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    Ferrari, Leclerc nel ricordo di Bianchi: in pista nella Marathon Karting

    ROMA – Il pilota della Ferrari, Charles Leclerc, ha approfittato del fine settimana libero dopo il Gran Premio d’Italia di Formula 1 per prendere parte ad un importante evento. Il monegasco, infatti, ha partecipato alla Marathon Karting, manifestazione organizzata da Philippe Bianchi, in ricordo di suo figlio Jules, pilota ed amico di Charles scomparso nel 2015 in un tragico incidente durante una gara. Leclerc, dunque, ha guidato per 42 ore, 19 minuti e 50 secondi sul tracciato transalpino del Paul Ricard.
    Philippe Bianchi: “Idea nata con Leclerc”
    Philippe Bianchi, al termine dell’evento in memoria di suo figlio Jules, ha spiegato come è nata questa bella ed importante iniziativa, giunta alla sua settima odierna: “Finora abbiamo organizzato sette edizioni fino al 2009. Ora si tratta di un nuovo inizio e l’idea è nata da una discussione proprio con Charles. Voleva che l’evento rivivesse per onorare la memoria di Jules e per aiutare l’associazione JB17. Così è riuscito a incastrare questa domenica nella sua agenda sovraccarica. Ha persino posticipato la sua partenza per Singapore”. LEGGI TUTTO

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    Formula 1: trattori in pista e auto. Un rischio inaccettabile

    TORINO – Eccolo, puntuale e ineffabile, non per la prima volta durante questa stagione di Formula 1, il trattore in pista (lo si era visto anche a Monza, ma almeno su asfalto asciutto). Dopo l’incidente mortale di Jules Bianchi si era detto che di trattori in pista non se ne sarebbero più visti. Ricordiamo: il 5 ottobre del 2014, proprio a Suzuka, proprio in un concitato pomeriggio di pioggia, mentre stava per sopraggiungere la sera e si profilava il rischio di non poter finire la corsa, la gara venne neutralizzata e il trattore (una gru in quel caso) venne impiegata per togliere un’auto incidentata. Bianchi ci sbattè contro dopo aver perso il controllo della monoposto su un rivolo d’acqua. Non c’era ancora l’Halo e l’urto gli fu fatale. Vero, per completezza di cronaca, va ricordato che venne estratto vivo e rimase in vita, in stato comatoso, un po’ in Giappone e poi in Francia dove venne trasferito. Morì, ufficialmente (e a anche “tecnicamente” se così si può dire) molti mesi dopo a luglio. Ci fu un’inchiesta che scagionò tutti gli attori Fia: avevano seguito le procedure e lo stesso Bianchi, in quel frangente, era troppo veloce in pista. Ma questo nulla toglie al fatto che si disse che mai più sarebbero entrati i trattori o le gru in pista in condizioni critiche.
    SAFETY CAR – Un principio, a guardare bene, difficile da applicare. Ma un conto è neutralizzare la gara, usare la safety car su una pista asciutta (come accaduto a Monza), in condizioni di aderenza quasi perfette, a velocità bassa e controllata. E solo in quel momento togliere l’auto in panne. Un altro conto è – sotto un pioggia torrenziale – finire con l’avere contemporaneamente in pista le monoposto e i mezzi di soccorso. La bandiera rossa deve essere pressoché istantanea. Anche questa volta, pur fatto salvo che le condizioni erano difficili per tutti (per i piloti in pista e per i giudici chiamati a prendere una decisione) i tempi sono stati non coincidenti. Così i trattori in pista c’erano, insieme alle auto, la pioggia e quant’altro. E si è pure investigato sull’incolpevole Gasly che s’è ritrobato con un cartellone pubblicitario sul muso della sua auto, aggiungendo rischio al rischio. A margine: s’è pensato di spostare il GP del Giappone in primavera, perché troppo spesso in autunno piove. Ma ragioni economiche di varia natura hanno impedito di farlo. Urgono riflessioni. LEGGI TUTTO

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    Trattore in pista a Suzuka, il padre di Bianchi: “Nessun rispetto per Jules”

    SUZUKA – Un episodio che farà discutere a Suzuka. Un trattore è infatti giunto in pista durante il Gran Premio del Giappone, costringendo Pierre Gasly a schivarlo. Il padre di Jules Bianchi, pilota di Formula 1 morto nel 2015 per le ferite riportate in un impatto contro una gru mobile proprio sul tracciato asiatico, ha espresso tutto lo sdegno per la situazione: “E’ incredibile, non c’è rispetto per la vita del pilota. Nessun rispetto per la memoria di Jules”, ha scritto Philippe Bianchi su Instagram. 
    L’episodio 
    Dopo l’incidente di Carlos Sainz, è scattata la safety car e successivamente la bandiera rossa. Nel corso di quei concitati minuti, un trattore è giunto in pista, proprio a fianco dei piloti. In particolare, Pierre Gasly ha cominciato a lamentarsi duramente in un team radio, chiedendosi cosa ci facesse lì il mezzo. Continua a piovere, la gara è interrotta a più di un’ora dallo start.  LEGGI TUTTO

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    F1, la Ferrari ricorda Jules Bianchi a 7 anni dalla scomparsa

    ROMA – Jules Bianchi è scomparso esattamente 7 anni fa. La tragedia del pilota francese è senza dubbio tra le più recenti e traumatiche della Formula 1, soprattutto per le modalità dell’incidente avvenuto nel corso del Gran Premio del Giappone 2014. Bianchi perse il controllo della sua monoposto uscendo di pista a causa dell’asfalto bagnato, finendo sotto la pala di un mezzo di soccorso. Morì a 25 anni il 17 luglio 2015, dopo più di nove mesi di coma. 
    La Ferrari lo ricorda
    Nel corso degli anni si sono susseguite tante iniziative per celebrare Jules. Il 20 luglio 2015 il Presidente della FIA Jean Todt, per esempio, ritirò definitivamente il numero 17 da lui usato in gara. Oggi a distanza di 7 anni, la Ferrari lo ricorda con un affetto particolare: “Sempre nei nostri cuori”, ha scritto la scuderia di Maranello seguita dai numerosi commenti dei fan. Nel 2009 fu infatti inserito nella Ferrari Driver Academy. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: “Persone che amavo non ci sono più a causa di questo sport”

    ROMA – Charles Leclerc non si è mai tirato indietro. Anche quando, nel 2015, un suo caro amico morì in un incidente in Giappone. Si tratta di Jules Bianchi, scomparso esattamente 7 anni fa. Il monegasco doveva ancora approdare in Formula 1: “Non penso al pericolo, è molto difficile constatare che persone che amavi non ci sono più a causa dello sport che adori, ma non posso farne a meno. Sono stato programmato per correre fin da quando ero giovane, non posso fare altro, sono bravo soltanto a guidare”.
    Le parole di Charles
    “L’unico aspetto di cui mi sono sentito colpevole – prosegue Leclerc in una chiacchierata con il Daily Mail – è aver messo da parte nella mia testa la morte di mio padre e di un mio amico. Ma è stato solo per un paio d’ore. E’ stato facile superare quella fase, mi sono semplicemente chiesto cosa mio padre avrebbe voluto che io facessi. Devo tutto a lui e dunque corro”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: “Non penso al pericolo, non posso fare a meno di correre”

    ROMA – Charles Leclerc non si è mai tirato indietro. Anche quando, nel 2015, un suo caro amico morì in un incidente in Giappone. Si tratta di Jules Bianchi, scomparso esattamente 7 anni fa. Il monegasco doveva ancora approdare in Formula 1: “Non penso al pericolo, è molto difficile constatare che persone che amavi non ci sono più a causa dello sport che adori, ma non posso farne a meno. Sono stato programmato per correre fin da quando ero giovane, non posso fare altro, sono bravo soltanto a guidare”.
    Il ricordo di Charles
    “L’unico aspetto di cui mi sono sentito colpevole – prosegue Leclerc in una chiacchierata con il Daily Mail – è aver messo da parte nella mia testa la morte di mio padre e di un mio amico. Ma è stato solo per un paio d’ore. E’ stato facile superare quella fase, mi sono semplicemente chiesto cosa mio padre avrebbe voluto che io facessi. Devo tutto a lui e dunque corro”.  LEGGI TUTTO

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    F1, 7 anni senza Jules Bianchi: la Ferrari lo ricorda

    ROMA – Sono già passati 7 anni dalla scomparsa di Jules Bianchi. La tragedia del pilota francese è senza dubbio tra le più recenti e traumatiche della Formula 1, soprattutto per le modalità dell’incidente avvenuto nel corso del Gran Premio del Giappone 2014. Bianchi perse il controllo della sua monoposto uscendo di pista a causa dell’asfalto bagnato, finendo sotto la pala di un mezzo di soccorso. Morì a 25 anni il 17 luglio 2015, dopo più di nove mesi di coma. 
    Il post della Ferrari
    Nel corso degli anni si sono susseguite tante iniziative per celebrare Jules. Il 20 luglio 2015 il Presidente della FIA Jean Todt, per esempio, ritirò definitivamente il numero 17 da lui usato in gara. Oggi a distanza di 7 anni, la Ferrari lo ricorda con un affetto particolare: “Sempre nei nostri cuori”, ha scritto la scuderia di Maranello seguita dai numerosi commenti dei fan. Nel 2009 fu infatti inserito nella Ferrari Driver Academy. LEGGI TUTTO

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    Basket in ansia: è scomparso Bianchi, giocatore di Legnano

    LEGNANO – Ore di ansia per la Legnano Basket e per i familiari del 29enne Sebastiano Bianchi: il cestista, che gioca come ala nel team lombardo che milita nel campionato di serie B, è rientrato a casa a Verbania dopo il match di campionato dei suoi ma è poi uscito senza dare alcuna comunicazione alla famiglia, che ne ha denunciato la scomparsa in mattinata. Classe 1992, il giocatore è cresciuto nelle giovanili della Pallacanestro Varese per poi giocare in diversi club, tra cui Tortona, Cento, Omegna e Sangiorgese. Al Legnano, con cui qualche anno fa aveva giocato in A2, era tornato in estate e domenica sera con 14 punti è stato il miglior realizzatore della squadra nonostante la sconfitta 72-67 nel derby con la sua ex squadra.
    Disperso Bianchi, cestista di Legnano: ricerche nei pressi del Lago Maggiore
    La sua auto è stata trovata nei pressi del Lago Maggiore, dove per ora le ricerche dei vigili del fuoco hanno dato esito negativo. Le ricerche dei sommozzatori sono andate avanti per tutta la giornata di martedì 9 novembre, a vuoto. Al momento, a sera, nessuna traccia di Sebastiano Bianchi. Le indagini sono state sospese per la notte. Il padre ha trovato lo smartphone di suo figlio in casa. Il telefonino era completamente resettato: nessun numero di telefono in rubrica, nessuna chat in memoria. Tutto fa supporre che il giocatore abbia cancellato tutto prima di uscire. LEGGI TUTTO