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    Alcaraz vs Sinner: Essere n.1 o vincere più Slam?

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Nel panorama tennistico attuale, due giovani talenti stanno ridefinendo i parametri del successo: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. La loro ascesa pone un’interessante provocazione: è meglio essere il numero 1 del mondo o vincere più Slam nello stesso anno?A prima vista, il discorso potrebbe sembrare banale. Tuttavia, sondando l’opinione dei tifosi, emerge chiaramente quanto questa questione sia sentita e dibattuta.
    I sostenitori di Alcaraz sottolineano come i successi negli Slam siano ciò che resta nella storia. Le immagini del giovane spagnolo che alza i trofei di Wimbledon e Roland Garros sono destinate a diventare iconiche. Per questi tifosi, sono i momenti di gloria che contano, quelli che si ricordano anche decenni dopo.
    D’altra parte, i fan di Sinner argomentano che essere numero 1 del mondo è la prova definitiva della costanza e della versatilità di un giocatore. Raggiungere la vetta del ranking ATP richiede eccellenza su tutte le superfici e durante tutto l’arco dell’anno, non solo nei quattro tornei più prestigiosi dove Jannik ha peraltro vinto quest’anno il primo slam in carriera a Melbourne.
    Sui social media e nei forum dedicati al tennis, questi dibattiti infuriano quotidianamente. Ogni nuovo risultato di Alcaraz o Sinner riaccende la discussione, con tifosi pronti a difendere la superiorità del proprio beniamino.
    Ciò che rende questo dibattito così affascinante è che non esiste alla fine una vera risposta definitiva. È una questione di preferenze personali e di come si interpreta il concetto di “grandezza” nel tennis. Alcuni privilegiano i momenti di picco, altri la costanza nel lungo periodo.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Cosa resta di Wimbledon 2024

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Carlos Alcaraz si conferma campione a Wimbledon. E lo fa “in style”, battendo di nuovo Djokovic in finale. Se l’anno scorso quel successo fu sudato, epico e sorprendente, la finale maschile 2024 è stata a senso unico, e le proporzioni del successo avrebbero potuto essere ancor più nette se Alcaraz non avesse sprecato i match point servendo sul 5-4. Alla fine poco importa, il campo ha parlato chiaro: Carlos è stato dominante, nettamente superiore all’ex n.1, a secco di titoli scollinando metà stagione – non gli capitava dal 2005, quando era ai primi passi sul tour Pro… Riavvolgiamo rapidamente l’edizione dei Championships andata in archivio, sottolineando i fatti salienti, quelli che resteranno nella memoria degli appassionanti e hanno un peso significativo.

    Alcaraz si conferma il più forte …su erba. Stop. Mi fermo immediatamente qua, per non allargare troppo il tiro sul resto delle superfici e della stagione. Forte della bella vittoria a Parigi, Carlos ha iniziato la sua difesa del titolo senza convincere a pieno, ma dal suo team si ostentava serenità. “Sta bene, ci sono alti e bassi, ma caleranno partita dopo partita”. Aveva ragione JC Ferrero, ex n.1 ormai destinato a diventare più famoso come coach che come giocatore… “Carlito” è cresciuto match dopo match, anzi la scossa è arrivata con il complicato terzo turno vinto contro Tiafoe. Alcaraz ha rischiato seriamente il tracollo, sotto due set a uno e con tiebreak delicatissimo nel quarto contro l’americano. Ha superato quest’ostacolo alzando il livello, non tanto di gioco quanto nell’intensità e nella convinzione, nel focus. Gli alti e bassi restano nel tennis di Alcaraz, qualcosa concede, ma… alla fine riesce eccome a spiccare il volo, toccando punte di rendimento incredibili. La finale appena vinta contro Djokovic è quella più netta tra i suoi 4 Slam alzati, e contro l’avversario più tosto, anche se oggettivamente non al meglio. Carlos ha “scherzato” il rivale nei primi due set, mostrando un tennis troppo più veloce, completo, efficace. Non c’è stata una sola fase di gioco nel quale lo spagnolo non sia stato superiore, di gran lunga. E quando Carlos gioca così, volando sul campo, rubando tempo di gioco e creando traiettorie favolose, è quasi imprendibile perché sa fare tutto e lo fa con una rapidità che ti disarma. Djokovic non aveva granché da opporre, è stato quasi un miracolo per lui arrivare a giocarsi il titolo, e forse, oggettivamente, con un tabellone come ha avuto Sinner non ci sarebbe nemmeno arrivato; ma la sensazione dal campo è stata brutale: Novak non ha avuto una chance. Questo fa riflettere, sulla forza di Alcaraz e sul tempo che passa per il serbo… Per Novak i prossimi due mesi sono forse decisivi: lui ostenta voglia assoluta di continuare e la sua ripresa dopo l’operazione ha del miracoloso, ma se anche Parigi2024 e NY24 fossero negativi, troverà il prossimo anno, a 38 anni, la forza di ricominciare con lo stesso vigore?

    Musetti, ha trovato il suo “centro di gravità permanente”? Ce lo auguriamo. Ci sono segnali forti e concordanti, sia vedendolo giocare che ascoltandolo dopo le partite. Spesso parlando di vittorie e sconfitte appena vissute, Lorenzo si focalizzava su aspetti tecnici, sull’umore, sulla fiducia che andava e poi scompariva. Nelle ultime eccellenti settimane vissute sui prati dopo Parigi, Musetti ha dato una sensazione nettamente diversa, una maggior lucidità nell’analizzare cosa è andato e quel che ha funzionato, ha sottolineato a più riprese una nuova forza nel controllo delle emozioni e delle situazioni di gioco. E il gioco in partita è decollato: scelte mediamente più corrette, intensità crescente, focus nettamente superiore, e via dicendo. Si direbbe… maturato, o almeno con passi avanti molto importanti. Era stato “facile” profetizzare che su erba avrebbe giocato alla grande. Non c’è alcuna divinazione, solo un attenta osservazione del gioco. A Stoccarda è stato evidente come le necessità imposte dall’erba fossero un toccasana per lui, “costretto” a complicarsi di meno la vita scegliendo quale freccia estrarre dalla sua faretra e giocare più diretto, più secco e asciutto, con tempi di gioco più rapidi e propensione offensiva. Detto fatto. Il gioco di “Muso” è decollato, e insieme fiducia e mentalità. Si è arreso a Wimbledon in semifinale contro il miglior Djokovic della stagione, a testa altissima e sempre in partita. Adesso non resta che attendere il ritorno sulla terra battuta per verificare che non faccia come il gambero, ma resti offensivo, attento ad anticipare e non crollare all’indietro.

    Sinner fortissimo, con la condizione atletica/salute come ago della bilancia. Fin dal match point sfruttato da Alcaraz in finale vs. Djokovic, su tutti social, forum e quant’altro si è scatenata il dibattito sul tema Carlos – Jannik. Cosa sarebbe accaduto se i due si fossero affrontati in semifinale? Un Sinner “sano”, non quello sceso in campo contro Medvedev, se la sarebbe giocata o avrebbe fatto la stessa fine del serbo? Non rispondo, lascio che a parlare sia il campo alla prossima occasione, …magari anche nella finale di Wimbledon 2025, perché no. Non è affatto un sogno o ipotesi impossibile. Quel che ora preme sottolineare, è che il Sinner visto nel torneo prima del malanno – virus, era un OTTIMO Sinner. Berrettini nel 2°turno ha fatto un partitone, Sinner gli è stato superiore, come contro Shelton, a tratti schiantato. È sceso in campo nei quarti con l’energia di uno zombie e comunque ha portato Medvedev al quinto e ha avuto pure le chance per portarla a casa… Questo significa che Jannik ha il livello e si merita di essere il n.1 del mondo. Vista come funziona la classifica, negli ultimi 12 mesi è stato il migliore, in particolare dallo scorso ottobre. Sta agli altri far meglio, e provare il sorpasso. Jannik al 100% se la gioca con tutti, li batte praticamente tutti e non teme affatto Alcaraz, o Djokovic. Il problema è prevenire infortuni / malanni. A volte è solo sfortuna, e poco si può. Ma questa è diventata ormai la priorità: il vero nemico di Sinner, più degli stessi rivali, è il suo corpo, infortuni e acciacchi. È così un po’ per tutti, ma per Jannik in particolare, visto che il suo tennis è estremamente “energivoro”, e per esplodere quella prepotenza in spinta serve stare molto, molto bene. Questo può essere uno spunto per migliorare, parola che tanto è cara al nostro campione (e della quale ho parlato diffusamente in un capitolo dedicato nel libro appena uscito, “Una Straordinaria Normalità”): trovare il modo per fare un po’ meno fatica in certe partite e vincere i punti con minor sforzo, può essere qualcosa che non solo gli allunga la carriera – e non sarebbe poco – ma lo porta più vivace alle partite dove si decidono gli Slam.

    Delusione Rune, strada smarrita. Se mi si chiede chi è stato il giocatore più deludente di Wimbledon 2024, penso subito al danese. Holger ha un potenziale enorme, non si fa quel che ha combinato lui nel finale del 2022 a soli 19 anni se non ha qualcosa di speciale. Il Rune schiantato da Djokovic negli ottavi è l’ombra di quell’agonistica completo e “cattivissimo” dal punto di vista sportivo che tanto aveva impressionato. È stato portato a scuola dal campione serbo, e l’atteggiamento di Holger è stato pessimo, a tratti smarrito, altre irridente. Ma c’è ben poco da ridere, solo masticare amaro e provare a fermarsi e riflettere sul perché il diritto non fa più male e svaria da tutte le parti, col servizio a tratti scompare, il rovescio è facile da leggere e rimettere. Il caos che gli gira intorno da troppo tempo di sicuro non aiuta, sembra un tennista non solo sfiduciato ma anche spuntato. A chi gli chiede dei successi di Jannik e Carlos, lui dice di aspettare, che si sente pronto a lottare ad armi pari e “vedremo alla fine chi ne avrà di più”. In questo momento, ci crede solo lui. Ma quanto ci crede davvero o solo facciata? Al luglio 2024, i due rivali sono chilometri avanti, così lontani che di fatto non li vede più…

    Altre note sparse. Berrettini, mannaggia all’urna, poteva essere un fattore in qualsiasi altro settore del tabellone. Sfortuna, tonnellate, ne ha le tasche piene (…e noi in modo metaforico siamo con lui…), adesso è l’ora di insistere nella seconda parte del 2024 per ritrovare una posizione in classifica consona al suo valore. E sperare che a NY abbia un sorteggio più clemente. Fritz si conferma tennista molto forte, ma dietro ai migliori. Troppo poco sensibile e flessibile, quando trova un avversario bravo a cambiare le carte in tavola e portarlo a giocare su territori scivolosi, perde equilibrio e si smarrisce. Medvedev, contro un Sinner non al meglio, trova una bella vittoria contro uno dei top, mancava da un po’, ma poi contro Alcaraz si è avuta la sensazione che non ce la potesse fare. Probabilmente contro un Sinner al 100%, avrebbe incassato la sesta sconfitta di fila dal nostro Forse, il suo tennis così impregnato di fatica e tattica, contro la rapidità di Jannik e Carlos non più sufficiente. Avrà la forza per rilanciare, rinnovandosi? Rublev dovrebbe pensare seriamente a uno stop e recuperare un po’ di serenità, perché le sue sfuriate di rabbia autodistruttive iniziano ad essere pericolose… Un grande applauso a Fognini, che contro tutto e contro tutti ha disputato “da vecchio” uno dei migliori Wimbledon in carriera. I supporter italici hanno così tanti connazionali da seguire che il buon Fabio è quasi dimenticato. Male, malissimo, perché quel braccio è sempre uno dei più belli e divertenti. Finché ha voglia, teniamocelo stretto…
    P.S.: Jasmine Paolini IMMENSA. A lei, a breve, un’analisi dedicata. Di nuovo, tanti applausi Jas!

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La ‘maledizione ceca’ di Paolini continua. Paolini: “doppia delusione” a Roland Garros e Wimbledon. Krejcikova nella storia: prima ceca a vincere due diversi Slam. Alcaraz guida la Spagna in Coppa Davis 2024.

    Jasmine Paolini nella foto – Foto Getty Images

    Ora conosciamo la formazione che rappresenterà la squadra spagnola nella fase a gironi della Coppa Davis 2024 che si terrà il prossimo settembre. I selezionati sono Carlos Alcaraz, Roberto Bautista, Pablo Carreño e Marcel Granollers. Saranno loro quattro a rappresentare la Spagna a Valencia dal 10 al 15 settembre sotto la guida di David Ferrer, che sara il capitano.
    Nella storia del tennis abbiamo visto innumerevoli grandi giocatrici ceche. Le abbiamo viste stabilirsi nella top 10, occupare la posizione numero 1 mondiale, raggiungere finali di Grand Slam, alcune vincerle, alcune addirittura ripetersi. Quello che non avevamo mai visto finora, qualcosa che Barbora Krejcikova ha ottenuto ieri pomeriggio, è una che vincesse due diversi Grand Slam. In questo caso, Roland Garros e Wimbledon. Ovviamente Martina Navratilova ha vinto tutti gli eventi del circuito in numerose occasioni, ma la bandiera che difendeva era quella americana. Un dato con un po’ di inganno che rimarrà registrato nei libri.
    Raggiungere la finale al Roland Garros e ripetere l’impresa un mese dopo a Wimbledon dovrebbero essere sempre buone notizie per la protagonista, a meno che non si perdano entrambe le finali. È quello che è successo a Jasmine Paolini in questo 2024, recuperando una statistica che non toccavamo dal 2002. Sapete quante donne nella storia hanno perso queste due finali nello stesso anno? Non molte, ma ciò in cui coincidono è la grandezza dei loro nomi. Persino una leggenda come Chris Evert ha dovuto passare per questo in un paio di occasioni.
    Hanno perso la finale del Roland Garros e di Wimbledon nella stessa stagione1972 🇦🇺 Evonne Goolagong1973 🇺🇸 Chris Evert1974 🇷🇺 Olga Morozova1984 🇺🇸 Chris Evert1995 🇪🇸 Arantxa Sánchez1996 🇪🇸 Arantxa Sánchez2002 🇺🇸 Venus Williams2024 🇮🇹 Jasmine Paolini
    Per chi è superstizioso, oggi ha qui un grande motivo a cui aggrapparsi per spiegare la vittoria di Barbora Krejcikova nella finale di Wimbledon. E se studiamo Jasmine Paolini, l’italiana non è mai riuscita a battere una tennista ceca in una partita ufficiale di un tabellone principale WTA. Con la partita di questo pomeriggio, il suo record sale a 0-8, una sorta di maledizione che si frappone ai suoi piani ogni volta che dall’altra parte della rete appare una donna della Repubblica Ceca. Dovremo aspettare per vedere se in futuro riuscirà a liberarsi di questo curioso sortilegio.
    Jasmine Paolini contro giocatrici ceche 🇨🇿 (livello WTA)❌ Pliskova (2019)❌ Kvitova (2020)❌ Muchova (2021)❌ Pliskova (2021)❌ Kvitova (2021)❌ Kvitova (2022)❌ Siniakova (2022)❌ Kvitova (2023)❌ Krejcikova (2024)
    Barbora Krejcikova ha conquistato Wimbledon questo sabato e domani lo metterà sullo scaffale accanto a quello del Roland Garros. Vincere sull’erba e sulla terra battuta, conquistare le sue due piazze più importanti, parliamo di un traguardo che solo due giocatrici in attività possono raccontare. Prima della ceca, lo aveva fatto Simona Halep nelle stagioni 2018 e 2019, quindi potete immaginare la difficoltà che racchiude questo traguardo. Certo, potremmo includere anche Garbiñe Muguruza e Ashleigh Barty in questo gruppo, persino Serena Williams, peccato che tutte e tre siano già ritirate. Tuttavia, se consideriamo che la ceca ha vinto anche questi due tornei nel tabellone di doppio, allora entriamo in una lega tremendamente selettiva.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    I big si preparano a Wimbledon: Alcaraz, Swiatek e Sinner pronti alla sfida

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Alla vigilia di Wimbledon 2024, i principali protagonisti del tennis mondiale hanno condiviso le loro aspettative e sensazioni.
    Carlos Alcaraz, campione in carica, si dice pronto nonostante la sconfitta precoce al Queen’s: “Mi sento molto bene. Dopo Queen’s ho avuto molti giorni per adattare il mio gioco e migliorare. Credo di essere pronto per iniziare il torneo”. Lo spagnolo punta a un risultato storico: “Voglio scrivere il mio nome nella breve lista di vincitori del Roland Garros e Wimbledon nello stesso anno”.
    Iga Swiatek, numero uno del mondo, affronta Wimbledon senza tornei di preparazione sull’erba: “È un torneo molto complicato, non puoi costruire la tua forma per raggiungere il massimo livello qui. Devo concentrarmi sul processo di diventare una giocatrice migliore su questa superficie”. La polacca sottolinea l’importanza dell’adattamento mentale: “Vincerà la giocatrice che si adatterà meglio”.
    Jannik Sinner, testa di serie numero uno, si mostra fiducioso: “Sono molto felice di tornare qui, si avvicina un torneo molto speciale. L’anno scorso ho fatto le semifinali, quindi so di poter giocare un buon tennis su questa superficie”. L’italiano apprezza particolarmente i match al meglio dei cinque set: “Sono divertenti perché puoi cambiare la dinamica in più occasioni. Vedi più emozioni, anche problemi fisici”.
    Sulla sua preparazione per Wimbledon: “Dopo Parigi mi sono preso alcuni giorni liberi e poi sono tornato al lavoro. Non ci sono segreti. Mi sento fisicamente molto meglio rispetto all’inizio del Roland Garros, dove sono arrivato con dei dubbi. Abbiamo lavorato molto negli ultimi giorni. Sono pronto a competere.”
    Su ciò che ama di più del tennis: “Sono molto fortunato perché ho iniziato il tennis come un hobby e ora è diventato un lavoro. Nella mia mente rimane un hobby. Amo uscire in campo e semplicemente giocare. Credo che non ci siano aspetti negativi. So quanto ho sacrificato per essere nella posizione in cui mi trovo. È sempre un onore scendere in campo. Credo che questa sia una delle ragioni per cui amo il tennis, non do nulla per scontato.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner a Wimbledon: l’opportunità di un’impresa storica

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner arriva a Wimbledon 2024 con i riflettori puntati su di lui come mai prima d’ora. Nuovo numero uno del mondo, testimonial di marchi di lusso, idolo del pubblico: l’ascesa del campione italiano sembra inarrestabile. Ma è sul campo che Sinner punta a scrivere la storia.
    Il talento altoatesino ha l’opportunità di compiere un’impresa mai riuscita nemmeno ai membri del “Big Three”. Né Federer, né Nadal, né Djokovic sono stati capaci di vincere i loro primi due Slam nello stesso anno solare. Nemmeno Carlos Alcaraz, il grande rivale generazionale di Sinner, è riuscito in questa impresa.Dopo il trionfo agli Australian Open, Sinner potrebbe diventare il primo tennista nell’era moderna a conquistare i suoi primi due Major nella stessa stagione. Un’opportunità che sottolinea la straordinaria ascesa del tennista italiano, la cui dedizione e il cui impegno sembrano non conoscere limiti.
    La superficie erbosa di Wimbledon, dove Sinner ha raggiunto la sua prima semifinale Slam l’anno scorso, potrebbe essere il palcoscenico perfetto per questa impresa. Il suo gioco si è adattato magnificamente all’erba, come dimostrato dal recente trionfo a Halle.La costanza di Sinner in questa stagione è stata impressionante: ad eccezione di Madrid, ha sempre raggiunto almeno le semifinali in ogni torneo disputato. Questa regolarità, unita alle sue prestazioni su erba, lo pone come uno dei grandi favoriti, se non il favorito principale, per il titolo a Wimbledon.
    Tuttavia, con Djokovic e Alcaraz nel tabellone, nulla può essere dato per scontato. La competizione sarà feroce e l’erba è notoriamente una superficie che può livellare le differenze tra i giocatori.Nelle prossime due settimane, gli occhi del mondo del tennis saranno puntati su Sinner. L’opportunità di entrare nella storia è a portata di mano. Riuscirà il campione italiano a coglierla? La risposta arriverà sui sacri prati di Wimbledon.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Alcaraz non ha gradito la nuova regola dei 25 secondi tra un punto e l’altro: “Per i giocatori è brutto”

    Carlos Alcaraz

    Carlos Alcaraz non ha affatto gradito la sperimentazione in corso questa settimana al Queen’s e Halle sulla durata della pausa tra un punto e l’altro. Infatti nei due tornei su erba in corso tra Londra e Germania si sta testando una nuova regola secondo la quale il cronometro dei 25 secondi parte immediatamente dopo la conclusione del punto, non quando l’arbitro chiama il punteggio come consuetudine. Lo spagnolo nel corso del suo incontro perso contro Draper al Queen’s ha discusso con l’arbitro Lahyani e dopo la partita ha ammesso di non essere soddisfatto della novità.
    “Lahyani mi ha detto che ci sono nuove regole, questa nuova cosa, secondo cui l’orologio non si ferma mai. Una volta terminato il punto, l’orologio si avvia” afferma Alcaraz dopo il match. “Penso che per il giocatore sia qualcosa di brutto. Finisco il punto a rete e quasi non ho avuto il tempo di chiedere le palle. Non sto dicendo di andare verso l’asciugamano e prendermi tutto il mio tempo. È pazzesco. Ho tempo solo per chiedere due palle e niente rimbalzi prima di servire”.
    “Penso di non aver mai visto qualcosa del genere nel tennis. Se giochi un punto lungo o finisci a rete, hai tempo solo per andare a prendere un asciugamano o fare la tua routine; chiedi, nel mio caso, quattro palline, e ti concentri per il prossimo punto, solo facendo i rimbalzi per servire nel miglior modo possibile. Oggi mi sentivo come se fossi sempre di fretta. Non avevo tempo per fare la mia routine. Ovviamente è qualcosa di negativo per i giocatori”.
    Chiusa la polemica per questa sperimentazione, Alcaraz ha affermato di voler restare a Londra per preparare Wimbledon, nonostante la prematura sconfitta nel torneo nel quale era campione in carica: “Penso che il modo migliore per migliorare sull’erba sia restare qui, allenarsi con i giocatori, fare fisicamente allenamenti specifici sull’erba e sul movimento. In Spagna o a casa mia, non abbiamo campi in erba solo per allenarci. Resterò qui. Sono vicino a Wimbledon, quindi appena posso mi concentrerò sull’allenamento con i giocatori, sull’allenamento e tutto il resto, e spero di migliorare” conclude Carlos.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Ferrer il “cupido” della coppia Nadal-Alcaraz per le Olimpiadi di Parigi

    Rafael Nadal e Carlos Alcaraz nella foto – Foto getty images

    L’appuntamento, atteso da molti, vedrà il 14 volte campione nella capitale francese e il suo ultimo re dalla stessa parte della rete… e oggi è stato Rafa Nadal che, nella sua intervista a L’Equipe, ha rivelato come è nata questa unione. “All’inizio non sapevamo se saremmo stati in grado di competere ai Giochi, non sapevo se sarei stato in grado di giocare.
    David Ferrer mi ha detto: ‘Se ti senti bene, a Carlos piacerebbe giocare il doppio con te. Ti andrebbe?’ Ovviamente mi è piaciuta l’idea: non posso avere un compagno migliore al mio fianco*”, ha dichiarato Rafa, che ha anche chiuso la porta a un possibile doppio con Alcaraz a Bastad a causa della presenza del murciano a Wimbledon.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz, il nuovo re Mida del tennis: in arrivo un contratto record con Nike

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Borent

    Carlos Alcaraz, a soli 21 anni, è già una vera e propria macchina da soldi e il titolo vinto al Roland Garros non ha fatto altro che arricchire ulteriormente il suo già ben fornito conto in banca. Ma le sorprese non finiscono qui: il numero due del mondo potrebbe essere sul punto di firmare uno dei contratti più importanti della storia del tennis e, di gran lunga, il più grande di recente.
    Secondo le ultime indiscrezioni, Nike e Carlitos si stanno preparando a siglare un rinnovo del contratto che, nonostante non siano ancora stati definiti tutti i dettagli, prevede cifre a dir poco impressionanti. Il colosso dell’abbigliamento sportivo starebbe preparando un accordo della durata di 10-12 anni per Alcaraz, con il giovane spagnolo che percepirebbe tra i 15 e i 20 milioni di euro all’anno. Ma non è tutto.Sul tavolo delle trattative ci sarebbe anche la creazione di un nuovo logo Alcaraz/Nike, sulla falsariga di quanto già avviene con Rafa Nadal e di quanto accaduto, ad esempio, con Roger Federer nel periodo in cui rappresentava il brand. I prossimi tempi promettono novità, ma una cosa è certa: sta per entrare (tanto, tantissimo) denaro nelle tasche del campione di tre titoli del Grande Slam.
    Alcaraz, con la sua giovane età e il suo talento, rappresenta il presente e il futuro del tennis mondiale. La sua ascesa fulminea, coronata da successi prestigiosi come gli US Open 2022, Wimbledon 2023 e, da ultimo, il Roland Garros 2024, lo ha reso uno dei volti più appetibili per gli sponsor. Nike, che da sempre punta sui campioni più carismatici e di successo, sembra intenzionata a legarsi a lungo termine con il fenomeno di Murcia, investendo su di lui cifre da capogiro.
    Se l’accordo dovesse concretizzarsi nei termini trapelati, Alcaraz diventerebbe uno degli sportivi più pagati al mondo, con un contratto di sponsorizzazione che lo proietterebbe nell’olimpo delle stelle globali dello sport. Un traguardo straordinario per un ragazzo che, solo pochi anni fa, muoveva i primi passi nel circuito professionistico e che oggi è già proiettato verso una carriera leggendaria.Non resta che attendere le prossime settimane per capire se le indiscrezioni troveranno conferma e se Carlos Alcaraz diventerà ufficialmente il nuovo re Mida del tennis, capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca, dentro e fuori dal campo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO