Andy Murray non è convinto che Alcaraz, Sinner e Medvedev possano effettivamente rimpiazzare i “Big 3”
Andy Murray – Foto Getty Images
Il panorama del tennis sta subendo un cambiamento generazionale e Andy Murray è ben consapevole che non c’è alcuna garanzia che Carlos Alcaraz, Jannik Sinner o persino Daniil Medvedev possano raccogliere l’eredità dei ‘Big 3’. Durante la conferenza stampa del torneo ATP di Doha, il britannico ha condiviso le sue riflessioni su questa transizione e ha citato l’esempio di Roger Federer per illustrare come dovrebbe essere gestito il calendario dei campioni.
Murray sta attraversando una fase cruciale della sua carriera. Dopo aver conquistato la sua prima vittoria al torneo ATP di Doha, interrompendo una serie di sei sconfitte consecutive iniziata nell’ottobre dell’anno precedente, il britannico ha subito un’altra battuta d’arresto, questa volta per mano del giovane diciottenne Jakub Mensik. Il ceco ha trionfato dopo tre tie-breaks, mettendo in evidenza la crisi di un Murray che sembra sempre più lottare per mantenere il suo status nel circuito.
I giovani talenti stanno emergendo con forza, pronti a sfidare i veterani del tennis e a rendere la competizione sempre più ardua. Eppure, secondo Murray, solo alcuni di loro riusciranno a portare il tennis a un livello superiore. Nomi come Carlos Alcaraz e Jannik Sinner vengono in mente quando si pensa a chi potrebbe emulare il successo del ‘Big 3’. Per Murray, però, i tifosi sono troppo ansiosi di trovare un sostituto per Rafa Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer: “Ci vuole tempo per costruire qualcosa di simile. Non sto dicendo che non sia possibile che Alcaraz, Sinner e Medvedev o alcuni dei più giovani dominino, siano al top dello sport e raggiungano le fasi finali dei tornei più importanti per cinque, sei o sette anni di fila”, ha detto in conferenza stampa.
L’ex numero uno del mondo non è convinto che Alcaraz, Sinner e Medvedev possano effettivamente rimpiazzare i ‘Big 3’, data la rarità di un simile fenomeno nel tennis. Tuttavia, se dovesse scommettere su qualcuno, punterebbe sullo spagnolo e sull’italiano: “È sicuramente possibile che questi ragazzi siano abbastanza bravi per farlo, ma credo che le persone stiano cercando di ritrovare quell’era di un gruppo di giocatori che competono e vincono la maggior parte delle settimane. Tuttavia, ci vuole tempo per costruire tutto ciò, non avviene da un torneo all’altro. Penso che ciò sia accaduto nel corso di sei, sette o otto anni, giocando costantemente nelle finali dei Grand Slam, quindi vedremo. Penso che sia una possibilità, in particolare con Alcaraz e Sinner. Credo che anche Medvedev sia eccezionale. Esiste la possibilità che accada, ma non c’è alcuna garanzia”.
Gli infortuni possono avere un ruolo significativo nello sviluppo delle carriere di questi atleti emergenti. Parlando della recente distorsione alla caviglia di Alcaraz, Murray ha suggerito che i giocatori di maggior successo dovrebbero partecipare a meno tornei: “Se giochi quattro tornei e perdi al primo turno, la risposta del corpo è molto diversa rispetto al raggiungere le semifinali o le finali per due settimane di fila. Giocare nove partite in 12 o 13 giorni è molto impegnativo fisicamente. Se stai vincendo e stai andando bene ogni settimana, non puoi giocare troppi tornei.
Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO