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    Le azzurre in campo per l’ambiente: il progetto Linea Gialla fa tappa a Bologna

    Di Redazione L’allenatore campione d’Europa Davide Mazzanti, l’azzurra Raphaela Folie e quattro atlete della Scuola di Pallavolo Anderlini (Martina Capponcelli, Linda Manfredini, Dalila Marchesini e Irene Mescoli) che hanno conquistato l’argento agli Europei Under 16. Tutti in “campo” per un solo obiettivo, quello della sostenibilità ambientale, protagonista del percorso “Linea Gialla” avviato da DHL Express Italy in collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo. Dopo la prima tappa, che ha visto il recupero di due reti da pesca abbandonate in Sicilia, ieri l’iniziativa ha fatto tappa a Bologna, dove si è svolta la pulizia del parco lungo il Reno, nel quartiere Borgo Panigale. Inoltre, al Giardino Otello Colli è stata donata una rete di pallavolo tessuta con un filato in poliamide interamente riciclato. La produzione e la confezione sono state affidate all’esperienza di Ribola Retificio, azienda artigianale che sostiene il progetto Linea Gialla. Foto Federazione Italiana Pallavolo “Mia moglie (Serena Ortolani, n.d.r.) e mia figlia sono le anime green della famiglia, io le seguo volentieri” ha raccontato Mazzanti, che ha poi aggiunto: “Sono giornate importanti, sono felice di essere qui a fare qualcosa per il nostro pianeta“. Messaggio ribadito da Folie: “L’attenzione all’ambiente si può avere con piccoli gesti. Il mondo è il luogo dove abitiamo tutti, è casa nostra, ma non dura all’infinito. Linea Gialla è importante, io nel quotidiano cerco di fare le cose nel modo corretto, limito l’utilizzo della plastica e faccio la raccolta differenziata con attenzione, se ognuno lo farà il futuro sarà migliore“. “Linea Gialla – ha spiegato Nazzarena Franco, CEO di DHL Express Italy – è un percorso, un viaggio che racconta, attraverso varie tappe, il nostro impegno per un mondo migliore, più sostenibile, in linea con la strategia del gruppo e gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2050.  Si tratta di azioni concrete che metteremo in campo per lasciare la nostra impronta gialla sul territorio nazionale. Desideriamo creare consapevolezza nell’essere esempio di un approccio sostenibile al mercato nel soddisfare le necessità dei clienti, con il minimo impatto sull’ambiente“. “Il claim di Linea Gialla – ha continuato Franco – è #netforearth, e la nostra terra è composta da mare, oceano, ma anche da bellissime aree verdi che vanno preservate e mantenute pulite. Il nostro prossimo appuntamento sarà in Puglia, vicino a Borgo Egnazia, dove puliremo una spiaggia, e il viaggio continuerà anche nel 2022; noi crediamo in un mondo più sostenibile e crediamo che i nostri giovani, che sono molto sensibili a queste tematiche, si meritino un mondo migliore e uno sforzo da parte di tutti noi per regalarglielo“. Foto Federazione Italiana Pallavolo All’evento è intervenuta anche Valentina Orioli, vicesindaca di Bologna con delega all’Ambiente e all’Urbanistica: “Sostenibilità è una parola che negli anni è stata alla base dei progetti realizzati dal Comune per costruire la Bologna del futuro. Grazie a DHL, che crede nella nostra città, grazie a tutti i presenti, ognuno di noi può fare qualcosa per un futuro più sostenibile“. Il presidente del Quartiere Borgo Panigale, Vincenzo Naldi, ha aggiunto: “Cura della comunità e cura del territorio sono due principi cardine del nostro quartiere e oggi abbiamo avuto una convergenza importante. Qui il fiume è vita, va curato come ogni famiglia cura la piantina di basilico che ha nel proprio balcone“. “Per la nostra Federazione – ha detto Silvano Brusori, presidente della Fipav Emilia Romagna – avere un partner come DHL è uno stimolo. I giovani sono spontaneamente più vicini di noi adulti al tema della sostenibilità, i giovani ci aiutano e ci stimolano. La pallavolo sa andare oltre la rete, oggi siamo in tanti a pulire un parco e di questo ringrazio tutte le società di Bologna oggi presenti“. “Dopo tanto tempo senza sport e tanta fatica – ha commentato Alessandro Baldini, presidente di Fipav Bologna – la giornata di oggi è un’ottima occasione per ritrovarci e ripartire. Abbiamo tutti voglia di sport, di stare insieme ed essere qui oggi per accudire la nostra città e fare qualcosa di importante credo che sia un ottimo segnale per il futuro“. La pulizia del parco è stata realizzata grazie alla preziosa collaborazione di: Amici del Reno, A Tutta Birra, Rete Attiva Otello Colli. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Davide Mazzanti, dalla crisi al sogno: “Ma la svolta l’hanno data le ragazze”

    Di Eugenio Peralta L’emozione è quella delle prime volte storiche, ed è di quelle che non si dimenticano più. Anche perché l’Italia, intesa come pallavolo femminile e anche maschile, non vinceva un torneo internazionale di primo piano da ben 10 anni, dalla lontana World Cup del 2011, quando Davide Mazzanti si esercitava a conquistare lo scudetto in quel di Bergamo. Adesso per il CT, dopo una via crucis estiva fatta di aspettative non soddisfatte e valanghe di insulti via social, è finalmente il tempo del sorriso e della festa. Festa che si è celebrata nella sua Marotta, dove domenica Mazzanti ha addirittura sfilato per le vie del centro a bordo di una Cinquecento azzurra (qui il servizio del TGR Marche), insieme al compaesano e vice Matteo Bertini, per ricevere l’abbraccio della sua gente. Com’è nata questa singolare idea? “Mi era rimasta impressa la festa organizzata per la judoka Lucia Morico, anche lei di Marotta, quando vinse la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Lei sfilò per la città a bordo di un Ape Car e mi sono sempre detto che sarebbe stata una figata rifarlo… E in effetti è stato divertentissimo. È sempre bello festeggiare con le persone, incontrare i tifosi all’aeroporto, ma è ancora meglio farlo con la gente accanto a cui sei nato e cresciuto. Non avevo mai vissuto questa sensazione di condivisione in modo così forte, ho la pelle d’oca a raccontarlo“. Che sensazione si prova a portare a casa una vittoria così “pesante”? “È stata importante per il movimento, che attendeva già da un po’ di tempo, ma anche per il percorso che abbiamo compiuto come squadra. Dal 2017 a oggi abbiamo sempre ottenuto risultati importanti, il fatto di essere sempre stati nell’élite e di essere riusciti a vincere è qualcosa di speciale. Nella mia testa c’era da sempre il sogno di salire sul podio e ascoltare l’inno: nei club è bello, ma indossando la maglia dell’Italia lo è ancora di più. E poi c’è il fatto che questa volta la nostra bandiera era sopra a quella serba…“ Già, la Serbia: un tabù finalmente cancellato. “Certo, aver vinto in quel modo in casa loro è stato emozionante. Ma devo dire che quando ho visto i volti di tante ragazze serbe e dello stesso Terzic dopo la cerimonia ho provato un profondo rispetto, pensando che spesso siamo stati noi nella loro situazione. E vincere è stato così bello proprio perché loro ci avevano messo tante volte in difficoltà in passato“. Foto CEV Dopo le Olimpiadi lei ha fatto molte scelte coraggiose, confermando alcune scelte e modificandone altre. Qual è stato l’aspetto che le ha creato più problemi? “Quello mentale. Quando siamo tornati in Italia abbiamo fatto grandi allenamenti a Roma, si vedeva una bella pallavolo, ma la tristezza delle Olimpiadi aleggiava ed era difficile ritrovare la consapevolezza dei nostri mezzi. L’umore del gruppo non migliorava e non ci aiutava ad avere costanza di rendimento, quella che ci è mancata anche nella prima fase degli Europei. Lo sforzo più grande è stato proprio quello, riprendere consapevolezza. Io però ho soltanto modificato qualche dettaglio nel gioco, ho puntualizzato due o tre cose, ma abbiamo continuato a prepararci come prima“. E allora da dove è partita la svolta? “Sicuramente dalle ragazze, che dal primo giorno di ritiro di quest’anno hanno lavorato insieme come gruppo e hanno sempre continuato a farlo. Tantissimo merito va a loro: io ci ho messo soltanto l’idea tattica, ma non avevo le parole giuste per eliminare quella tristezza, avevo solo la pallavolo. La capacità di resistere alle difficoltà e alla delusione l’hanno avuta loro, nel modo di stare in campo, e loro hanno ritrovato la costanza di rendimento. Non è una sviolinata: davvero, in questa connessione che hanno ritrovato tra di loro c’erano tutta la rabbia e la voglia di rivincita del dopo-Tokyo. Molti mi hanno detto: hai rivoluzionato, hai ribaltato… ma io non mi sento di aver ribaltato nulla, le giocatrici hanno ottenuto qualcosa di importante“. Foto CEV Qualcosa però avrà pure detto, perché in finale si è vista davvero un’Italia diversa da quella dei Giochi. “Ma anche le Olimpiadi sarebbero potute andare in un altro modo, con due o tre palloni diversi contro gli Stati Uniti. Il confine tra un risultato positivo e uno negativo è sempre molto sottile: sono i dettagli che ti fanno vincere o perdere. Spesso quando vinci non fai meno errori di quando perdi, solo che in quel caso non li devi spiegare! Detto questo, è vero che con la Serbia a Tokyo qualcosa non andava: anche quando eravamo punto a punto ci sembrava di rincorrere sempre, perché non riuscivamo a tenere il loro ritmo. Io ho cercato di dare alle ragazze un’idea diversa, quella di pensare meno a cosa fare e più a come farlo“. Quindi, a mente fredda (o quasi), qual è per lei il bilancio di quest’estate azzurra? “Le sconfitte sono come i lutti: si elaborano, ma non si eliminano. Adesso mi godo un risultato che mancava da un sacco di tempo, che fa bene a noi e al movimento. La sconfitta delle Olimpiadi però ce l’ho dentro, le ho detto di stare buona lì, che ci metto le mani in inverno. La utilizzerò soprattutto per me, perché mi ha lasciato una brutta sensazione, un po’ come dopo Piacenza (da cui fu esonerato nel 2012-2013, n.d.r.). Io sono uno che si mette in discussione sempre e soprattutto quando perde, non tanto come allenatore ma come persona: lo farò anche questa volta, sarà un inverno tosto“. Foto CEV La vittoria agli Europei però si inserisce in un anno indimenticabile per lo sport italiano: atletica, calcio, tennis, basket… Si sente parte di questi successi? “Certo, è stato un anno d’oro, che mi ha lasciato una sensazione ambivalente. Da un lato vedo che ci sono sempre più eccellenze, anche giovanissime, che mi stupiscono per atteggiamento, dedizione e qualità. Succede perché la nostra società è molto selettiva e crea eccellenze con sempre maggiore anticipo rispetto a qualche anno fa. Questo, d’altra parte, significa che avremo sempre più atleti ad alto livello, ma anche più persone che saranno in difficoltà perché non riescono a raggiungerlo: la forbice tra chi arriva e chi no si sta allargando in modo importante. Insomma, questa precocità rischia di tagliar fuori chi ha bisogno di più tempo per emergere“. È un problema soltanto italiano? “Credo che sia un problema dello sport in generale, ma in Italia abbiamo una società particolarmente selettiva con i giovani. Siamo troppo critici con loro, li mettiamo sempre sotto forte stress. Per questo credo che vada aggiunto qualcosa ai nostri sistemi didattici: dovremmo insegnare, in palestra ma anche a scuola, ad avere un maggiore senso critico. I contenuti ci sono e sono tanti, ma bisogna che i giovani imparino a distinguere quello che è davvero importante da ciò che non lo è“. LEGGI TUTTO

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    Italia, coach Mazzanti: “Siamo un fuoco costante, ci alimentiamo a qualità”

    Di Redazione Continua la gioia a seguito della strepitosa vittoria della Nazionale italiana femminile ai danni della Serbia di Boskovic, vittoria che è valsa il titolo europeo di Campionesse. Il riscatto, dopo l’eliminazione dalle Olimpiadi di Tokyo, era quello che coach Mazzanti e ragazze cercavano con tutti loro stessi. E’ proprio il tecnico che, come riporta La Nazione Umbria, racconta il percorso che ha portato le Azzurre fino all’oro nel torneo iridato. “È un’impresa che ci rende orgogliosi perché è stato un periodo molto difficile, in cui recuperare le energie e la consapevolezza in quello che facevamo non è stato facile. Dopo Tokyo ho concentrato di più le mie attenzioni sulla pallavolo perché con le parole non potevo fare nulla e il resto lo hanno fatto le ragazze. Il merito di questa impresa va a loro, che sono riuscite a creare una connessione tra di loro, a resistere alle difficoltà di questa estate e a fare qualcosa di straordinario. Ci sono delle cose che abbiamo fatto progressivamente meglio, è cresciuta la qualità di quello che facevamo”. Mentre in un’intervista a La Stampa, lo stesso Mazzanti racconta il segreto che si cela dietro ai successi, e alle sconfitte, delle Azzurre. “Noi abbiamo sempre spinto per cercare le sensazioni giuste, per riuscire a essere più costanti nel nostro gioco. Alla fine non è stata una lampadina che si è accesa ma un fuoco che abbiamo alimentato costantemente. Devo dire che partita dopo partita questa cosa si è vista”. L’occhio della tigre non poteva che essere contro la Serbia, per giunta in casa loro. “Era già la Serbia in sé a essere uno stimolo. Nelle ultime gare che avevamo giocato contro di loro, pur se punto a punto, sembrava sempre che le rincorressimo. E invece volevamo un po’ sentire una sensazione diversa, volevamo essere noi quelle sopra nel gioco e a guidare la partita. Ci siamo riusciti”. LEGGI TUTTO

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    Le pagelle degli Europei: Danesi al top, ma il vero MVP è Mazzanti

    Di Alessandro Garotta Era la stessa estate, erano le stesse squadre, ma è stata tutta un’altra partita. A Belgrado, davanti a oltre 20.000 spettatori, l’Italia ha battuto la Serbia: la nazionale di Davide Mazzanti si è laureata campione d’Europa superando per 3-1 la squadra che aveva sconfitto le azzurre appena un mese fa ai quarti delle Olimpiadi. Era finita fra le lacrime a Tokyo per le ragazze che ora festeggiano il titolo. Una vittoria, figlia del gruppo, che non può essere una compensazione per la delusione olimpica. È invece il primo mattone di una ricostruzione, una ripartenza per una squadra che in questi Europei ha ritrovato una fame e una lucidità che qualche settimana fa sembrano perdute.  Ma veniamo alle pagelle delle singole giocatrici, tenendo conto di tutto il percorso delle azzurre in questa rassegna continentale. Alessia Orro voto 7,5. La sua distribuzione del gioco si adatta perfettamente alle diverse circostanze proposte dal match: quando può utilizzare i centrali lo fa con regolarità; quando la ricezione la fa correre o nei momenti caldi si appoggia alle bocche da fuoco, che tirano la carretta senza preoccuparsi più di tanto. In tutto il torneo si vede anche qualche bella difesa, che caratterizza da sempre le sue prestazioni, e al servizio è affidabile: 6 ace a fronte di 12 errori. Peccato solo per i cali in avvio di terzo set nelle ultime due partite.  Foto CEV Ofelia Malinov voto 7. Sono poche le occasioni in cui Davide Mazzanti deve ricorrere all’alternanza tra le due palleggiatrici. Quando però viene chiamata in causa agli ottavi contro in Belgio e nella finale contro la Serbia, Malinov prende per mano la squadra trovando la chiave che svolta definitivamente queste sfide.  Paola Egonu voto 8. Non è il suo miglior torneo in carriera in termini di statistiche (193 punti con il 49,5% in attacco, 22 ace, 24 blocks, ma anche 67 errori complessivi). Eppure, c’è un motivo per il quale il numero 18 azzurro fa proprio il premio MVP ed è molto semplice: quando la squadra ha bisogno di portare a casa qualche punto importante ci pensa lei, o con il servizio o in attacco. Non importa la qualità della ricezione, la velocità dell’alzata, la posizione da cui attacca, né la possibilità di eseguire o meno la rincorsa. Il risultato è quasi sempre un colpo vincente che passa sopra o al fianco del muro. Non importa neppure la composizione del muro, perché Egonu sa trovare degli angoli indifendibili per potenza e precisione. E probabilmente, dopo i 29 punti della finale, avrà anche la targa da “nemico pubblico numero uno” in qualche piazza serba, da Belgrado a Niš. Foto CEV Elena Pietrini voto 8. Aspettavamo con una certa impazienza la fase ad eliminazione diretta, quale affidabile cartina tornasole per capire la consistenza reale della sua crescita esponenziale, registrata quest’estate. Il campo dà tutte le conferme del caso, non c’è che dire: potenza e tecnica, unite in un’atleta che non perde mai il sorriso quando è in campo, nemmeno nei momenti in cui la tensione è più alta. In attacco sa estrarre dal cilindro bordate sul muro, diagonali stretti, pallonetti e palle piazzate, un intero campionario da banda di livello assoluto (135 punti, il 51,1% in fase offensiva e 9 ace). In ricezione se la cava abbastanza bene (26,2% di perfetta), non perdendo mai lucidità.  Miriam Sylla voto 8. In partite ad alto quoziente di difficoltà come quella di sabato sera non possono mancare qualità tecniche e nervi saldi. Il capitano azzurro dimostra di possedere entrambe le doti mettendo in campo una prova a tutto tondo contro la Serbia. Più che il 54% in attacco, comunque non disprezzabile in una gara con tante azioni lunghe, vanno evidenziati il peso specifico dei suoi 20 punti (con 3 muri e 2 ace), il 54% in ricezione positiva, ma soprattutto la capacità di rispondere sul campo a qualche frettolosa critica, ricevuta dopo una fase a gironi tra alti e bassi. Chiude il torneo con 90 punti, il 42,6% in attacco e il 26,1% di ricezione perfetta (27 errori nei primi tocchi). Foto CEV Alessia Gennari voto 6,5. Ogni volta che entra per il giro dietro o nei (pochi) momenti di appannamento delle schiacciatrici titolari, alza il livello della squadra in ricezione e dà più equilibrio.  Anna Danesi voto 8,5. Essere una buona centrale è possibile, senza dubbio. Essere considerata un’ottima centrale, o di livello mondiale, sembra una sfida un po’ più complessa. Non per Anna, che si conferma autentica protagonista sottorete con una notevole varietà di colpi, destreggiandosi benissimo in primo tempo (56,7% in fase offensiva) e risultando granitica a muro con 23 stampate a referto. Da applausi la sua prova straripante in semifinale: mette a referto 17 punti, imbrigliando completamente le attaccanti olandesi.  Foto CEV Cristina Chirichella voto 7. La centrale partenopea è brava a mettere in campo tanta sostanza e le sue prestazioni sono di grande spessore tecnico. Presente a muro, precisa in attacco (47,7% di efficienza), puntuale sulle fast dove sciorina tutta la sua velocità, riesce a firmare 59 punti complessivi e a tirare fuori tutta la sua “cazzimma”. Non è però decisiva fino in fondo: contro la Serbia appare un po’ sottotono nelle prime due frazioni, sbagliando palloni che di solito andavano giù da soli.  Monica De Gennaro voto 8. Le schiacciate delle nostre bocche da fuoco sono certamente spettacolari ed efficaci. Ma nel trionfo dell’Italia sono altrettanto fondamentali le difese e le ricezioni perfette (47,7%) della numero 10. Acrobata senza paura, capace di leggere il gioco e rispondere alle bordate che arrivano dall’altra parte della rete, ma all’occorrenza anche regalare alzate precise. Per le sue compagne di squadra è indispensabile avere a fianco una giocatrice che trasmette una tale sicurezza: non a caso è il miglior libero al mondo.  Foto CEV Beatrice Parrocchiale voto 6,5. In campo per dare maggiore solidità alla seconda linea in qualche scambio, si fa trovare sempre pronta. Sarah Fahr voto 6,5. La sua uscita di scena così prematura, per il grave infortunio durante il match Italia-Croazia, le impedisce di dare senso compiuto al suo Europeo e quindi di renderla pienamente giudicabile. Comunque, nelle tre partite giocate, la centrale azzurra garantisce un buon rendimento complessivo. Pur trovandosi opposta a blocks non proprio temibili, in attacco è concreta e abile a sfruttare la propria velocità; anche a muro tocca tanti palloni e va a segno per 4 volte, mentre in battuta chiude con 2 ace e 5 errori.  Silvia Nwakalor, Sofia D’Odorico, Sara Bonifacio, Alessia Mazzaro s.v. Foto CEV Davide Mazzanti voto 9. Anche quando le certezze sembravano essersi dissolte dopo la delusione olimpica e gli infortuni occorsi a Bosetti e Fahr, il CT non ha mai smesso di credere nelle qualità delle sue giocatrici. Un gruppo che in questi anni ha guidato, plasmato, responsabilizzato e a cui lasciato libertà di espressione. Dunque enormi complimenti a Mazzanti: la vittoria agli Europei porta davvero la sua firma. LEGGI TUTTO

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    Dalle critiche all’oro europeo: ecco i numeri di Mazzanti in Azzurro

    Di Redazione Con l’oro conquistato a Belgrado, il ct Davide Mazzanti ha riportato la Nazionale azzurra femminile sul gradino più alto del podio a distanza di 10 anni dall’ultimo successo in una grande manifestazione internazionale: la World Cup 2011. La medaglia d’Oro conferma lo straordinario percorso del tecnico marchigiano che, da quando guida la nazionale femminile, ogni anno ha centrato un risultato importante: 2017 argento World Grand Prix, 2018 Argento Mondiale, 2019 qualificazione Olimpica e Bronzo Europeo, 2020 (nessuna attività a causa del Covid-19), 2021 Oro Europeo. I numeri di Davide Mazzanti da ct Azzurro: Esordio: 26 maggio 2017 (Apeldoorn), Olanda-Italia 3-1 (Amichevole).Gare totali: 136Vittorie: 97   Sconfitte: 39Percentuali vittorie: 71% Palmarès con le azzurre2017: Argento World Grand Prix2018: Argento Campionato del Mondo2019: Bronzo Campionato Europeo2021: Oro Campionato Europeo Lo staff della Nazionale seniores femminile Oro al Campionato Europeo 2021:  Allenatore: Davide MazzantiVice allenatore: Matteo BertiniAssistenti allenatori: Simone Bendandi, Luca Pieragnoli Medico: Alessandra FavoritiFisioterapista: Andrea MarconiPreparatore Fisico: Alessandro Mattiroli Scoutman: Massimiliano TaglioliTeam Manager: Marcello Capucchio (fonte Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Davide Mazzanti verso Italia-Russia: “Mi aspetto una partita coraggiosa”

    Di Redazione Sale l’attesa per il quarto di finale dei Campionati Europei femminili che vedrà impegnata la nazionale italiana: mercoledì 1° settembre alle 17 le azzurre guidate dal CT Davide Mazzanti affronteranno alla Stark Arena di Belgrado (diretta Rai2 e DAZN) la Russia allenata dal tecnico italiano Sergio Busato. L’Italia dovrà quindi provare a superare l’ostacolo russo, come accaduto due anni fa a Lodz (in quell’occasione finì 3-1) per accedere alle semifinali in programma il 3 settembre. È proprio il CT azzurro a tracciare un bilancio di quanto visto in campo nell’ottavo di finale e a presentare la prossima sfida: “Ieri pomeriggio con il Belgio – spiega Mazzanti – quando abbiamo preso più rischi abbiamo fatto le cose migliori, mentre quando abbiamo gestito di più abbiamo invece ottenuto l’effetto contrario. Devo dire che si sono viste belle cose: è stato un match molto intenso, anche se nei set vinti abbiamo avuto margine nel punteggio“. Guardando al quarto di finale, il CT prosegue: “La Russia, rispetto a quella che abbiamo incontrato ai quarti due anni fa, è una squadra più giovane. È una formazione che ha molto potenziale e ha cambiato tanto in questo Europeo, sia in partenza che nel corso del proprio cammino. È una squadra molto forte nei fondamentali da punto, e in battuta ha elementi che hanno fatto vedere cose importanti nella prima fase di questa competizione. Noi abbiamo la possibilità di mettere in crisi una parte del loro sistema cambiopalla con la battuta, ma sicuramente poi dovremo fare un grande lavoro di muro-difesa, perché hanno attaccanti giovani ma molto forti“. “Dalle mie ragazze – aggiunge Mazzanti – mi aspetto una partita coraggiosa. Abbiamo bisogno di giocare in modo spavaldo, perché più rischiamo nel fare le cose, più prendiamo qualità nel giocare la nostra pallavolo. Credo sia questa la cosa che dobbiamo ricercare di più nel corso della partita. La fase di cambiopalla sta funzionando e la fase break ha ancora più margine, ma le cose che si sono viste sono già di altissimo livello e dobbiamo solo andare in campo a cercare di giocare una pallavolo più coraggiosa“. Sono 77 i precedenti tra Italia e Russia. Il bilancio dei match sin qui disputati è a favore delle russe: negli scontri diretti tra le due nazionali le azzurre hanno infatti collezionato 25 vittorie e 52 sconfitte. IL ROSTER DELLA RUSSIA1. Elizaveta Kotova (C), 4. Daria Pilipenko (L), 5 Polina Matveeva (P), 10. Arina Fedorovtseva (O), 11 Yulia Brovkina (C), 12. Anna Lazareva (O), 13. Evgeniya Startseva (P – cap.), 17. Tatiana Kadochkina (O), 22. Tamara Zaytseva (L), 23. Irina Kapustina (S), 25 Ksenia Smirnova (S), 26 Ekaterina Enina (C). All. Sergio Busato. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Davide Mazzanti: “Soddisfatto del percorso compiuto finora”

    Di Redazione Nonostante qualche tentennamento nelle gare sulla carta più semplici, compresa quella di ieri contro la Svizzera, la nazionale femminile ha chiuso nel migliore dei modi possibili la prima fase dei Campionati Europei. Le parole del CT Davide Mazzanti riflettono la situazione: “Sono soddisfatto del percorso fatto fino ad ora. Facciamo fatica forse con attaccanti un po’ diversi rispetto al solito, come in parte avvenuto nella partita contro la Slovacchia, ma nel complesso ho visto tante risposte positive dal campo. Soprattutto nel secondo set ho viso buone cose anche nell’assistenza, nel contrattacco soluzioni che stavamo cercando e che sono venute fuori nel gioco. Oggi abbiamo il trasferimento e faremo un po’ di lavoro fisico, poi riprenderemo gli allenamenti a Belgrado per preparare al meglio gli ottavi”. Sara Bonifacio ha avuto spazio da titolare e potrebbe rendersi utile nel prosieguo del torneo, visto l’infortunio di Sarah Fahr: “Sono molto contenta – dice la centrale – di aver avuto la possibilità di fare l’esordio in questo Europeo. Siamo arrivati alla quinta vittoria e abbiamo concluso il percorso qui a Zara nel migliore dei modi. Ora andiamo a Belgrado cariche, con un obiettivo da centrare. Vedo una crescita nel nostro percorso, anche se dobbiamo ancora aggiustare qualcosa per limitare degli errori che in qualche momento possono destabilizzare. In questi casi dobbiamo mantenere la pazienza e avere fiducia nelle compagne per uscire subito da situazioni difficili che in una partita possono sempre capitare“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Italia-Croazia: le parole di coach Mazzanti e Sylla

    Di Redazione DAVIDE MAZZANTI: “Questa sera, oltre alla battuta, ha girato bene anche il cambio palla dove abbiamo avuto numeri buonissimi. In attacco abbiamo fatto belle cose e, nel complesso, abbiamo perso solo un po’ di ritmo all’inizio del secondo set, poi, lo abbiamo ritrovato. Abbiamo giocato la seconda frazione punto a punto, ma quando abbiamo ripreso il ritmo in battuta è stato di supporto per esprimerci meglio. Per il futuro l’importante sarà continuare a migliorare le intese, domani dobbiamo entrare in campo con quest’idea perché poi iniziano le partite dentro-fuori e sarà utile spingere e sentire le sensazioni giuste che preparano poi alle gare importanti”. MIRIAM SYLLA: “Questa sera per me e per altre mie compagne di squadra era una partita particolare. Dall’altra parte del campo c’era Daniele Santarelli, il nostro coach all’Imoco Volley, e un po’ d’ansia c’era perché ci conosce molto bene e sapevamo che sarebbe stato in grado di metterci in difficoltà. Sappiamo come studia i giocatori e come vede il gioco, sa come ci muoviamo ed è anche per questo che avevamo un po’ di tensione. Poi, veniamo da un periodo difficile. La Croazia gioca bene, ha giocato molto bene le partite precedenti ed era l’avversario che temevamo di più. Stasera siamo stati più aggressivi perché avevamo un obiettivo, ci è già capitato di perdere l’occasione, ma non era questa la giornata. Ci siamo messi in testa che volevamo conquistare questa vittoria a tutti i costi e lo abbiamo fatto. Ci sono degli aspetti da sistemare, ma credo che in una competizione come l’Europeo ci sia la possibilità di crescere durante il torneo. Domani c’è la Svizzera e sarà un’altra gara da non sottovalutare. Dovremo entrare in campo aggressivi e piano piano cercare di limare tutte le cose che non vanno e portare a casa un’altra vittoria”. (Fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO