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    Nessun ricorso presentato da WADA al TAS, Sinner prosciolto pienamente dopo la positività dello scorso marzo

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il successo domenica scorsa a US Open, una seconda vittoria altrettanto importante all’indomani con la parola fine sullo sfortunato caso doping. Splende il sereno su Jannik Sinner: la WADA, il massimo organo in materia antidoping, ha deciso di non ricorrere al TAS di Losanna (Tribunale arbitrale dello sport) contro la sentenza che lo scorso agosto aveva assolto totalmente Jannik Sinner dopo esser risultato positivo al Clostebol, entrato nell’organismo del n.1 al mondo per via accidentale. La conferma arriva dal quotidiano “Corriere della Sera”, che ha contattato la segreteria del Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport, ricevendo la conferma martedì mattina che l’Agenzia Internazionale Antidoping (Wada) non ha presentato alcun ricorso contro la sentenza dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) dello scorso 19 agosto.
    In quella sentenza Jannik Sinner, pur risultato positivo a due controlli in marzo, veniva prosciolto da ogni responsabilità poiché dopo un’attento studio del caso e ascoltate le motivazioni del giocatore e dei maggiori esperti al mondo sul doping, è stato confermato che il Clostebol era stato assunto in via accidentale e non voluta, e con una concentrazione infinitesimale da risultare totalmente ininfluente ai fini di un miglioramento delle prestazioni sportive.
    Sono scaduti i termini di appello di 21 giorni, WADA ha studiato il caso e la materia e ha ritenuto di non opporsi alla sentenza dell’agenzia indipendente ITIA. Termina qua una brutta storia, pesantissima per un ragazzo irreprensibile e corretto come Jannik e davvero sfortunata, che è gli costata molto in termini di stress e anche popolarità (soprattutto sul web). Per fortuna il campo a US Open ha parlato forte e chiaro: Jannik si è confermato miglior giocatore del mondo, e il sostegno del pubblico di New York è stata un’altra importantissima vittoria.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Caso Sinner vs Halep: Mouratoglou solleva dubbi sulla gestione delle sospensioni nel tennis

    Patrick Mouratoglou nella foto

    In un recente post su LinkedIn, Patrick Mouratoglou, rinomato coach di tennis, ha sollevato importanti questioni riguardo la gestione dei casi di sospensione nel tennis professionistico. Pur riconoscendo che il caso di Jannik Sinner è stato gestito adeguatamente, Mouratoglou ha evidenziato una marcata disparità di trattamento rispetto alla vicenda che ha coinvolto Simona Halep, atleta da lui allenata al momento del controverso test antidoping nel settembre 2022.
    Il tecnico francese ha puntato il dito contro la comunicazione dell’ITIA (Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis), criticando l’uso improprio del termine “tribunale” in riferimento all’organo che ha revocato la sospensione di Sinner. “Non si tratta affatto di un tribunale,” ha precisato Mouratoglou. “Tecnicamente, è solo un’azienda privata ingaggiata dall’ITIA.”Mouratoglou ha quindi sottolineato la differenza fondamentale con il caso Halep: “Il vero tribunale è il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport), quello a cui si è rivolta Simona Halep. È stato il TAS, dopo un’indagine approfondita e un vero confronto, a stabilire la sua innocenza.”
    Il coach ha poi delineato il tortuoso percorso affrontato dalla Halep: “Simona è stata sospesa provvisoriamente, le è stato negato il diritto di appello per mesi, poi è stata nuovamente sospesa, e solo alla fine ha potuto presentarsi davanti al TAS per essere dichiarata innocente. Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi del pubblico fin dall’inizio.”
    Il dibattito sull’uniformità di trattamento degli atleti in situazioni simili sembra destinato a continuare, con potenziali ripercussioni sulla credibilità del sistema antidoping nel tennis professionistico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Caso Sinner, Garattini sul Clostebol: ‘Con la pomata nessuna intenzione di doping’. L’esperto smonta l’accusa”

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Il caso Jannik Sinner ha portato alla ribalta il Clostebol, uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, noto per aumentare la massa muscolare e migliorare le prestazioni fisiche. Ma perché questa sostanza, usata massicciamente dagli atleti della Germania dell’Est negli anni ’70 e ’80, è tornata al centro dell’attenzione nel tennis italiano?
    La positività di Sinner, successivamente scagionato, sarebbe dovuta a una contaminazione involontaria per via cutanea, causata dall’uso di una pomata da parte del suo fisioterapista, Giacomo Naldi. Ma il vero nodo della questione è un’anomalia tutta italiana.L’Italia è l’unico paese in Europa, se non al mondo, dove è ancora possibile risultare positivi involontariamente a questa sostanza. Il motivo? Il Clostebol è contenuto in una pomata e uno spray venduti liberamente nelle farmacie italiane con il nome di Trofodermin. Incredibilmente, questi prodotti possono essere acquistati senza ricetta medica, nonostante riportino visibilmente la scritta “doping”.
    Questa situazione espone gli atleti italiani a rischi enormi. Il principio attivo è altamente trasmissibile, rendendo possibili contaminazioni accidentali come nel caso Sinner. Una peculiarità che solleva serie domande sulla regolamentazione delle sostanze dopanti nel nostro paese.Il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri, ha commentato al Fatto Quotidiano: “Se sotto accusa c’è una pomata è più che evidente che l’intenzione dopante non c’è. Per il doping servono dosi e preparazioni diverse.”
    La vicenda Sinner potrebbe essere il catalizzatore per un cambiamento necessario. Solo così potremo garantire che il prossimo grande talento del tennis italiano non si trovi invischiato in un caso di doping “involontario” per aver semplicemente usato una crema venduta in farmacia.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La crociata di Nick Kyrgios contro Jannik Sinner

    Nick Kyrgios nella foto – Foto GETTY IMAGES

    Nick Kyrgios ha scatenato una nuova ondata di polemiche nel mondo del tennis, prendendo nuovamente di mira Jannik Sinner e chi lo difende nel recente caso di doping. L’australiano, noto per le sue dichiarazioni controverse, ha alzato ulteriormente il tono del dibattito con accuse gravi e non supportate da prove concrete.
    La controversia è esplosa quando Andy Roddick, ex numero uno del mondo, ha difeso Sinner, affermando che non c’era alcuna possibilità che il suo titolo agli Australian Open 2024 fosse stato ottenuto sotto l’effetto di sostanze dopanti. Kyrgios ha reagito immediatamente, definendo le parole di Roddick “ridicole” e sostenendo che alcune sostanze possono scomparire dall’organismo in poche ore.
    Questa affermazione di Kyrgios, fatta senza fornire prove o basi scientifiche, solleva questioni etiche sul modo in cui vengono discussi pubblicamente casi così delicati. L’australiano sembra aver intrapreso una crociata personale contro Sinner, ignorando le decisioni ufficiali e le spiegazioni fornite dalle autorità competenti.Il caso Sinner, che si è concluso con l’assoluzione del giocatore italiano da ogni accusa di doping intenzionale, continua così a far discutere. Le parole di Kyrgios rischiano di alimentare ulteriormente speculazioni e dubbi, in un momento in cui il tennis mondiale cerca di gestire la situazione con trasparenza e rigore.
    La comunità tennistica si trova ora divisa tra chi, come Roddick, sostiene l’innocenza di Sinner basandosi sulle prove e sulle decisioni ufficiali, e chi, come Kyrgios, continua a sollevare dubbi e accuse.Questa situazione mette in luce la necessità di un approccio più responsabile nel discutere di temi sensibili come il doping, soprattutto da parte di figure pubbliche influenti nel mondo del tennis.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Wilander: “Sinner è uno dei tennisti più leali che abbia mai visto. È ingiusto che si venga trovati positivi e quindi scagionati perché non si è fatto niente”

    Mats Wilander

    Mats Wilander difende Jannik Sinner e punta il dito contro il sistema dei controlli anti doping, che a suo dire è “bravissimo nel rintracciare un miliardesimo di grammo, ossia niente” ma poi non altrettanto nel gestire la cosa, accusando prima e scagionando poi giocatori. Ne ha parlato a Eurosport, network per il quale il sette volte campione Slam è stimato analista.
    “Sono molto felice che Jannik Sinner giochi nel Tour. È un bravo ragazzo. uno dei più corretti che ho visto in vita mia” afferma Wilander. “La rivalità tra lui e Carlos Alcaraz è già epica. E sono convinto al 100% che le cose siano andate così, un completo incidente di Jannik e della sua squadra”.
    Wilander si concentra sul processo e sul motivo per cui in molte occasioni queste sostanze raggiungono accidentalmente i tennisti e finiscono per essere sospesi: “Ma ogni volta che c’è una sostanza proibita in qualche cassetta di pronto soccorso dei medici o dei fisioterapisti, mi chiedo: cosa stanno facendo? Perché è così difficile scoprirlo? Ed è qui che viene commesso l’errore. Quindi la responsabilità è del medico, del fisioterapista e di chiunque sia coinvolto con Jannik, all’interno e all’esterno del campo. Il processo è ciò che sta rovinando questi giocatori. Il processo è ovviamente terribile, perché se riesci a fare un test e ottenere un risultato così piccolo, voglio dire, un miliardesimo di grammo, non c’è letteralmente nulla. Ma se riesci a essere così bravo nei test, sicuramente devi essere altrettanto bravo quando si tratta del processo, perché non solo distruggeresti la carriera di un giocatore, ma potresti distruggere il suo paese in termini di educazione dei tennisti. E l’Italia sta andando alla grande. Ecco perché siamo fortunati che Jannik sia stato in grado di continuare a giocare”.
    “Il tennis professionistico non è così buono in termini di organizzazioni antidoping. Devono fare le cose per bene. Ed è ingiusto. E ovviamente, non ha nulla a che fare con Jannik, ma è ingiusto nei confronti di tutti gli altri giocatori che sono stati beccati e poi sono stati scagionati. È capitato molte volte un risultato di un test positivo, senza che il giocatore abbia fatto nulla, e questo è stato dimostrato in così tanti casi”.

    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    L’Equipe intervista Pouille (uno dei primi a scagliarsi contro Sinner), ma i commenti dei lettori sono più favorevoli all’azzurro

    Lucas Pouille

    Si poteva umanamente pensare che la reazione dei colleghi al caso Sinner fosse quella di una certa solidarietà vista l’evidente buonafede del numero uno del mondo e la casualità della contaminazione da Prostebol. Invece si sono scatenate una serie di reazioni di rabbia forse dettate più dalla dinamica della procedura che da un vero sentimento di odio verso Jannik. Tra i primi i che hanno reagito a caldo il tennista transalpino Lucas Pouille che dopo delle dichiarazioni pesanti ha precisato meglio, come riporta L’Equipe, il suo pensiero.
    La reazione dell’ex numero 10 del mondo era stata immediata. Qualche istante dopo la rivelazione dell’affare Sinner, Lucas aveva dichiarato e pubblicato su X: “Forse è meglio che la smettano di prenderci per degli idioti, giusto?” riferendosi all’ITIA che secondo lui usa due pesi e due misure a seconda dell’importanza del giocatore indagato.
    Come riportato da L’Equipe, intervistato dopo aver riportato una difficile vittoria (7-6 al terzo dopo aver annullato un match point) contro il suo compatriota Harold Mayot nelle quali degli US Open, Pouille ha precisato meglio le sue dichiarazioni.
    “Non sono arrabbiato. Non sto dicendo che Sinner abbia preso qualcosa. Del resto sono sempre stato un suo estimatore e già l’anno scorso lo vedevo come uno dei favoriti per gli US Open. Adoro il giocatore. Ma penso che le regole dovrebbero essere uguali per tutti. Ecco, penso che non sia così.”“Trovo che ci sia una mancanza di trasparenza a livello delle autorità, sì. Ma è sempre stato così, purtroppo.Se vieni controllato 25 volte all’anno, possono verificarsi errori, ad esempio quando indichi un indirizzo. E se commettiamo tre errori, siamo condannati. Questo è quello che è successo a Mikael Ymer che è stato sospeso per due anni anche se non è mai risultato positivo. Per me non veniamo giudicati allo stesso modo in base a chi siamo. Trovo che ci sia una mancanza di trasparenza a livello delle autorità, sì. Ma è sempre stato così, purtroppo”
    Senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni, la cosa più interessante sono i commenti dei lettori dell’Equipe alle parole del francese. Sorprendentemente riflettendo il metodo cartesiano (applicato nelle scuole francesi dalla più tenera età) i commenti in generale sono favorevoli al tennista italiano ed alla decisione presa dall’ITIA. Ne riportiamo qualcuno ovviamente tradotto:
    juventusfc94 Ma smettiamola con Ymer e soprattutto smettiamola con le no show…3 volte non è più una svista e nel caso di Ymer non possiamo sapere se aveva qualcosa da rimproverarsi mentre si fermava. Quanto a Sinner, ascolta ancora un po’, sono sempre meno quello che non lo credono. La situazione è stata spiegata da tutti, anche dai medici. In ogni caso questo non ha influito sulla sua prestazione. L’unica spiegazione incerta che vedo qui è quella di Pouille
    jullyeg Appare chiaro che la quantità di prodotto rilevata è infinitesimale, non comporta alcun effetto doping e che la spiegazione data da Sinner è quindi credibile. Perché Sinner dovrebbe essere vittima di un’ingiustizia? Ci tengo a precisare che non sono un tifoso del giocatore (preferisco Alcaraz), anche se sono felicissimo della bella lotta per il vertice tra i due fuoriclasse.
    canapix Penso che molti non abbiano capito bene la reazione di Pouille così come quelle dell’altro giocatore francese e del tunisino. Non sono contrari all’assenza di sanzioni ma contro l’assenza di sospensione cautelare, metodo che ovviamente è stato sistematicamente utilizzato nel corso delle indagini fino ad ora per giocatori meno bancabili di Sinner.
    jullyeg In sostanza il ragionamento è questo: poiché l’applicazione del regolamento è assurda e ingiusta per alcuni, deve essere assurda e ingiusta per tutti. Mi sembra che questo non sia il modo migliore di pensare. Dovremmo piuttosto cogliere l’occasione per mettere in discussione l’ingiustizia che forse colpisce giocatori poco conosciuti. E, soprattutto, mi sembra che esista il diritto di sbagliare nei casi citati (sanzione dopo 3 volte).
    One starter Two dessert La cosa interessante è che il campo di Sinner sembra essere completamente sorpreso, persino sopraffatto, dalla portata delle reazioni a queste rivelazioni. Al momento non so come interpretarlo….
    Manet-Morisot Questa vicenda ha assunto proporzioni tali che per Sinner la colpa sarebbe meno grave dell’innocenza. Il danno è fatto. Calunnia, calunnia, ci sarà sempre qualcosa rimasto…
    Stilicho I medici hanno spiegato perché non si tratta di doping. Qui sono stati ignorati. Al contrario, abbiamo selezionato giocatori che hanno commentato, nella migliore delle ipotesi senza saperlo. Ma la plebe chiede sangue… bravi, continuiamo così, non lasciamoci distrarre dalla verità.xiongmao100 Il doping è davvero importante nel tennis dove tecnica e mentalità contano gran parte del risultato? Avremmo potuto caricare Monfils come un mulo, non sarebbe cambiato nulla. Perché è mentalmente che non è riuscito a progredire. Non è paragonabile al sollevamento pesi o al ciclismo, sport di forza bruta.
    google-chri_4099 E francamente Mikael Ymer, l’amico tunisino che ha reagito o Pouille… è davvero importante quanto Sinner? E poi penso che se Sinner dovesse fare 3 no show, prenderà la stessa cifra di Ymer.
    Mathj0kz Ovviamente nessuno viene giudicato allo stesso modo, esiste una certa gerarchia e questo è tanto meglio. Il tennis è uno sport a ranking individuale, Sinner è il migliore e tutti perderebbero se gli imponessero una sanzione una volta scagionato. L’uguaglianza ha i suoi limiti, i giocatori tra i primi 10 ATP e i primi 10 per numero di abbonati devono trasmettere l’immagine più bella possibile del tennis qualunque cosa accada. La critica è facile quando hai la carriera alle spalle.
    xerox Stia tranquillo, signor Pouille, qui laviamo anche più bianco. basta guardare alcuni dei nostri rappresentanti ai giochi.
    Enrico Milani LEGGI TUTTO