Stagione da ricordare per Andrea Abbiati: “Sono felice, ma non mi accontento”
Di Roberto Zucca
La fine della stagione è di quelle col botto. Nonostante tutti gli stop annunciati e le misure precauzionali contro il Covid-19 che non hanno consentito lo svolgimento regolare del Campionato Italiano, Andrea Abbiati può dirsi molto soddisfatto della stagione disputata con Tiziano Andreatta sui campi da Beach Volley. Le vittorie e i podi, laddove si è vista la loro partecipazione, sono state infatti all’ordine del giorno:
“È una stagione bella, a metà. A metà non tanto per i risultati, ma perché avremmo voluto giocare molto di più. Prima del Covid l’impegno profuso sia da me che da Tiziano è stato tanto e saremmo stati felici di testare i risultati del lavoro sul campo”.
Nonostante tutto, è arrivato primo posto al World Tour di Lubijana.
“È stato un inizio splendido. Arrivare in finale e battere Doppler-Horst è stata una bellissima soddisfazione. Abbiamo iniziato a crederci già in semifinale quando con Jakopin e Bozenk, beniamini di casa, abbiamo giocato un tie break al cardiopalma, ma è finita 16-14 per noi”.
Ai microfoni Rai è apparso molto emozionato.
“Be’, abbiamo ricevuto una serie di manifestazioni di affetto da tutte le persone che solitamente ci seguono in Italia, che ovviamente ci hanno caricato per la finale. E poi è stata la nostra prima vittoria al World Tour, quindi una sorta di riconoscimento per quanto fatto in questi anni. Vincere al di fuori del nostro paese è sempre una dimostrazione in più che in Italia la condizione del Beach è piuttosto buona”.
A Caorle, in semifinale, avete portato i vicecampioni olimpici Nicolai-Lupo al tie break.
“Col senno di poi, dispiace ancora non aver centrato la finale. Non siamo partiti subito come al nostro solito. Sulla battuta, ad esempio, nel primo set potevamo fare qualcosina in più. Abbiamo giocato un buon secondo set, mentre loro invece al tie break sono andati subito forte e recuperare lo svantaggio iniziale non era facile”.
Il terzo posto contro Vanni-Lupo sancisce che dietro gli olimpionici e Rossi-Carambula ci siete voi?
“(ride, n.d.r.) Nella tappa di Caorle sì! Poi sarebbe potuta andare diversamente in altre tappe. Scherzi a parte, la classifica, parlo delle prime due posizioni, sancisce che l’ottimo livello delle prime due coppie è indiscutibile. Poi c’è una bella battaglia tra le coppie sotto. In questo caso sono felice della medaglia di bronzo, ma non ci accontentiamo di certo. Torneremo al lavoro per fare sì che quelle semifinali possano darci ragione”.
Al di fuori del campo, avete molto seguito. Non è usuale per una coppia che magari non è sempre sotto le luci della ribalta.
“Abbiamo un seguito fatto da persone che io e Tiziano alleniamo durante la stagione. E questo per noi è un enorme riconoscimento del nostro lavoro. Ci sono inoltre persone come Davide Quaranta, che oltre ad essere un po’ il capo di quegli ultras scalmanati ha investito nel progetto Abbiati-Andreatta ed è una gran bella soddisfazione, soprattutto perché siamo in un momento storico in cui tutto questo potrebbe venir meno”.
State raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato anni fa. Cosa avete messo in più quest’anno nella vostra valigia di sogni?
“Se parliamo di un discorso tecnico, direi che il palleggio è stato il colpo che abbiamo inserito durante la stagione. Con il tecnico Luca Larosa ci abbiamo lavorato tanto. La resistenza, su cui con Luca Zago abbiamo iniziato un lavoro che ci ha portato a giocare anche sotto temperature cocenti e in qualsiasi condizione climatica, è un altro tassello che mi piace aggiungere. Se parliamo di ambizioni, sicuramente vogliamo essere più presenti sulla scena internazionale”.
La scena del Beach di Milano continua a svilupparsi. Gli eredi di Abbiati-Andreatta però stentano ad emergere…
“Diamo loro il tempo! Ammetto che in generale la scena italiana sta conoscendo delle realtà che crescono professionalmente più del ritmo con cui cresce Milano. Penso a Roma, Cesenatico, Pescara. Milano ha tantissima passione, le scuole come il Quanta Club, in cui operiamo, sono sempre di più. Spero, da giocatore e da cultore della materia, che la passione si tramuti in qualcosa di più. Anche perché avere in città dei giocatori di alto livello con cui confrontarsi è per noi fonte di enorme stimolo”.
Come vede la ripresa invernale, anche pensando all’indoor?
“Non vediamo l’ora di riprendere. Siamo detentori del titolo invernale e ansiosi di riniziare anche un discorso interrotto mesi fa col Covid. A Milano ad esempio, l’invernale raduna centinaia di persone e crea un’atmosfera bellissima. Speriamo di rivedere molto presto quella cornice e quell’atmosfera sulla sabbia”. LEGGI TUTTO