di Leclerc era il modo migliore per difenderci. Sainz è partito con le soft e aveva usura nelle gomme, mentre Charles poteva finire una ventina di secondi davanti al termine della corsa. Nessuno può sapere cosa succederà prima della chiamata. E’ sempre semplice parlare dopo la bandiera a scacchi, più difficile farlo durante la gara”. Così il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, durante un’intervista concessa ai media esteri a poche ore dal Gran Premio di Ungheria. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Ungheria da dimenticare per Leclerc: 5 secondi di penalità

    MOGYOROD – Arriva anche una penalizzazione di cinque secondi per Charles Leclerc nel Gran Premio d’Ungheria, valevole per la dodicesima tappa del Mondiale 2023 di Formula 1. Il pilota della Ferrari ha subito la sanzione dopo che i sensori in pit lane hanno segnalato il superamento dei limiti di velocità, facendo scattare l’investigazione per speeding e la successiva penalità. Nella prima sosta il monegasco era inoltre rimasto fermo per dieci secondi a causa di un problema alla pistola durante la sostituzione di una gomma. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, incubo Leclerc: prima il pit stop lungo, poi 5 secondi di penalità

    MOGYOROD – Una domenica da dimenticare per Charles Leclerc al Gran Premio d’Ungheria, dodicesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota della Ferrari è stato infatti penalizzato di cinque secondi dopo che in pit lane sono scattati i sensori per superamento dei limiti di velocità. La gara non era iniziata certo bene per il monegasco, che nella prima sosta per montare le gomme hard era rimasto fermo per dieci secondi a causa di un problema alla pistola durante la sostituzione di uno pneumatico. LEGGI TUTTO