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    Tiley: “I giocatori devono guadagnare di più. Un ecosistema sano funziona quando si ha il giusto numero di giocatori che si guadagnano da vivere”

    Craig Tiley

    “Il tennis non deve cadere nell’autocompiacimento. Tutto va molto veloce. I giocatori devono guadagnare più soldi. Un ecosistema sano funziona quando c’è il giusto numero di giocatori che guadagnano abbastanza da permettersi un allenatore ed essere sereni per il futuro”. Queste due frasi importanti estratte dalla lunga e interessante intervista rilasciata da Craig Tiley, CEO di Tennis Australia e direttore degli Australian Open, al magazine Clay. Tiley, uno dei personaggi più influenti nel mondo della racchetta e capofila del progetto “Premier Tour” guidato dagli Slam, che attualmente sembra essersi un po’ arenato, ha spaziato su molti temi, dalla situazione del “suo” torneo al tennis internazionale Mette anche in guardia dall’ascesa del mondo arabo nel tennis, cercando di proteggere a spada tratta l’inizio stagione da tempo focalizzato in Australia e che potrebbe esser messo in pericolo dall’ipotesi di un Masters 1000 in Arabia Saudita. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti dell’intervista.
    “Novità per l’Australian Open 2025? Abbiamo il mandato che almeno il 50% delle strutture per i tifosi cambi ogni anno, ma ci sono cose che non possono essere cambiate. Non puoi cambiare edifici permanenti. Quindi portiamo costantemente avanti l’esperienza e stiamo attualmente lavorando con il team su alcune esperienze per i fan molto innovative e anche su una combinazione di esperienze dei giocatori con loro. Ne abbiamo una lista di circa 50, ma prendiamo una decisione finale, scegliamo le cinque migliori e le realizziamo. E questo è il ritmo normale o il programma normale che seguiamo ogni anno. L’anno scorso abbiamo testato il movimento del pubblico durante le partite e un nuovo concetto di bar sugli spalti, il pubblico l’ha adorato. Cerchiamo di avvicinare tifosi e giocatori. Abbiamo creato molta più ombra per i nostri tifosi su tutti i campi, perché il nostro obiettivo finale è avere tutti i posti all’ombra. E così, ogni anno faremo alcune cose che daranno ai fan un’esperienza molto diversa, e non sarà diverso per il 2025”.
    “Penso che il tennis sia un buon prodotto. Posso parlare bene degli Australian Open e dell’estate nell’emisfero sud fino agli Australian Open. Gennaio è uno dei periodi dell’anno più seguiti per il tennis, perché gli Australian Open si svolgono nel fuso orario di India, Cina, Giappone e Sud-Est asiatico. E il pubblico è enorme. E la gente ha sete di tennis. È estate. È l’inizio. Tutti i giocatori tornano a giocare dopo la pausa. Quindi, sul calendario, gennaio è uno dei mesi più ricchi, uno dei mesi più visti. Ed è un ottimo modo per iniziare la stagione con stadi pieni e tanta emozione. Spesso senti i giocatori dire che ci sono troppi tornei. So che tutti stanno cercando di trovare una soluzione. E probabilmente porterà a chiedersi come funzionano insieme gli Slam e il Tour. Tutto quello che posso dire in questo momento è che ci sono conversazioni in corso”.
    Anche per Tiley sono pochi i giocatori che riescono a “stare bene” facendo i professionisti. “Questo è un problema per il nostro sport, è una sfida per il tennis. I giocatori devono guadagnare più soldi. Un ecosistema sano funziona quando c’è il giusto numero di giocatori che guadagnano abbastanza da potersi permettere un allenatore, possono permettersi di viaggiare e possono mettere da parte abbastanza soldi per fare investimenti per il futuro. È un gioco legato alle prestazioni, quindi devi anche crescere di categoria per avere più opportunità. Questo deve continuare ad esistere, ma ho sempre saputo, dal mio periodo come allenatore universitario a quello come allenatore professionista, fino alla gestione aziendale, di aver sempre sostenuto un maggior compenso per i giocatori. Fortunatamente, agli Australian Open ho avuto una posizione di leadership e ho potuto prendere decisioni; una delle prime cose che abbiamo fatto quando sono arrivato è stata aumentare drasticamente i compensi dei giocatori”. In effetti negli Slam tutti i giocatori nei tabelloni principali ottengono un prize money ragguardevole, anche perdendo al primo turno, Così non si può certo dire per chi naviga nelle qualificazioni degli ATP o Challenger.
    “Penso che il pericolo più grande per il tennis oggi sia l’autocompiacimento. I leader pensano che ciò che abbiamo sia soddisfacente? Perché il mondo si muove molto velocemente. L’unica costante che è cambiata dopo il COVID è la velocità. Quindi abbiamo bisogno di uno sport agile, che sappia adattarsi e muoversi. Se riposiamo sugli allori e diventiamo compiacenti, perderemo. Questa è la prima cosa. La seconda cosa è che la direzione e la gestione dello sport sono molto disintegrate e decentralizzate. Funziona meglio quando tutto è collegato. Quindi i leader devono trovare un modo per stare di più insieme. Ha molto senso per i giocatori, per i tornei. Insieme non solo ci si protegge meglio a vicenda, ma ci tiene al riparo anche dai disturbi, e hai anche la possibilità di fare più cose. E la terza cosa è fare in modo di continuare a sostenere il percorso, facendo in modo che i bambini abbiano una racchetta in mano“.
    “Siamo fortunati nel tennis, guarda i grandi campioni. Nel femminile è arrivata Coco, così come sono emersi Jannik e Carlos. Tutti pensano, oh, Roger Federer, Rafa, Serena, Venus, se ne sono andati! Quale sarà il prossimo? Ricordo gli anni in cui Andre Agassi, Pete Sampras e Steffi Graf se ne andarono, cosa faremo? Il tennis sarà un disastro. E anche prima, c’è stato un periodo in cui nessuno poteva dominare, Pat Cash ha vinto Wimbledon ma molti erano i campioni. Dobbiamo assicurarci di lavorare per il mio terzo punto, per continuare a investire lungo il percorso e convincere i ragazzi a prendere in mano una racchetta”.
    “Premier Tour? È un tentativo di riunire le persone e tenere conversazioni, tutte le parti interessate, sono in corso proprio ora” taglia corto Tiley, che poi dice la sua in modo schietto sul possibile M1000 in Arabia: “Siamo stati molto chiari su questo punto. Per lo sport del tennis, iniziare la stagione in questo modo, in Nuova Zelanda, Hong Kong, Australia, è la cosa migliore per i giocatori in viaggio. È la cosa migliore per promuovere gli Australian Open. Quel mese di gennaio, come dicevo prima, è uno dei più visti dal pubblico. E penso che quando tutti lo guardano significa che è ciò che ha più senso. Quindi continuiamo a prendere decisioni sulle cose che hanno più senso”.
    Un Masters 1000 in Sud America? “Oh, è difficile, devi chiederlo a qualcun altro, perché non sono io a prendere le decisioni al riguardo. Collaboriamo con la COSAT e la Federazione Brasiliana di Tennis nella promozione degli Australian Open in Sud America. Andre Sá, che è brasiliano, lavora per noi, è il direttore delle nostre relazioni con i giocatori. Lavoriamo a stretto contatto col Sud America. Lavoreremo di più lì perché crediamo che sia un’altra regione come l’Asia. Il Sud-Est asiatico e il Sud America sono regioni in grande crescita. Da lì sono arrivati ​​grandi campioni. Penso che abbiano eventi e penso che sia importante avere eventi. Sul livello di questi eventi se ne potrà parlare, ma è importante che esistano”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Wawrinka critica duramente l’ipotesi di tour Premium degli Slam: “Vogliono solo più potere e non c’è trasparenza. Il progetto degli Arabi è più interessante”

    Stan Wawrinka (foto Getty Images)

    Il mondo del tennis sembra a un bivio. Da un lato la strabiliante proposta economica dei fondi sauditi, per unire i tour ATP e WTA in un’unica entità, con “2 billion Dollar” sul tavolo, per quel che è trapelato; dall’altra l’ipotesi del tour Premium voluto dagli Slam (su tutti trainato dall’australiano Tiley) con i 1000 gestiti da questa nuova entità e tutti gli altri eventi regalati a una sorta di circuito minore, certamente più povero e poco visibile. La sensazione è che a breve qualcosa cambierà nel mondo della racchetta, e pochi sono i tennisti che escono allo scoperto con prese di posizione chiare. Forse gli stessi giocatori sono ancora poco informati o non sanno bene come muoversi.
    Non Stan Wawrinka, veterano svizzero ancora voglioso di giocare e provare forti emozioni in campo, nonostante risultati lontanissimi da quando se la giocava alla pari negli Slam con i big. L’elvetico ha rilasciato parole al veleno al quotidiano L’Equipe, nel quale si dice interessato alla proposta dei sauditi, che non stravolgerebbe completamente la stagione tennistica, mentre boccia senza mezzi termini l’ipotesi del tour guidato dagli Slam che, a suo dire, sono poco trasparenti con i loro ricavi e solo a caccia di un maggior potere. Riportiamo i passaggi più significativi del pensiero di Wawinka.
    “Dobbiamo guardare la realtà in questo momento. Oggi ci sono quattro i tornei, quelli del Grande Slam, che raccolgono la maggior parte dei profitti del tennis. Ma ridistribuiscono questi guadagni solo a pochi” afferma Stan. “La maggior parte dei profitti dei quattro grandi tornei dell’anno va direttamente a loro, alla loro federazione. Tutto inizia da lì, questo è il primo problema. Gli Slam non sono trasparenti sui conti, sui profitti che ottengono perché non li vogliono dividere con nessuno. Non lavorano per il futuro del tennis, non hanno voglia di lavorare nella gestione dei giocatori e dei giovani. Non hanno alcuna intenzione di condividere e nemmeno perdere potere”.
    “Circuito Premium voluto dagli Slam? Credo che l’obiettivo delle loro proposte sia solo il potere, averne abbastanza da sparire ATP e WTA, mantenere i Masters 1000 perché un’annata deve esserci ed eliminare i tornei attualmente 500 e 250. La loro idea è: vogliamo solo ciò che porta soldi e ce li fa aumentare. Ma perché nessuno si oppone e dice siete pazzi? Questo progetto crea vantaggi solo a loro. Per me è incredibile. Dobbiamo muoverci con unità perché il vero problema del tennis è la governance. Questi quattro tornei decidono per loro stessi. Sono anni che ne parliamo e loro non solo non ridistribuiscono i soldi ai giocatori, a nessuno, ma vogliono ancora più potere cancellando tutto il resto. Non vedo come possa funzionare, anche sapendo che non sono mai stati giusti nella ridistribuzione delle loro entrate”.
    Per Wawrinka è necessario un passo indietro degli Slam su questi giochi di potere: “Gli Slam dovranno cambiare direzione. Per il momento non vogliono fare alcun passo indietro ma devono cambiare mentalità, altrimenti sarà difficile andare avanti. Devono accettare la realtà. Sono essenziali, sono i tornei più importanti, ma dobbiamo muoverci tutti nella stessa direzione, non possono fare tutto di testa loro. Secondo me, l’obiettivo è quello di avere una governance che includa tutti, ATP, WTA, i quattro Grandi Slam e i giocatori. Tutte le parti coinvolte, tutti riuniti intorno allo stesso tavolo per avere finalmente decisioni comuni. Solo così possiamo andare avanti”.
    Stan apre ai sauditi, o almeno apprezza come si stano muovendo: “L’Arabia Saudita è entrata nel tennis attraverso la sponsorizzazione e l’organizzazione del torneo NextGen. Il tennis è diventato la loro massima priorità per i prossimi anni. Supportano i giocatori, vogliono far parte di questo mondo. Per ora da loro arrivano solo proposte positive. Probabilmente hanno imparato dai loro errori, come il fallimento con la Liv nel golf e vogliono fare le cose per bene unendosi al Tour attuale”.
    Wawrinka conclude con parole d’apprezzamento per le ultime mosse dell’ATP guidata da Gaudenzi: “Ognuno è libero di dire quel che vuole, ma è indubbio che l’ATP si stia muovendo bene, sta andando nella direzione giusta. L’idea di Andrea Gaudenzi è di voler far crescere i Masters 1000, accorciare un po’ il calendario e avviare una nuova modalità di governance. Oggi i Masters 1000 hanno totale trasparenza sui propri guadagni con noi giocatore e grande quantità di profitti è redistribuita, questo è un dato di fatto che nessuno può contestare. L’ATP sta andando sempre più dalla parte dei giocatori, gli Slam no. Se chiedi a uno Slam di farti vedere i conti, ti dice di no, da parte loro c’è chiusura e mancanza di trasparenza. Alla fine è soprattutto colpa loro se il processo di rinnovamento si è bloccato o non va avanti al meglio”.
    Parole molto chiare, in piena linea a quel che Wawrinka ha abituato nella propria carriera, e che gli sono costate anche una certa antipatia. A questo punto, visto che ormai quel che erano indiscrezioni sembrano esser state confermate, sarebbe interessante che la PTPA, la nuova associazione dei giocatori, prendesse parola in modo chiaro esponendo i fatti e il punto di vista dei giocatori se, come loro affermano, la stragrande maggioranza dei Pro si è affilata ai loro programmi. Non guasterebbe nemmeno una presa di posizione ufficiale degli Slam, magari Craig Tiley che sembra il principale promotore di questa possibile rivoluzione. Si è scritto in passato che i ricchi fondi arabi stessero cercando di strappare addirittura lo Slam all’Australia, e da qua è partita la reazione di Tiley, alzando l’asticella a un livello superiore. Poche certezze, orizzonte incerto. La guerra di potere nel tennis continua…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tiley conferma: “Nadal giocherà gli Australian Open, torna anche Kyrgios e probabilmente Osaka”

    Rafael Nadal con la coppa degli AO22

    Nel corso del programma Nine Today sulla tv australiana, il CEO di Tennis Australia e direttore gli Australian Open Craig Tiley ha annunciato che alcune stelle della disciplina torneranno in gara alla prossima edizione del primo Slam della stagione. Tra questi, Rafael Nadal.
    Interrogato sull’eventuale ritorno a Melbourne della ex campionessa Naomi Osaka, ferma per i noti problemi mentali e quindi anche la maternità, Tiley ha affermato che la nipponica dovrebbe rientrare, ma non solo lei: “Sì, avremo il ritorno di alcune leggende, di alcuni campioni assenti per un paio d’anni. Possiamo rivelare in esclusiva che Rafa tornerà a Melbourne. È stato fuori dal circuito per gran parte del anno, ho parlato con lui negli ultimi giorni. Ha confermato che tornerà l’anno prossimo, il che ci entusiasma tutti. È una notizia incredibile, fantastica”.
    Poi Tiley ha spiegato meglio la situazione dello spagnolo: “Non parteciperà all’evento a meno che non pensi di poterlo vincere, non si presenterà solo per giocare, si presenterà per vincere. Lui ama davvero stare in Australia, restiamo in contatto. Finora i primi segnali sono stati davvero buoni”.
    Non solo Rafa. Anche Nick Kyrgios è atteso al rientro a Melbourne dopo un 2023 passato quasi interamente ai box per colpa di problemi a un ginocchio, risolti attraverso un’operazione. “Sappiamo che Nick si sta allenando regolarmente, quindi pensiamo che sarà dei nostri. Ama giocare di fronte al suo pubblico più di ogni altra cosa, e qua tutti non vedono l’ora di ritrovarlo in campo. La sua è solo una questione di salute. Ha avuto un infortunio significativo e in molti casi per molti atleti può essere un infortunio che mette fine alla carriera. C’è voluto del tempo ma ha superato tutto ciò ed è in procinto tornare. Mi aspetto pienamente che sia qui e sia pronto a giocare, a regalare a tutti l’intrattenimento che desideriamo” conclude il direttore del torneo. LEGGI TUTTO

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    Craig Tiley conferma l’infortunio di Novak Djokovic a Melbourne: “capisco che sia difficile credere che i giocatori possano fare ciò che fanno con questo tipo di lesioni, ma Djokovic è straordinario e ha gestito tutto in modo estremamente professionale”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic aveva promesso di pubblicare prove e test per dimostrare la gravità dell’infortunio con cui ha vinto l’Australian Open 2023, ma è stato Craig Tiley, direttore dello Happy Slam, a precederlo parlando del tema, fornendo dettagli sul problema alla gamba sinistra che Nole ha superato per vincere il suo decimo Australian Open. “Molti dei problemi che affronta sono dovuti alla sua cattiva reputazione, ma se c’è qualcosa che nessuno può fare è mettere in discussione l’atleta. Ha giocato con una rottura di tre centimetri alla coscia sinistra”, ha rivelato Tiley in un’intervista alla radio australiana SEN. Il dirigente garantisce di aver visto i suddetti esami che Djokovic aveva promesso di pubblicare, affermando che in nessun momento c’è stata una finzione da parte del dieci volte campione dell’Australian Open. “Ho visto i test e i medici vi diranno la verità. C’è stata molto speculazione sul fatto che l’infortunio fosse vero o no e capisco che sia difficile credere che i giocatori possano fare ciò che fanno con questo tipo di lesioni, ma Djokovic è straordinario e ha gestito tutto in modo estremamente professionale”, ha aggiunto.
    Craig Tiley ha anche spiegato come Djokovic sia riuscito a superare l’infortunio. “È molto concentrato in tutto ciò che fa in ogni momento. Va dal cibo che mangia, a ciò che beve, quando lo fa e come lo fa. Non c’è un solo errore in nulla di ciò che fa”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Tiley: “Spostare in avanti l’Australian Open per allungare la off-season? Sarebbe ridicolo. La stagione non è troppo lunga per colpa dei tornei australiani”

    Craig Tiley, direttore di Tennis Australia

    Il direttore degli Australian Open Craig Tiley ha risposto in modo secco alle critiche giunte negli ultimi giorni da alcuni importanti media internazionali sull’opportunità di spostare in avanti le date del primo torneo dello Slam per consentire ai giocatori un maggior riposo prima della più lunga trasferta della stagione. Secondo Tiley è vero che si gioca molto, ma l’Australian Open è uno dei massimi eventi dell’anno e quindi il problema non è certo il “suo” torneo.
    “Ho letto questa proposta. Penso che sia assolutamente ridicola, un’affermazione bizzarra”, afferma Tiley senza mezzi termini. “Se parli con ogni giocatore, ti dirà che questa è la stagione. Inizia a gennaio. Inizia qui in Australia”.
    Continua Tiley, respingendo anche le critiche di chi pensa che i tanti infortuni già capitati a grandi giocatori (vedi Alcaraz) non sono dipesi dalla off-season troppo corta. “Lo sport ha bisogno di riunirsi e guardarsi dentro fino in fondo. L’anno finisce con la Coppa Davis, troppo in ritardo tra gli uomini e tutto sommato non così tardi tra le donne. È vero, penso anch’io che sia una stagione lunga, ne parliamo da molto tempo. Ma Australia significa tennis in estate, l’Australia ha trovato una giusta collocazione come inizio della stagione a gennaio e questo evento è, dal punto di vista dei giocatori, uno dei loro posti preferiti dove giocare. Il problema non è la nostra data, è altrove”.
    Per il factotum del tennis “down under”, quello della difficoltà di acclimatarsi alle condizioni australiane è un falso problema, solo un pretesto, visto che i giocatori hanno il tempo sufficiente per prepararsi e adattarsi. “I tennisti anni fa arrivavano pochi giorni prima del torneo e non si lamentavano affatto. Adesso arrivano qui abbastanza prima dello Slam, hanno la possibilità di giocare alcuni tornei prima degli Australian Open, tanto che ci sono molti tennisti che arrivano presto e restano qua per sei o sette settimane, quindi la preparazione per l’estate australiana è molto normalizzata” continua Tiley. “I giocatori sanno cosa devono fare. De Minaur dice che la stagione deve essere rivista? Ha ragione, non è un segreto che l’anno sia molto lungo. Giochi tornei durante tutto l’anno, finisci piuttosto tardi. Dipende dal tuo programma e da quel che scegli di fare. Se ci fosse un po’ più di tempo per staccare alla fine dell’anno, sono sicuro che a molti giocatori piacerebbe. Ma allo stesso tempo, ci siamo abituati e alla fine anche loro scelgono di giocare molto”.
    Non è un mistero che gli Slam siano il cuore dell’anno tennistico, per valore sportivo e per montepremi. Nessun tennista è disposto a rinunciarci, quindi il pensiero di Tiley può essere assolutamente condivisibile. Per cercare di risolvere l’annoso problema del calendario troppo lungo è necessaria un’azione concreta tra ATP e ITF sulla collocazione degli eventi di fine anno, Coppa Davis e Finals in primis. Tuttavia, è corretto sottolineare che alla fine moltissimi giocatori accettano di giocare anche a dicembre ricchissime esibizioni, accorciando ancor più il riposo. LEGGI TUTTO

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    L’Australian Open avrà un montepremi record di 76,5 milioni di dollari

    Ash Barty, campionessa agli AO22

    L’Australian Open 2023 sarà il più ricco di sempre. Il primo torneo dello Slam della nuova stagione infatti avrà un montepremi record di 100 milioni di dollari australiani, ossia 76,5 milioni di dollari statunitensi, con un aumento del 3,4% rispetto alla scorsa edizione. Al vincitore (maschile e femminile, i due draw hanno stessi premi) andranno 2.975.000 dollari, al finalista 1.625.000 e via scalare, fino agli sconfitti al primo turno del main draw, che otterranno comunque un cospicuo assegno di 106.250 dollari. Chi esce al primo turno di “quali” incasserà 26mila dollari, decisamente un “bottino” che vale il viaggio.
    Così Craig Tiley, direttore del torneo di Melbourne: “È fondamentale per il continuo successo dell’estate tennistica australiana fornire opportunità di gioco forti e rilevanti e garantire che i migliori giocatori del mondo siano adeguatamente ricompensati. Vogliamo assicurarci che l’Australia sia il trampolino di lancio per la stagione globale e che ne vediamo il maggior numero possibile. Ci ispirano tutti a impegnarci in questo fantastico sport e ispirano le generazioni future. Per il prossimo Australian Open abbiamo aumentato i premi in denaro per ogni turno, dalle qualificazioni alle finali, con maggiori aumenti nei primi turni, dove questi sostanziosi premi aiutano i giocatori a investire nella propria carriera e, in molti casi, a prepararsi per successo durante tutto l’anno”.
    Annunciate anche diverse novità all’interno del sito di Melbourne Park, dove va in scena il cosiddetto “happy Slam”: da rinnovate aree relax per i giocatori a una nuova “Enhanced Player Performance Spaces”, dove i tennisti e loro staff troveranno attrezzature all’avanguardia per preparare i match e recuperare dopo le fatiche del caldo australiano. Per il pubblico è stata rinnovata l’area ristorazione, come la sezione dedicata all’accoglienza dei neonati e dei genitori. LEGGI TUTTO

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    Si complica la possibilità di vedere Novak Djokovic agli Australian Open?

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Getty Images

    Una nuova telenovela promette di durare fino all’inizio degli Australian Open. Novak Djokovic non ha bisogno di vaccinarsi per entrare in Australia, ma spera che il governo rimuova il divieto di tre anni dopo che il suo visto è stato ritirato all’inizio dell’anno. Ora il serbo mantiene questa speranza, ma Craig Tiley, direttore dell’evento, assicura che non farà pressione su nessuno affinché il giocatore numero sette del ranking ATP abbia questo “aiuto”.
    “La questione di Novak riguarda direttamente lui e il governo federale. Devono risolvere la situazione e poi seguiremo le istruzioni. Non è una cosa su cui possiamo fare pressione. È una questione che rimane tra queste due parti, a seconda del risultato daremo il benvenuto a Djokovic agli Australian Open”, ha affermato.
    Tiley ha inoltre assicurato di voler contare su Djokovic. “Ha già detto che gli piacerebbe tornare in Australia, ma sa che alla fine sarà una decisione del governo federale. Ha accettato la sua posizione. È una questione privata tra loro, ma vorremmo riavere Novak. È un nove volte campione”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Tiley apre le porte degli Australian Open a Djokovic: “Qui è sempre il benvenuto”.

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Antonio Fraioli

    Novak Djokovic spera di giocare gli US Open e gli Australian Open, e in Australia spicca il fatto che non è più necessario essere vaccinati per entrare nel Paese. Incombe però ora la “punizione” di tre anni per l’espulsione che dovrà essere annullata e il direttore degli Australian Open ha già aperto le porte al serbo.
    “Stiamo facendo del nostro meglio. Ovviamente non è mia la decisione di permettere a Novak di giocare i prossimi Australian Open, ma Nole è sempre il benvenuto qui e sa che molte persone in Australia amano vederlo giocare. La decisione spetta ad altre persone, ma c’è ancora molto tempo prima del prossimo Australian Open. Quello che dovrebbe fare ora è godersi il titolo a Wimbledon”.
    Parlando al portale serbo Sport Klub, Tiley ha anche elogiato il successo di Djokovic all’All England Club. “Novak ha giocato a un livello fantastico e ha meritato la vittoria. Ha giocato benissimo e sono contento per lui e per il suo team. È stato un anno molto difficile per lui, ma è praticamente imbattibile sul Centre Court di Wimbledon”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO