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    Australian Open 2023: nuova “doccia fredda” per Djokovic? Karen Andrews contraria a concedere un visto al serbo

    Novak in Australia nel gennaio 2022

    L’accesso di Novak Djokovic ai prossimi Australian Open 2023 è tutt’altro che scontato. Ad affermarlo il ministro ombra degli affari interni australiano Karen Andrews (ex ministro fino allo scorso maggio), che in un’intervista rilasciata ad ABC Radio (Melbourne) si è detta fermamente contraria all’annullamento della sentenza che ha stabilito il divieto a concedere un visto per il campione serbo.
    Attualmente è in vigore la sentenza che vieta l’accesso in Australia a Djokovic per tre anni, come stabilisce la legge per chi ha cercato di entrare nel paese mettendo piede nel Paese senza averne i requisiti. Su questo tema si dice irremovibile Karen Andrews: “Non credo che ci sia alcun motivo per cui debba essere ribaltata la decisione semplicemente perché qualcuno ha molti soldi”, ha detto Andrews, aggiungendo “Il governo dovrebbe chiaramente guardare a tutte le altre persone che hanno subito la cancellazione del visto e vedere se dovrebbero essere ammessi o meno anche loro nel paese. Non può esistere una regola per Novak Djokovic e una regola diversa per tutti gli altri che non valgono milioni”.
    Ad oggi Djokovic resta fermo sulla propria posizione contraria alla vaccinazione.  Con l’abolizione dei requisiti di vaccinazione per i viaggiatori internazionali da parte dell’Australia, molti credevano che il nuovo status quo avrebbe aperto la strada a Novak per tornare “down under”. Inoltre c’è stato anche un cambio di governo da quando, lo scorso gennaio, fu presa decisione. Andrews non è più a capo di un ministero, ma oltre che parlamentare resta una persona molto influente nel Paese, e la sua posizione sul tema è secca: “Se il dipartimento di immigrazione ora sceglie di concedere un’indennità speciale a Novak Djokovic, la domanda ovvia è cosa faranno tutti gli altri che si sono trovati in circostanze simili. Ribaltare la decisione sarebbe uno schiaffo in faccia per quelle persone in Australia che hanno fatto la cosa giusta [si sono vaccinate] … se all’improvviso Novak Djokovic fosse autorizzato a tornare nel paese, semplicemente perché è un campione nel tennis con molti milioni di dollari in banca”.
    Craig Tiley pochi giorni fa si era detto molto fiducioso sul poter avere al via del torneo 2023 “tutti i migliori giocatori al mondo”, includendo quindi anche il campionissimo serbo. Forse un nuovo “lungo” avvicinamento agli Australian Open è appena iniziato… LEGGI TUTTO

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    Fritz: “Il coaching? È una regola stupida. Il tennis è uno sport individuale o no? Djokovic? USA non sono un modello nelle regole anti-covid”

    Taylor Fritz

    Taylor Fritz bello “frizzante” nella press conference post partita a Cincinnati. Interrogato dalla stampa su vari temi, non si è tirato indietro, scagliandosi contro la sperimentazione del coaching e pure sulla questione Djokovic-US Open. Ecco le sue risposte, che di sicuro non passeranno inosservate.
    “Il coaching? È una regola stupida. Perché? Perché il tennis è uno sport individuale. Perché vogliono trasformarlo in qualcos’altro? Una parte enorme del tennis è nella testa, la testa è ancor più importante della parte fisica. Una cosa fondamentale del tennis è che sei in campo e devi cavartela da solo. Devi essere tu a decidere cosa fare in campo per il tuo gioco. È ridicolo che tu possa essere mentalmente da un’altra parte con un altro al posto tuo, non va bene nemmeno pensando a quando ti alleni e devi allenare il gioco per poterlo anche adattare a quel che succede in campo in partita, riuscendo a capire ed applicare una strategia. Così puoi avere qualcuno che lo fa per te. Lo detesto”.
    Il suo pensiero sul caso Djokovic e il non poter accedere negli USA da non vaccinato: “È dura, è una brutta situazione. È dura pensare che si possano fare delle eccezioni alle regole alcune persone. Però non posso non sottolineare che il nostro paese non è esattamente il paese più sicuro in materie di normative anti Covid… sapete come sono andate le cose qua, è sotto gli occhi di tutti. Quindi alla fine qual è il male di lasciare che il miglior giocatore del mondo venga a giocare? È una brutta situazione da qualsiasi delle due parti tu la veda. Di sicuro (sorride) se Djokovic non gioca è meglio per gli altri giocatori…” LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “I fatti dell’Australia hanno creato un’immagine orribile di me, sono stato umiliato a livello mondiale”

    Novak Djokovic durante l’intervista alla BBC

    Djokovic torna a parlare. Lo fa attraverso una intervista al media serbo SportKlub, in cui torna sulla dolorosa pagina vissuta a Melbourne. Una ferita ancora aperta…
    “Non potrò mai cancellare dalla mia mente tutto quello che è successo, ci sono state tante cose che hanno avuto un grande impatto su di me e non riesco a dimenticarle, non avevo mai vissuto niente del genere. Tutto quello che posso fare è accettare quello che è successo e andare avanti. Non mi vedrete mai scappare dalle mie responsabilità o nascondermi. Sono aperto a rispondere a qualsiasi domanda, come dimostra l’intervista alla BBC in cui ho spiegato tutto. È un media che non si era comportato bene soprattutto con me, per questo ho voluto che fossero proprio loro a intervistarmi. Abbiamo parlato per un’ora e mezza e loro hanno pubblicato solo mezz’ora, ma ho mostrato che non ho niente da nascondere perché volevo che chi mi ha criticato di più mi facesse delle domande e avessi modo di rispondere apertamente”.
    Novak non si tira indietro, anzi, rilancia: “Molti pensano che io abbia cercato di politicizzare la questione e di entrare nel Paese per attirare l’attenzione, per ragioni politiche. Niente è più lontano dalla realtà. Per me lo sport è sempre stato al di sopra della politica. Sono andato in Australia perché sono un atleta e volevo gareggiare; se non ho parlato prima che fosse passato del tempo, era per rispetto dei miei colleghi. Si è creata un’immagine molto brutta di me e sono stato umiliato in tutto il mondo. Per questo ritengo fondamentale avere la possibilità di spiegare e rispondere a tutto ciò che mi viene chiesto. Ho ripetuto come un pappagallo ai giornalisti della BBC che c’erano altre persone con la mia stessa esenzione e che potevano entrare e giocare un torneo. Perché li hanno inseguiti solo dopo il mio arrivo?”.
    Nonostante le difficoltà che sarà costretto ad affrontare per il non volersi vaccinare, al momento Djokovic non pensa ad alcun passo indietro sulla questione: “So che molte persone continueranno a criticarmi perché ho atteggiamenti incomprensibili nei loro confronti, ma l’unica cosa che chiedo è il rispetto, anche se non mi capiscono, come io faccio con tutti. Non vaccinarmi è una mia decisione, sono consapevole delle conseguenze e so che non dipende a me il poter andare a Indian Wells o Wimbledon, ma non credo di mettere in pericolo nessuno, voglio solo che sia rispettata la mia libertà di decidere per me stesso e la mia prossima carriera”.
    Parole forti, chiare, in cui ribadisce la ferma convinzione nei propri principi, nonostante il rischio di poter giocare bene poco da qua in avanti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Vezzali: “Djokovic potrà giocare a Roma se vorrà”

    Novak Djokovic ha vinto 5 volte gli IBI

    Djokovic potrà giocare gli Internazionali BNL d’Italia 2022 anche se non fosse vaccinato. L’ha affermato la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali nel corso di un evento, la presentazione del libro ‘La bambina più forte del mondo’ scritto dal vice presidente vicario del Coni Silvia Salis.
    Alla domanda “scottante” sul tema sport & vaccini, in particolare sul n.1 del mondo del tennis che si è detto pochi giorni fa indisponibile alla vaccinazione anti-covid, così si è espressa l’ex campionessa di scherma: “Se Djokovic vuole venire a giocare gli internazionali di Roma può farlo. Per quanto riguarda il tennis, è uno sport all’aperto e da noi non è previsto il green pass rafforzato. Quindi, se Djokovic vorrà venire a giocare in Italia, potrà farlo. Magari non utilizzando alberghi e ristoranti, ma avrà la possibilità di giocare gli Internazionali di Roma”.
    Ricordiamo che l’attuale n.1 del mondo ha vinto l’edizione 2020 degli IBI, quella disputata straordinariamente a settembre per via della pandemia, oltre alle annate 2008, 2011, 2014, 2015, e perse la finale dell’anno scorso dall’acerrimo rivale Rafael Nadal.
    Quest’anno il torneo dovrebbe dal 2 al 15 maggio.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nota compagnia aerea ironizza su posizione antivaccino di Djokovic

    Il tweet di stamattina che lanciava la intervista di Novak

    Ironia? Abile mossa pubblicitaria? Probabilmente entrambe… È curioso che una notissima compagnia aerea low cost, famosa anche per i propri arguti commenti social e campagne promozionali aggressive, abbia deciso oggi di occuparsi di tennis.
    In un tweet a dir poco sorprendente, il vettore ironizza sull’intervista rilasciata alla BBC da Novak Djokovic, della quale abbiamo riportato stamattina. Un tweet che, sicuramente, non passerà inosservato.

    We’re not an airline but we do fly planes #Djokovic pic.twitter.com/ynYkvQu10z
    — Ryanair (@Ryanair) February 15, 2022 LEGGI TUTTO

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    Djokovic alla BBC: “Piuttosto che vaccinarmi, perderò altri trofei”

    Novak nella intervista alla BBC

    Novak Djokovic ha rotto il silenzio. Dopo l’incredibile vicenda che l’ha visto protagonista in Australia, il serbo è tornato a parlare in esclusiva ai microfoni della BBC, affermando di non essere un paladino dei “no-vax”, ma di sentirsi fermamente convinto della libertà di scelta in tema di salute. Ha tuttavia confermato di non essersi vaccinato e non volerlo al momento. Un’affermazione che smentisce le voci circolate le scorse settimane.
    “Non sono mai stato contrario alle vaccinazioni”, ha detto Novak alla BBC, confermando di aver fatto i vaccini da bambino, “ma ho sempre sostenuto la libertà di scegliere cosa mettere nel proprio corpo”.
    Parlando al collega britannico Amol Rajan, ha affermato di sperare che molti eventi possano consentire di giocare anche da non vaccinato, in modo da “poter prolungare la mia carriera per altri anni. Roland Garros e Wimbledon saranno solo per vaccinati? Li sacrificherei sì, questo è il prezzo che sono disposto a pagare. Perché? I principi del processo decisionale sul mio corpo sono più importanti di qualsiasi titolo o altro. Sto cercando di essere in sintonia con il mio corpo il più possibile”.
    “Sono sempre stato un grande studioso di benessere, salute, nutrizione, la mia decisione è stata influenzata dall’impatto positivo che fattori come il cambiamento della dieta e degli schemi del sonno hanno avuto sulle capacità come atleta”.
    Ha anche affermato di “tenere la mente aperta sulla possibilità di essere vaccinato in futuro, perché stiamo tutti cercando di trovare collettivamente la migliore soluzione possibile per porre fine al Covid. Non sono mai stato contrario alla vaccinazione. Capisco che a livello globale, tutti stanno cercando di fare un grande sforzo per gestire questo virus e vedere, si spera, una fine presto a questo virus”.
    Quindi è tornato allo scorso gennaio, alla vicenda che l’ha visto protagonista in Australia. La sua posizione resta ferma: “Capisco che ci siano molte critiche e capisco che le persone escono con teorie diverse su quanto sia stato fortunato o quanto sia conveniente… Ma nessuno è fortunato quando contrae il Covid e nemmeno è conveniente a contrarlo. Milioni di persone hanno e stanno ancora lottando con il Covid in tutto il mondo. Quindi lo prendo molto sul serio, non mi piace davvero che qualcuno pensi di aver abusato di qualcosa o nel mio proprio favore, al fine di ottenere un test PCR positivo e alla fine andare in Australia”.
    Alla domanda se fosse a conoscenza di qualsiasi tentativo di manomettere uno dei test che aveva fatto per Covid, ha risposto in modo categorico con un semplice “no”.
    Ecco il passaggio in cui afferma di esser stato vittima di un pregiudizio e quindi espulso dall’Australia, confermando di non aver infranto – a suo dire – alcuna norma: “Ero davvero triste e deluso dal modo in cui tutto è finito per me in Australia. Non è stato facile. L’errore nella dichiarazione del visto non è stato commesso deliberatamente. È stato accettato e confermato dalla Corte federale e dallo stesso ministro del Ministero dell’Immigrazione in Australia. Quindi, in realtà, quello che probabilmente la gente non sa è che non sono stato espulso dall’Australia perché non sono stato vaccinato, o ho infranto qualsiasi regola o ho commesso un errore nella mia dichiarazione del visto. Tutto ciò è stato effettivamente approvato e convalidato dalla Corte Federale d’Australia e dal Ministro dell’Immigrazione. Il motivo per cui sono stato espulso dall’Australia è perché il ministro dell’Immigrazione ha usato la sua discrezione per annullare il mio visto in base alla sua percezione che avrei potuto creare un sentimento anti-vax nel paese o a Melbourne, cosa con cui non sono completamente d’accordo“.
    Dichiarazioni che certamente faranno molto discutere, e che, a questo punto, pongono dubbi su come sarà l’annata 2022 del serbo, poiché molti eventi e paesi stanno andando verso l’obbligo vaccinale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La dichiarazione dell’ATP sul “Caso Djokovic”

    Arriva una dichiarazione ufficiale dell’ATP in merito al “Caso Djokovic”, riportata sul sito ufficiale.
    “La decisione odierna di confermare la cancellazione del visto australiano di Novak Djokovic segna la fine di una serie di eventi profondamente deplorevoli. In definitiva, devono essere rispettate le decisioni delle autorità giudiziarie in materia di salute pubblica. È necessario più tempo per fare il punto sui fatti e per trarre gli insegnamenti da questa situazione.Indipendentemente da come è stato raggiunto questo punto, Novak è uno dei più grandi campioni del nostro sport e la sua assenza dagli Australian Open è una sconfitta per il gioco. Sappiamo quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni per Novak e quanto volesse difendere il suo titolo di lui a Melbourne. Gli auguriamo ogni bene e non vediamo l’ora di rivederlo presto in campo.L’ATP continua a raccomandare vivamente la vaccinazione a tutti i giocatori”. LEGGI TUTTO

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    La Corte conferma la decisone del Ministro: Djokovic deve lasciare il paese. Le parole di Djokovic

    Djokovic durante il trasporto in custodia

    Dopo un lungo pomeriggio di attesa, la Corte australiana ha diramato alle 7.50 ora italiana la propria decisione. Con parere unanime, la Corte ha respinto l’appello dei legali di Djokovic e confermato la decisione del Ministro dell’Immigrazione Hawke. Djokovic deve lasciare il paese, non avendo i requisiti per il visto in Australia.
    Nei prossimi giorni la Corte rilascerà la sentenza, ma la decisione ha l’effetto di estromettere il n.1 del mondo dal Paese e quindi dall’Australian Open. Il presidente della Corte Suprema Allsop ha chiarito che i 3 giudici non sono stati in grado di valutare il merito della decisione di annullare il visto nella loro sentenza. Il loro compito era di controllare la correttezza formale del procedimento. Questa è stata confermata, e pertanto anche la decisione del Ministro Hawke resta valida.
    La corte ha appena confermato (8.20) che sono trascorsi i 30 minuti di riflessione concessi alla contro parte (ossia il team di legale di Djokovic). Non è stato fatto alcun tentativo ulteriore di appello, pertanto la decisione della corte è Definitiva.
    Per la normativa, dovrebbe arrivare anche un divieto di tre anni dalla concessione del visto in Australia, ma la corte ha affermato che potrebbe essere “rinunciato in futuro”.
    Al posto del n.1 del mondo entrerà come Lucky Loser Salvatore Caruso.
    Ecco la dichiarazione di Djokovic, riportata dal collega Paul Sakkal: “Vorrei fare una breve dichiarazione per affrontare gli esiti dell’udienza di oggi in tribunale. Ora mi prenderò del tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti oltre a questo. Sono estremamente deluso dalla sentenza che respinge la mia domanda di revisione giudiziaria della decisione di annullare il mio visto, il che significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open.Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dall’Australia. Sono a disagio per il fatto che l’attenzione delle ultime settimane sia stata su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per il torneo. Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi, i tifosi ei miei compagni serbi per il vostro continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me”. LEGGI TUTTO