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    Carlos Alcaraz vince la Finale di Wimbledon: Emma Raducanu presente tra gli spalti

    Emma Raducanu GBR, 13.11.2002 – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz ha sconfitto Novak Djokovic nella finale di Wimbledon e tra le molte stelle presenti all’incontro c’era Emma Raducanu. La britannica di 21 anni, campionessa dell’US Open nel 2021, è stata naturalmente molto osservata dal pubblico inglese e la stampa locale ha subito fatto il collegamento con Carlos Alcaraz, spingendo persino i giornalisti spagnoli a chiedere al tennista di Murcia della presenza della giovane.
    “I miei incontri con Novak Djokovic attirano sempre molte stelle. Facciamo delle belle partite e ci sono molte persone che amano guardarle. Non so se lei sia venuta per vedere l’incontro o me. Dovete chiedere a lei”, ha confessato lo spagnolo dopo aver vinto il suo quarto trofeo Major.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Emma Raducanu e il rapporto difficile con i genitori: “Da piccola mio padre mi ha forzato a giocare a tennis”

    Emma Raducanu GBR, 13.11.2002 – Foto Getty Images

    Il rapporto tra genitori e figli nel mondo dello sport è un tema sempre attuale e spesso al centro di discussioni. Molti genitori, nel tentativo di guidare i propri figli verso il successo, finiscono per assumere il ruolo di allenatori, con risultati a volte positivi, ma più spesso disastrosi. La tennista britannica Emma Raducanu ha deciso di affrontare questo argomento in una recente intervista al “The Times”, parlando apertamente della sua infanzia e del rapporto con i suoi genitori.
    Contrariamente a quanto si possa pensare, l’amore di Emma per il tennis non è stato un colpo di fulmine. “Quando ero bambina, mio padre mi ha forzato a giocare a tennis. A me non piaceva, ma con il passare degli anni e crescendo, il tennis è diventato una priorità nella mia vita, così ho iniziato a mettere pressione a me stessa per migliorare”, ha dichiarato la 21enne. I suoi genitori, racconta, sono sempre stati molto pressanti, soprattutto quando era piccola. “Ora siamo in una fase diversa, in cui mi dicono cosa pensano sia meglio per me, anche se si sono resi conto che più mi mettono sotto pressione, più io resisto”.
    La vita di Raducanu non è stata facile nelle ultime tre stagioni, da quando è diventata la prima e unica campionessa di uno Slam partendo dalle qualificazioni. Critiche costanti per le sue prestazioni in campo e per la sua vita fuori dal campo, una pressione insopportabile per una ragazza appena arrivata nel circuito, nonostante i numerosi contratti di sponsorizzazione. Da qui i dubbi, gli infortuni, i cambi di allenatore e la mancanza di risultati. E se la stampa inglese non ha di certo aiutato, sono stati i suoi genitori, molto tempo fa, a rappresentare il primo ostacolo psicologico.
    “Ho visto persone fantastiche con cui giocavo nelle categorie inferiori che avevano genitori molto più indulgenti, che mi ripetevano spesso: ‘Non fa niente se perdi’. La maggior parte di quei giocatori ora non gioca più a tennis, quindi da questo punto di vista non biasimo i miei genitori”, rivela Emma, in qualche modo “salvando” i suoi genitori per l’esigenza che le hanno sempre imposto nell’educazione, una ricetta che l’ha portata a fare la storia. “I miei genitori erano anche molto contrari ai miei fidanzati, credevano che andasse contro i miei allenamenti. Quando ero più giovane, infatti, non mi permettevano nemmeno di uscire con le mie amiche”, aggiunge la nativa di Toronto, ricordando tutti quei momenti che nel tempo sono diventati dolorosi.
    Queste interessanti confessioni di una campionessa Slam mettono in luce quel lato dello sport d’élite che spesso non vediamo: ciò che si nasconde dietro al campione, la sua vita personale, i fantasmi del passato, anche qualche trauma impossibile da nascondere nonostante il successo. “Ci sono state molte occasioni in cui ero risentita per la situazione e le persone che mi circondavano, ma quei momenti mi hanno anche fatto sentire sicura e a mio agio con la mia personalità, il che alla fine si è rivelato un punto di forza”, condivide la britannica, che nonostante tutto ha sempre cercato di cogliere il positivo da ogni esperienza vissuta.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Mondo: Andy Murray sorprende con un cambio di racchetta dopo 20 anni. Iga Swiatek continua a voler fare la storia nel tennis. Emma Raducanu si ritira dal Roland Garros 2024. Aryna Sabalenka apprezza i tornei di due settimane

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Andy Murray sorprende con un cambio di racchetta dopo 20 anniAndy Murray ha sorpreso tutti qualche giorno fa, apparendo a Bordeaux con una racchetta diversa da quella che aveva utilizzato negli ultimi 20 anni. Il britannico ha offerto le spiegazioni di questo cambio in una chiacchierata con l’ATP: “Quando ho perso a Miami, sono andato in un negozio di articoli sportivi e ho comprato 10 racchette diverse. Ho comprato un peso e ho controllato l’equilibrio. Era qualcosa che avevo fatto quando ero infortunato, ho provato un sacco di racchette. Ho giocato con la stessa racchetta per 20 anni e le cose cambiano. Lo sport è cambiato, usavo anche lo stesso tipo di corde tutto il tempo”.
    Iga Swiatek continua a voler fare la storia nel tennisDopo aver vinto il titolo al WTA Roma 2024 senza perdere un solo set e dopo aver battuto Aryna Sabalenka in finale, la polacca si è assicurata di svegliarsi il prossimo lunedì con il massimo dei punti personali fino ad ora nella classifica, con 11.695 punti, la seconda cifra più alta della storia. Il record nel Ranking WTA è detenuto da Serena Williams con 13.615 punti.
    Emma Raducanu si ritira dal Roland Garros 2024Arriva una brutta notizia dal Regno Unito: Emma Raducanu ha deciso di ritirarsi dal Roland Garros 2024. La britannica non si sentiva fisicamente pronta per disputare le qualificazioni del Grande Slam francese, quindi ha annunciato la sua assenza. È al terzo posto nella lista delle alternates per il tabellone principale, quindi se ci fosse un ritiro dell’ultimo minuto potrebbe entrare direttamente, ma tutto indica che la sua mente è già proiettata verso altri obiettivi, poiché è stata vista allenarsi su campi in cemento negli ultimi giorni.
    Aryna Sabalenka apprezza i tornei di due settimaneIl calendario del tennis è cambiato molto negli ultimi tempi e sempre più tornei importanti durano due settimane, invece di una come accadeva in passato. Ad Aryna Sabalenka è stato chiesto un parere a riguardo e ha espresso la sua opinione senza mezzi termini. “So che molti tennisti si lamentano e preferirebbero tornei di una settimana, ma a me piace avere un giorno di riposo tra una partita e l’altra perché ti permette di goderti altre cose oltre al tennis e di rilassarti mentalmente. I tornei di due settimane mi aiutano a essere più equilibrata mentalmente e a non finire così esausta ogni settimana di competizione, come accadeva prima”, ha commentato.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Clima? Superficie? I tennisti tra Indian Wells e Miami continuano a criticare le palle

    Il Miami Open

    L’ormai celeberrimo “Sunshine Double” porta i tennisti a una svolta repentina. Dal deserto della California al caldo umido della primavera in Florida c’è ben più di qualche ora di volo, è un vero e proprio abisso a livello di condizioni di gioco. Ci si sposta dalla sponda ovest a quella est del continente nordamericano, e i giocatori trovano due tornei e due mondi diversi. Mai come quest’anno le condizioni sono radicalmente differenti, ma il dilemma dei tennisti, sbarcati e già in campo Miami nonostante la pioggia, non è tanto sulla differenza tra l’aria secca di IW, che fa scappare la palla, o al campo davvero abrasivo rispetto all’umidità opprimenti della Florida e i suoi campi più lisci, ma quanto le palle siano differenti, creando condizioni di gioco diversissime. Si cambia regione, clima, fuso orario, superficie. Tutto. Ma il vero fattore X, quello che scontenta tutti, resta la palla da gioco. Ne hanno parlato in diversi al media statunitense Tennis Channel, riportiamo alcuni dei pareri più interessanti.
    “Ad essere onesti, è il cambio delle palle che può influenzarci più del cambio di campo stesso”, ha detto alla stampa a Miami Taylor Fritz. La scorsa settimana a Indian Wells, i giocatori hanno gareggiato utilizzando palle Penn, fatto che ha ricevuto un’accoglienza fredda da parte di giocatori come Stan Wawrinka, che ha condiviso un post sui social media mostrando quanto velocemente la superficie del campo le ha distrutte, mentre a Miami si gareggia con palle Dunlop, la palla più utilizzata sul tour. Per Fritz, le differenze tra i due sono così nette che, quando gli è stato chiesto di confrontare le condizioni con la vicina Delray Beach, dove ha vinto il settimo titolo ATP a febbraio, ha detto che era “impossibile” confrontare i due, nonostante Delray (Penn) sia a solo un’ora di macchina a nord di Miami (Dunlop). “Sono palle diverse, quindi è la differenza è come tra il giorno e la notte. È impossibile paragonare un torneo all’altro, perché se le palle sono diverse non è proprio paragonabile”.
    “Le condizioni sono molto diverse a Indian Wells rispetto a Miami”, ha detto Emma Raducanu. “È molto umido. Le palle sono molto pesanti. Sono diverse, il che non credo sia ottimo per i polsi di nessuno dei giocatori, ma soprattutto per il mio. Onestamente penso che sia davvero brutto per noi il modo in cui dobbiamo cambiare palla ogni settimana e soprattutto dopo aver subito interventi chirurgici. Conosco anche molti giocatori che hanno problemi al polso, quando si arriva a un evento con palle diverse subito lo accusiamo. Non capisco perché tutti gli altri sport siano più o meno uguali, mentre nel tennis è diverso di settimana in settimana”.
    Per Jessica Pegula la sfida è trovare il correttivo: “Le condizioni sono come il giorno e notte, e dover ora usare una palla completamente diversa quando sei già costretta a cambiare la tensione e tutte queste cose in più… Non è l’ideale”, ha detto alla stampa la testa di serie numero 5 a Miami. “Ho sperimentato circa 20 tensioni delle corde durante gli allenamenti. Proviamo tutti la stessa cosa, è sconcertante come di punto in bianco ci tocca ripartire da capo e ritrovare le misure”.
    Daniil Medvedev ha  sottolineato il costo mentale che tanti cambiamenti possono avere sui giocatori: “Ogni piccolo dettaglio può avere un grande impatto, a volte sul tuo corpo, a volte sulla tua mente o sul tuo tennis. Inizi a farti domande: queste palle, questo campo… È vero che dobbiamo essere pronti ad adattarci, ma non potete capire quanto il cambiamento sia grande riguardo alle palle”.
    Con i singoli tornei che negoziano i propri accordi con i produttori di palle e gli sponsor delle attrezzature, l’unico modo per cambiare questo status quo che nessuno gradisce è una decisione che parta dall’alto. Andrea Gaudenzi ha affermato qualche settimana fa che l’ATP è consapevole del problema e che conta “quanto prima” di poter intervenire, con uno studio in corso della palla per così dire “ideale”. Resta da vedere quanto tempo ci vorrà, e cosa accadrà agli accordi commerciali già in essere, che ovviamente ogni produttore cercherà di difendere…
    “Preferirei semplicemente avere una palla coerente… perché non puoi mantenere tutti i campi uguali, è impossibile“, afferma Pegula. “Se potessimo almeno mantenere la stessa palla ogni settimana, allora potremmo almeno gestire quella variabile. Ci sono altre variabili che cambiano che possiamo semplicemente lasciare andare o che sappiamo essere impossibile da controllare, come il tempo. Ma quando si cambia costantemente con tutte, diventa davvero difficile. A logica, la palla dovrebbe essere l’elemento più facile da gestire…”.
    Una considerazione corretta quella di Pegula. La palla passa all’ATP e WTA. In tutti i sensi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Raducanu: “Vincere dopo tanto tempo è stato strano, mi ha quasi scioccato. Sono orgogliosa per come ho lottato”

    Emma Raducanu dopo il successo ad Auckland

    Non solo Nadal. Anche Emma Raducanu ha baciato con una vittoria il proprio rientro sul tour Pro dopo una lunghissima assenza. Otto mesi nel caso della stellina del tennis britannico, necessari per curare una tripla operazione a mani e piedi per cercare di risolvere definitivamente delle fastidiose infiammazioni che non le consentivano di allenarsi e competere alla massima intensità. La campionessa di US Open 2021 (la più giovane nella storia del torneo) ha battuto Elena Gabriela Ruse al debutto nel torneo WTA di Auckland, finendo la partita quasi in lacrime, stavolta di gioia e incredulità, per un successo che mancava da troppo tempo. Ad attenderla al prossimo turno, una super sfida contro Elina Svitolina.

    Back from an eight-month injury layoff with a BANG 💥@EmmaRaducanu defeats Ruse and will next face No.2 seed Svitolina in Auckland!#ASBClassic pic.twitter.com/XndduuP9F2
    — wta (@WTA) January 2, 2024

    Dopo la bella e confortante vittoria, ottenuta mostrando un po’ di ruggine ma anche tanta grinta in campo, si è lasciata andare nel post partita ai microfoni di Sky Sport, non nascondendo tutte le sue emozioni. Un vero “fiume in piena”. Riportiamo alcuni dei passaggi più significativi delle sue dichiarazioni.
    “È strano, non sapevo davvero cosa provavo durante o alla fine della partita. Di solito provi un’emozione chiara, che si tratti di nervosismo o di felicità. Penso di essere quasi sotto shock, davvero, perché otto mesi sono un tempo davvero lungo” confessa Emma. “Voglio dire, l’ho davvero superato, quindi è semplicemente fantastico essere di nuovo qua, in salute, in campo, poter competere di nuovo. Penso che sia stata una partita che davvero mi ha messo alla prova, c’è stata tanta la lotta. Una partita che mi ha permesso di mostrare la mia capacità di rimanere calma sotto pressione e di continuare a vivere il momento sotto stress. Nel complesso, per una prima partita dopo così tanto tempo, in termini di capacità di lottare e di restare lì nei momenti difficili, mi merito un 10″.
    “Penso di essere sempre stata un buona lottatrice, e questo è venuto fuori oggi. È venuto fuori anche se era rimasto nascosto negli ultimi otto mesi. Ce l’avevo ancora, cosa di cui vado davvero orgogliosa”.
    Raducanu sottolinea come dal punto di vista fisico si senta a posto: “Il corpo ha resistito davvero bene. Sono davvero grata e ringrazio la LTA (la federazione britannica, ndr), mi hanno aiutato tantissimo fisicamente. Mi sono sentita davvero bene in campo ed è stato bello ed emozionante tornare a giocare una partita senza pensare ai problemi, agli infortuni. Finalmente mi sono potuta concentrare solo sul tennis e su quello che volevo fare tatticamente e non sperare che i punti finissero rapidamente. Mi sentivo come se fossi lì, pronta fisicamente, per tutto il tempo necessario alla conclusione del punto. Anche quella è stata una bella sensazione”.
    Al prossimo turno l’aspetta Elina Svitolina. “Penso che il primo turno sia sempre difficile. Ma l’adrenalina che ottieni giocando una partita non può essere replicata facendo allenamento, o qualsiasi altra cosa nella vita. Quindi non vedo l’ora di riceverne un’ altro po’! Non abbiamo mai giocato prima, lei è stata ai vertici del gioco per così tanto tempo e non vedo l’ora di mettermi alla prova contro uno delle migliori. Non ho nulla da perdere e tantissima voglia di giocare, quindi non vedo l’ora”. conclude la britannica.
    Dopo un 2023 terribile, nel quale Raducanu ha giocato solo 10 partite (5 vittorie e altrettante sconfitte) sempre in preda agli infortuni, l’aver ritrovato la salute è la base necessaria sulla quale ripartire, con l’obiettivo di ritrovare quel tennis spumeggiante e di talento che l’aveva portata a vincere uno Slam. Sarà anche interessante valutare nelle prossime settimane la continuità del lavoro con i suoi tecnici, adesso quelli federali, visto che un continuo tourbillon di  cambi di coach non l’ha certamente aiutata nel recente passato, infortuni a parte.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Raducanu sul rapporto difficile con i coach: “Non sono una che esegue, prima voglio capire il perché e quindi lo farò”

    Emma Raducanu in un servizio fotografico

    Emma Raducanu ha rimandato il ritorno sul tour WTA al 2024. La stellina del tennis britannico, più giovane campionessa a US Open nel 2021 a soli 19 anni, si sta riprendendo dopo la triplice operazione alle ossa di polso e piedi resa necessaria per risolvere una grave infiammazione che per oltre un anno l’aveva penalizzata, trasformando gli allenamenti in un cumulo di dolore e poco intensi. In Gran Bretagna è acceso il dibattito sul suo difficile rapporto con i coach. In pochi anni di vita sportiva ne ha cambiati molti, fin troppi per gli osservatori che predicano pazienza e lavoro per ricostruire quel tennis fantastico che nella quindicina newyorkese aveva esaltato il mondo della racchetta.
    In una breve chiacchierata alla radio BBC 4, Raducanu si è soffermata su quest’argomento, affermando che le relazioni con i suoi coach in passato non hanno funzionato per vari motivi, ma in particolare perché pone molte domande e sfida il loro modo di pensare. Un’attitudine che ha finito per provocare le rotture della collaborazione.
    “Faccio molte domande ai miei allenatori” dichiara Emma. “In certe occasioni non sono riusciti a tenere il passo con le domande che ho posto e forse è per questo che è finita. È qualcosa che ho sempre fatto, fa parte del mio carattere. Continuo a stimolare e fare domande agli allenatori e sfidare anche il loro modo di pensare. Non sono qualcuno a cui puoi semplicemente dire cosa fare e io lo farò, devo capire il perché della richiesta e poi lo farò.” conclude Raducanu.
    Un’affermazione che rivela un certo carattere, aspetto positivo per eccellere in una disciplina tanto complessa come il tennis, nella quale la capacità decisione – con tempi di gioco e reazione minimi – è uno dei punti di forza; ma allo stesso tempo anche una spigolosità e forse presunzione che non aiuta a costruire rapporti duraturi e di successo. Un successo che lei ha bisogno di costruire lavorando su fisico e molti aspetti tecnici.
    Raducanu ha iniziato la sua carriera con l’allenatore Nigel Sears, che se ne andò poco dopo aver raggiunto gli ottavi a Wimbledon nel luglio 2021, prima che Andrew Richardson la guidasse alla sua clamorosa vittoria a Flushing Meadows un paio di mesi dopo. Torben Beltz è diventato suo coach nel novembre 2021 ma ha lasciato l’incarico nell’aprile 2022. È stato sostituito da Dimitri Tursunov, che ha mollato poco dopo mettendola in guardia contro le “troppe campane” e potenziali problemi se Raducanu avesse continuato ad ascoltare troppe voci intorno a lei e non farsi guidare da una persona.
    “Tornerò con una classifica molto bassa, ma in realtà non vedo l’ora di ricominciare, una specie di reset”, ha detto alla conduttrice Karthi Gnanasegaram. “Ho ancora nuovi obiettivi, nuove cose che voglio raggiungere. Ma mi restano ancora circa 15 anni nella mia carriera, quindi non c’è fretta. Slam e Olimpiadi i miei obiettivi. Da piccola ho sempre guardato tutte le Olimpiadi, è un’esperienza che non vedo l’ora di provare” conclude Emma.
    Vedremo la prossima stagione come la britannica tornerà sul tour, e se sarà assistita da un nuovo allenatore o allenatrice. Qualcuno, forse, capace di tenerle testa e farsi ascoltare…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Raducanu torna nel 2024. “Sogno di vincere Wimbledon”

    Emma Raducanu

    Emma Raducanu saluta il 2023 e punta ad un completo recupero per iniziare regolarmente la stagione 2024 dall’Australia. Così ha raccontato la ex campionessa a US Open a BBC London, stabilendo finalmente una data certa per il suo rientro sul tour Pro. Emma è ancora impegnata nel recupero dalla tripla operazione a mani e piedi subite nei mesi scorsi per risolvere in modo definitivo problemi ai tendini e ossa che non le consentivano una preparazione continua e adeguata.
    “Ormai gli Slam sono andati, e io sono ancora impegnata in una fase di recupero, quindi è meglio restare fedele al mio programma più prudente, non sgarrare cercando di affrettare i tempi e concentrarmi solamente sul mio corpo” afferma Emma.
    Alla domanda su come affronta le critiche, Raducanu ha detto: “Il fatto che parlino ancora di me anche se non sono presente a questi eventi è solo un complimento. Qualcuno mi ha detto ‘preoccupati quando non parlano di te’”.
    “Un sogno che coltivo? Beh, facile, sono cresciuta con il mito di Wimbledon, il mio sogno è un giorno poter vincere Wimbledon”.
    Raducanu ha giocato solo 10 partite quest’anno. Ha ricominciato blandi allenamenti lo scorso agosto. Lunedì è uscita dalle prime 200 del ranking WTA, il suo rientro la prossima stagione non sarà in ogni modo facile. LEGGI TUTTO

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    Raducanu: “A volte vorrei non aver mai vinto gli US Open”

    Emma Raducanu

    La stella del tennis britannico Emma Raducanu ha rivelato di aver pensato più volte che forse sarebbe stato meglio se non avesse vinto gli US Open quando aveva solo 18 anni nel 2021. La pressione che ha accompagnato quel clamoroso e inaspettato successo è stata talmente alta da costringerla a dover stare attenta a coloro di cui si circondava. Parlando al Sunday Times, l’ex campionessa a New York ha dichiarato: “Ho dovuto maturare molto in fretta. Quando ho vinto era estremamente ingenua. A volte penso che…. vorrei non aver mai vinto uno Slam così presto”.
    La più giovane campionessa degli US Open si è resa conto negli ultimi due anni che “il tour e tutto ciò che ne consegue non è esattamente uno spazio molto piacevole e sicuro. Devi stare in guardia perché ci sono molti squali là fuori”. Ci sono “persone del settore” che hanno cercato di approfittarsi di lei a causa della sua età. “Mi vedono come un salvadanaio”, ha detto, “sono rimasta scottata un paio di volte. Ora ho imparato, devi mantenere il tuo cerchio il più piccolo possibile.”
    Dalla sua vittoria, ha ammesso di aver avuto “molte battute d’arresto, una dopo l’altra”, anche per colpa di nuovi problemi fisici. “Il dolore è aumentato la scorsa estate dopo Wimbledon. Ho iniziato con un nuovo allenatore ed ero davvero motivata ad andare avanti, nonostante i problemi. Ci stavamo allenando troppo… e ho continuato anche con il dolore perché non volevo essere percepita come una persona debole”.
    Dopo le sconfitte al primo turno a Miami e Stoccarda, Raducanu ha deciso di sottoporsi ad una serie di interventi per provare a risolvere i problemi alle mani e piedi, affrontando così una lunga riabilitazione che la terrà ferma sicuramente per tutta l’estate. Non c’è una data precisa per il rientro, non è detto che sia pronta a tornare per US Open alla fine del prossimo agosto. Una situazione tutt’altro che facile, e che sta affrontando ufficialmente anche senza coach, visto che il suo rapporto con Sebastian Sachs è ufficialmente terminato.
    In patria c’è chi è seriamente preoccupato per il suo futuro, temendo che Emma possa restare una splendida meteora, mentre altri sono sicuri che rimessa a nuovo fisicamente il suo talento sia troppo evidente per non consentirgli una piena ripresa e buoni risultati. LEGGI TUTTO