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    Caso Peng: l’ONG Human Rights Watch chiede alla WTA di non tornare in Cina

    Shuai Peng

    Mentre l’ITF ha annunciato nel 2023 il ritorno dei tornei in Cina, la WTA è ancora ferma sulla propria posizione di chiusura finché non verrà chiarito definitivamente il “Caso Peng”. Della ex tennista cinese infatti non sono arrivate altre notizie, mentre il CEO del tour femminile Steve Simon ha chiesto più volte a gran voce di poter parlare liberamente e magari incontrare la tennista cinese per assicurarsi del suo stato di salute e libertà. Visto che questo è negato, Simon continua restare sul “no” al ritorno della ricca – ed economicamente fondamentale – leg cinese nel calendario WTA.
    Il recente ingresso di un fondo di investimento come partner del tour rosa potrebbe rappresentare quell’iniezione di denaro e risorse che agevolerebbe la decisione definitiva di abbandonare i tornei in Cina, ma ancora la situazione n0n è definita. WTA ha annunciato che nelle prossime settimane la questione verrà chiarita una volta per tutte, poiché restare a tempo indefinito nell’incertezza è un danno per tutti.
    Nel frattempo nella questione è intervenuta l’ONG “Human Rights Watch”, che per voce di un suo rappresentante incoraggia la WTA a non riprendere i tornei in Cina fino a quando il caso Peng Shuai non sarà risolto.
    “Spero davvero che la WTA possa attenersi a ciò che ha detto”, ha detto all’agenzia di stampa Reuters Yaqiu Wang di Human Rights Watch. “Capisco che questa scelta metta in discussione un sacco di soldi, ma i diritti umani sono più importanti. Ho molta stima per la WTA, perché so che stanno perdendo molti soldi e opportunità commerciali, ma devo dire che hanno ricevuto molti elogi per aver difeso i valori in cui credono” conclude Yaqiu Wang. LEGGI TUTTO

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    Dalla Cina parlano di un ritorno delle WTA Finals a Shenzhen nel 2023

    Le ultime WTA Finals disputate in Cina nel 2019

    Dopo tre anni di assenza, le WTA Finals 2023 potrebbero svolgersi di nuovo a Shenzhen. Lo riporta un (lungo) articolo del media cinese sznews.com nel quale l’ufficio per la cultura, la radio, la televisione, il turismo e lo sport di Shenzhen, in una conferenza stampa, ha dettagliato l’elenco di varie manifestazioni sportive che, dopo lo stop per le strettissime norme anti-covid, torneranno a disputarsi quest’anno. Si va dall’attesissimo WCBA All-Star Weekend (basket femminile) alla maratona, fino alla massima kermesse del tour WTA in autunno.
    Cosi si legge nell’articolo: “Nel gennaio 2018, l’International Women’s Professional Tennis Federation ha annunciato che le finali di fine anno WTA si sarebbero tenute a Shenzhen dal 2019, con un accordo di 10 anni (2019-2028). Tuttavia, i tre eventi di fine stagione nel 2020, 2021 e 2022 non si sono potute tenere a Shenzhen a causa di molteplici fattori. Nel 2023 l’evento tornerà a Shenzhen”.
    La notizia proviene dalla Cina ed è autorevole, essendo una fonte statale. A questo punto è necessario attendere una conferma, o smentita, da parte della WTA che aveva fatto intendere che il suo “no” al ritorno dei tornei nel grande paese asiatico sarebbe stato confermato a meno di un chiarimento definitivo e soddisfacente sulla posizione e libertà di Shuai Peng. Così aveva dichiarato il CEO WTA Steve Simon lo scorso novembre: “Tornare in Cina? Abbiamo preso una decisione e non abbiamo intenzione di rimettere in discussione i nostri principi. Sapevamo a cosa ci stavamo esponendo, ma in questo momento non sappiamo praticamente niente di nuovo su Shuai Peng. Dobbiamo trovare presto una soluzione, non abbiamo potuto parlare con lei liberamente e sappiamo solo che è a Pechino in buona salute”. 
    Oltre a questa ferma dichiarazione, Simon aveva lasciato intendere che sono state avviate serie riflessioni sullo spostare in modo definitivo gli eventi in Cina altrove: “Continuare a prendere decisioni anno dopo anno sui tornei in Cina non è sostenibile. Se non sarà possibile tornare in Cina a breve termine, prenderemo una decisione finale e programmeremo i nostri impegni per diversi anni altrove”. Parole queste che non lasciavano alcuno spazio per il ritorno in Cina dei molti eventi WTA, a meno di una totale apertura e chiarezza sulle sorti e libertà di Peng.
    È una situazione alquanto delicata, per i diritti umani e la libertà individuale in Cina, ma anche dal punto di vista economico perché la “leg” cinese sul tour WTA aveva un peso enorme a livello economico e le Finals sono l’evento più prestigioso per il tour rosa (Slam a parte). Le ultime WTA Finals disputate a Fort Worth negli USA sono state un vero fiasco a livello di presenza di pubblico, difficilmente quella sede verrà riproposta. Il calendario WTA 2023 al momento si ferma all’Open delle Puglie a settembre. Tutto quindi è ancora in discussione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Simon (WTA): “Tornare in Cina? Al momento non c’è chiarezza e restiamo fedeli ai nostri principi”

    Steve Simon, CEO WTA

    In un’intervista al New York Times, il CEO della WTA Steve Simon ha parlato di vari temi riguardo il tour femminile, dagli investimenti mancanti al sempre scottante “caso Cina”, deflagrato lo scorso anno dopo la denuncia di molestie subite da Shuai Peng, poi scomparsa nel nulla e quindi riapparsa ma in evidente condizione di non libertà. La “leg” cinese del tour WTA era fino alla pandemia la più ricca e importante dal punto di vista commerciale, per i vari tornei e le Finals. Averla persa è stata un durissimo colpo, ma Simon resta fermo sui propri principi: solo con chiarezza i tornei nel paese asiatico torneranno. Inoltre è necessaria una programmazione pluriennale, anche a costo di scelte dolorose. Ecco alcuni estratti della sua intervista.
    “Tornare in Cina? Abbiamo preso una decisione ferma e non abbiamo intenzione di compromettere i nostri principi. Sapevamo a cosa ci stavamo esponendo, ma in questo momento non sappiamo molto di più su Shuai Peng. Dobbiamo trovare presto una soluzione, noi non abbiamo potuto parlare con lei e sappiamo solo chi è a Pechino e in buona salute”.
    “Non è sostenibile continuare a prendere decisioni anno dopo anno. Se vediamo che non potremo tornare in Cina a breve termine, prenderemo le decisioni finali e programmeremo i nostri impegni per diversi anni”.
    Relativamente ai prize money dei tornei femminili, generalmente calati negli ultimi due anni e quindi assai inferiori a quelli del tour ATP, Simon si è lamentato dei molti proclami e dei pochissimi risultati ottenuti dai potenziali investitori: “Ci sono molte persone che parlano di sostegno alle donne e della necessità di investire, ma quando si tratta di fare un passo avanti, non lo fanno”. LEGGI TUTTO

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    Steve Simon non cede, niente tornei WTA in Cina senza una soluzione al “caso Peng”

    Shuai Peng

    Da tempo l’onda mediatica sul caso Peng si un po’ spenta. Non per la WTA, che a detta del suo CEO Steve Simon non ha alcuna intenzione di reintrodurre tornei in Cina finché non sarà chiarita definitivamente la posizione della ex giocatrice cinese. È una decisione assai rilevante, visto che a livello meramente economico la tournée cinese era in assoluto la più remunerativa per l’intera stagione femminile.
    La WTA continua a chiedere un contatto libero e diretto con Shuai Peng, senza riuscirci. Da qua l’intenzione di mantenere il boicottaggio dei propri eventi nel paese asiatico.
    “La WTA continua a lavorare ad una soluzione in Cina, ma non comprometteremo i nostri principi per farlo”, ha affermato Simon in un’intervista riportata dal Daily Mail. “Shuai Peng ha preso una decisione molto coraggiosa di parlare pubblicamente degli abusi sessuali che ha subito per mano di un leader del governo cinese. Come avremmo fatto con qualsiasi nostro giocatore, chiediamo alle autorità un’indagine sulle sue accuse e per incontrarci con Peng, in privato”.
    La WTA sta lavorando per riportare alcuni dei propri eventi in Cina dal 2023, ma a condizione che possa parlare liberamente con la giocatrice, magari anche fuori dalla stessa Cina. Purtroppo di Shuai se ne sono perse completamente le tracce. In una dichiarazione riportata alcuni mesi fa, la ragazza aveva chiesto privacy, ma la condotta dell’intervista lasciò enormi dubbi sul fatto che fosse stata rilasciata senza costrizioni. LEGGI TUTTO

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    Molti giocatori criticano la debole presa di posizione dell’ATP sul caso Peng

    Peng nella telefonata al CIO

    “Debole”. “Inadeguato”. “Troppo poco”. Queste alcune delle reazioni di giocatori ed ex campioni al comunicato dell’ATP firmato dal Presidente Andrea Gaudenzi al merito alla delicata questione di Shuai Peng. Il mondo della racchetta si è stretto intorno alla forte giocatrice cinese, che dopo la sua esternazione contro uno dei personaggi politici più illustri del suo paese è prima scomparsa nel nulla, e poi riapparsa ma sotto un’evidente stato di coercizione. Mentre il boss della WTA ha preso la situazione di petto, cancellando ogni evento del tour femminile in Cina (con una perdita economica notevolissima), l’ATP sta tenendo una posizione molto più fumosa. Per questo tantissimi giocatori hanno tuonato contro Gaudenzi ed il suo comunicato, ritenuto debole e senza coraggio. Riportiamo una serie di Tweet di giocatori, per mostrare il loro disappunto sulla situazione. Tra i più duri, Andy Roddick che afferma “Ecco come dire un sacco di parole senza dire niente”.

    How to say a lot of words and say nothing https://t.co/EKXMTYgvZP
    — andyroddick (@andyroddick) December 2, 2021

    Are we to understand that the @ATP would have made the same statement had the player been a male? An atp tour pro?!? Somehow I think not.#embarassing https://t.co/eokSqwXQbu
    — Martina Navratilova (@Martina) December 2, 2021

    Im Sure The Statement 2day Would Have Been A Lot Different If #Kermode Was Still Around… #JusThinkinOutLoud
    — Dustin Brown (@DreddyTennis) December 2, 2021

    Forte il sarcasmo di Opelka, uno che non le manda mai a dire…

    POWERFUL https://t.co/bgWbYcG3ji
    — Reilly Opelka (@ReillyOpelka) December 2, 2021

    It’s important to understand that we as the players are completely handcuffed in our ability to act as a collective, and our leadership from the @atptour is complete dumpster https://t.co/TpX7cUwUNM
    — Tennys Sandgren (@TennysSandgren) December 2, 2021

    Anche il Capitano di Davis USA Mardy Fish si unisce al coro dello sdegno

    That’s a statement? https://t.co/mUwiQ1l1FV
    — Mardy Fish (@MardyFish) December 2, 2021

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Medvedev fuori dal coro sul caso Peng: “Giochiamo anche in altri paesi con problemi politici e sociali”

    Daniil Medvedev

    Dopo esser stato critico con se stesso nella sua prestazione in Davis (“9 doppi falli sono troppi per una partita come questa, devo assolutamente alzare il mio livello”), Daniil Medvedev è tornato sul caso Peng e sulla forte decisione della WTA di non disputare tornei in Cina finché non sarà accertato che la tennista cinese sta bene ed è libera di parlare e muoversi. Il punto di vista del campione 2021 di US Open è diverso da quello esternato dalla maggior parte dei suoi colleghi. Ecco il passaggio della conferenza stampa in cui parla della faccenda.
    “Quello che tutti vogliamo sapere  è che lei sia al sicuro, cosa che non sappiamo ancora al 100%. Quello che ha fatto la WTA (rifiutando disputare tornei in Cina) è molto forte perché dietro ci sono molti interessi economici. Sento che ci possono essere opinioni diverse su cosa fare, non ho intenzione di criticare l’ATP per quello che fa o non fa, tutto può essere visto da diversi punti di vista. È evidente che quel che ha fatto Steve Simon è molto audace perché dietro ci sono molti interessi”.
    Chiedono a Medvedev se andrebbe a giocare serenamente in Cina nelle attuali circostanze. “Il punto è che i prossimi tornei in Cina sono tra quasi un anno, quindi suppongo che tutto si evolverà nel tempo e conosceremo a fondo cosa sta succedendo con Shuai. Suppongo che questo brutto problema verrà risolto Ovviamente se dovessi giocare lì la prossima settimana sarebbe scomodo, ma bisogna vedere come evolve tutto. Non ci dobbiamo dimenticare che giochiamo in tanti paesi che hanno problemi politici e sociali, non solo la Cina, ma ci giochiamo tornei. Questo è giusto sottolinearlo”.
    Un punto di vista particolare, detto da un tennista altrettanto particolare, che non ha mai paura di affermare pensieri anche scomodi o contro corrente. Affermazioni che fanno riflettere e di sicuro faranno discutere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO