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    Wimbledon, parola ai big. Djokovic: “Non ho bisogno di Alcaraz o nessun altro per sentirmi motivato”

    Novak Djokovic, campione in carica ai Championships

    Nel classico media day pre torneo, i big hanno parlato alla stampa sulle proprie aspettative per i Championships di Wimbledon, al via domani con il Centrale inaugurato come da tradizione dal campione in carica Novak Djokovic (e poi anche da Jannik Sinner nel terzo match in programma). Il n.1 al mondo è sempre più motivato e a caccia di record. Ormai la sua è una cosa non tanto contro gli avversari ma con la stessa storia della disciplina. Proprio confermandosi campione a Wimbledon, segnerebbe un altro straordinario primato al suo palmares.
    “C’è sempre qualcuno là fuori pronto a dare battaglia. C’è sempre stato e sempre ci sarà” afferma Novak. “Carlos è un ragazzo molto simpatico che si comporta in modo molto maturo per i suoi 20 anni. Ha già ottenuto molti riconoscimenti nella storia del gioco per essere così giovane. Penso che sia eccellente per lo sport, porta molta intensità ed energia in campo. È anche umile e ha una personalità piacevole fuori dal campo. Penso che per qualcuno della sua età, tutto quello che sta facendo è impressionante. Con la sua squadra, ovviamente, ha nel suo box Juan Carlos Ferrero, che può guidarlo. Hanno lavorato molto bene come una squadra. Ma tuttavia non ho bisogno di Carlos o di nessun altro per trovare quella spinta e motivazione in più quando gioco un torneo del Grande Slam perché so che devo vincere sette partite per alzare la coppa. Quindi chiunque io abbia dall’altra parte della rete non fa differenza per me. So benissimo quello che devo fare. La maggior parte della mia attenzione è focalizzata sul mio corpo, sulla mia mente e sul mio gioco, cercando di portarlo allo stato ottimale in cui sto dando il massimo in ogni partita”. Sicurissimo, vincente, Djokovic sarà nettamente l’uomo da battere. Come sempre, del resto.
    Daniil Medvedev si dice pronto a lottare per dire la sua, molto motivato a brillare dopo l’assenza forzata dello scorso anno per i noti motivi legati all’invasione della Russia all’Ucraina, e risultati al di sotto delle sue aspettative nei primi due Slam della stagione. “I primi due Slam dell’anno non sono stati quello che mi aspettavo, quindi voglio davvero fare bene qui a Wimbledon. Sono arrivato martedì per potermi adattare bene ai campi, ho obiettivi alti qui. So che avrò avversari impegnativi fin dall’inizio, ma voglio dimostrare di poter giocare molto bene su questa superficie. Sento di potercela fare. Non lo crederete ma anni fa la mia superficie preferita era proprio l’erba, ma in questo momento ho ottenuto risultati migliori sulla terra battuta rispetto ai prati, oltre ovviamente ai campi in duro dove ho vinto di più. L’anno scorso ho fatto due finali nei tre tornei che ho giocato, questo mi dà fiducia. Penso di dover solo trovare il mio ritmo. Ogni volta che vengo qui rimango stupito da tutto, è il miglior torneo del mondo” conclude il moscovita.
    Andy Murray è capitato nella zona più “minata” del tabellone, con una serie di avversari impressionanti. Tuttavia il vecchio leone scozzese è sicuro di poter ancora dire la sua sui prati. Ricordiamo che Andy è, insieme a Djokovic, l’unico tennista in gara ad aver trionfato (due volte) ed è esattamente l’ultimo giocatore in tabellone aver battuto Novak nel torneo, nella finale di 10 anni fa… “Mi sento molto bene sotto ogni punto di vista, arrivo con un buon ritmo avendo giocato molte partite e voglio davvero competere alla grande” afferma Murray. “Questo è sempre stato il torneo più importante per me ogni stagione e man mano che mi avvicino alla fine della mia carriera, voglio cogliere ogni opportunità che si presenta. Sento di essere in un’ottima posizione per esprimere il mio miglior tennis e mi dà un’enorme fiducia sapere che c’è solo un tennista con più esperienza e successi di me, ovviamente Djokovic. Sono uno dei pochi che l’hanno battuto qui (l’unico, in realtà, ndr), so di essere tra i migliori al mondo sull’erba e mi sento benissimo fisicamente, quindi devo approfittare di tutto questo per fare un grande torneo”.
    Immancabile la domanda sul suo ritiro. Così risponde Andy: “Non puoi mai sapere quante altre volte potrai provare qualcosa come competere a Wimbledon, non puoi dare nulla per scontato. Ho iniziato a pensare al mio ritiro durante la mia partecipazione agli Australian Open di quest’anno perché ho capito che non posso andare avanti così per sempre. Vorrei ritirarmi a modo mio, essere competitivo fino in fondo e non spingere l’anca al limite per subire un altro grave infortunio che finirebbe per accelerare o forzare il mio ritiro. Ho un’idea di quando vorrei smettere, ma non voglio annunciare nulla, tutto può cambiare velocemente. Ho ancora un periodo di tempo nel quale sento di poter competere al meglio, ma so che non durerà a lungo” conclude lo scozzese.
    Poche ma molto precise le parole del finalista dello scorso anno, Nick Kyrgios. Quest’anno purtroppo il talentoso e discusso australiano si presenta a Wimbledon in grave ritardo di condizione, per l’intervento al ginocchio subito lo scorso gennaio. Nelle sue prime uscite sui prati, il suo tennis e soprattutto la sua condizione fisica è parsa lontanissima da quell’eccellenza che lo isso in finale nel 2022. “L’anno scorso mi è mancata solo una vittoria per arrivare a completare il mio sogno, ma sono certo di aver perso dal miglior giocatore di sempre” afferma Kyrgios. “È stato incredibile. Ho sofferto e lavorato per tutta la vita per ottenere un buon risultato in questo torneo. La finale sarà ricordata per il resto della mia vita. È una sensazione davvero speciale. Penso che tutti i tennisti, alla fine, lavorino molto duramente per ottenere uno di questi risultati in un Grande Slam”. LEGGI TUTTO

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    Murray: “Sento di poter essere competitivo contro i migliori a Wimbledon. Su erba il gioco è stato molto rallentato”

    Andy Murray

    La sconfitta patita da Andy Murray all’esordio nel torneo del Queen’s, battuto da Alex De Minaur, è stata una vera doccia fredda per lo scozzese. Se avesse centrato i quarti di finale, sarebbe stato certo di strappare una testa di serie a Wimbledon. Adesso sarà solo una delle cosiddette “mine vaganti” nel tabellone del più prestigioso torneo al mondo, a lui vinto in due edizioni. Dopo la sconfitta, Andy ha parlato alla stampa con un pizzico di delusione ma fermamente convinto di essere sulla buona strada per presentarsi all’All England Club in buona forma e pericoloso per tutti, migliori inclusi.
    “Adesso sono consapevole di non poter avere una testa di serie a Wimbledon. Beh, è ​​qualcosa a cui penso da molto tempo e sapevo che dovevo arrivare ai quarti di finale qui per riuscirci. Non credo di aver sentito pressione extra, non ha nulla a che fare con la mia scarsa prestazione di oggi, è qualcosa che ho gestito bene nelle ultime due settimane. In ogni caso, sento di poter battere la maggior parte delle teste di serie nel torneo perché ce ne sono parecchie che non si sentono a proprio agio sull’erba. Dall’altra parte ci sono anche tennisti che non partiranno tra le teste di serie, ma che si trovano molto bene su questa superficie, quindi non ci resta che aspettare e vedere cosa dirà il sorteggio” afferma Murray.
    “La prossima settimana non giocherò in torneo, penso sia il momento di riposare un po’ fisicamente e mentalmente, ricaricare le batterie e tornare al lavoro. Ci sono state molte cose positive nelle ultime settimane, in particolare il mio servizio ha lavorato bene, per questo penso che di non dover dare troppa importanza a questa brutta giornata perché so che sto andando nella giusta direzione. Deve solo servire bene e continuare a lavorare sulla mia mobilità in campo. Ho perso contro un grande giocatore su questa superficie (De Minaur, ndr), ma le sensazioni che ho avuto nelle ultime due settimane sono state magnifiche, non solo in gara, ma anche in allenamento con alcuni dei migliori avversari al mondo. So che il mio livello è lì, ho solo bisogno di prendermi qualche giorno di pausa e dedicare dieci giorni ad allenarmi con intensità”.
    Dall’alto della sua esperienza e tanti tornei giocati su erba, chiedono a Murray un parere sulle velocità del gioco sui prati: “È chiaro che i campi di Wimbledon siano stati rallentati nel corso degli anni, sicuramente da quando ho debuttato nel 2005. È pervasivo in tutto il circuito, tanto che direi che i campi del Queen’s Club sono tra i più veloci al mondo. È anche evidente che le palle sono più pesanti e più lente, penso sia il risultato dell’evoluzione del fisico dei giocatori. Più i giocatori tirano forte, più si cerca di rallentare il gioco ed è difficile trovare punti vincenti”. LEGGI TUTTO

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    Andy Murray prova a fare il coach di sua figlia Edie, ma il risultato non è dei migliori

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Mentre cerca di tornare ai fasti di un tempo, Andy Murray vive nuove esperienze. Padre di quattro bambini, il tennista britannico si è cimentato nel ruolo di allenatore per sua figlia Edie, di cinque anni. Tuttavia, a quanto pare, il tentativo non è andato esattamente per il verso giusto.
    La piccola Edie ha scritto un biglietto che Murray ha condiviso su Instagram: “Caro papà, non giocherò a tennis per un po’. Con tanto amore, Edie”, ha rivelato l’ex numero uno del mondo sul social network. Murray ha reagito con umorismo e ha aggiunto ciò che la figlia gli ha detto: “Il mio primo tentativo nel mondo dell’allenamento è finito in un disastro. Mia figlia di cinque anni ha rinunciato, dicendomi che non vuole più giocare perché ero troppo vicino a lei”, ha condiviso. LEGGI TUTTO

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    Andy Murray esorta il mondo del tennis a sostenere l’Ucraina e a non distrarsi dalle decisioni di Wimbledon riguardo tennisti russi e bielorussi

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Andy Murray ha parlato con i colleghi di TennisMajors e ha fatto un appello affinché il mondo del tennis sostenga fermamente la causa dell’Ucraina e non ci siano distrazioni a causa del fatto che Wimbledon ha revocato il divieto di competere per i tennisti russi e bielorussi. “Era una situazione difficile per Wimbledon perché avevano agito in modo diverso rispetto agli altri eventi sportivi. In ogni caso, l’importante è continuare a parlare di ciò che sta accadendo in Ucraina, dobbiamo mettere il problema reale al centro dell’attenzione mediatica, senza farci distrarre da queste cose. Abbiamo tennisti ucraini le cui famiglie stanno passando momenti difficili e hanno bisogno di sostegno”, ha commentato il britannico. LEGGI TUTTO

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    “Hip Resurfacing”, il segreto di un Murray rinato

    Andy Murray, che maratone a Doha (foto Getty Images)

    Probabilmente a Sir Andrew Barron Murray, meglio conosciuto come Andy Murray, forse non riuscirà mai quella che è da considerarsi l’impresa più difficile della sua vita, risultare anche simpatico. Ma chissenefrega. Intanto bisognerebbe conoscerlo bene e d’appresso per poter formulare un giudizio che non sia frutto soltanto da quanto ti irradia uno schermo o ciò che un match visto in un giorno qualunque può dirti.Sì va bene, quello che si vede proiettato in campo nei momenti clou d’un incontro è lo specchio degli aspetti più reconditi dell’animo, e quello che Murray comunica col suo vociare verso il suo angolo autorizza a immaginarlo non proprio come l’essere più simpatico dell’universo.Ma di nuovo, chissenefrega.
    A quasi 36 anni – li compirà il prossimo 15 maggio – quella che oggi vediamo in campo è una delle migliori edizioni mai esibite dall’ex numero 1 al mondo. Chi oggi vediamo correre in campo, dare una copertura del court come raramente abbiamo visto, non sembra ricollegabile all’uomo che nel gennaio del ’19, agli Australian Open, comunicava in lacrime che avrebbe dovuto sottoporsi a un nuovo intervento all’anca per provare a staccarsi da dolori sempre più atroci che, ipse dixit, gli impedivano di “infilarsi anche i calzini”.
    Chi ha la fortuna di non aver mai provato cosa comporti il problema degenerativo dell’anca, non può capire. Il dolore è continuo e si fa più feroce persino a letto e non fa differenza la posizione che provi ad assumere. Un dramma tentare di infilarsi in auto e poi sfilarsi dalla stessa, visto che abduzione e adduzione dell’arto sofferente regalano dapprima fitte lancinanti per poi sconfinare in un dolore che pare sempiterno. Cominci a conoscere che razza di carogna sia un muscolo che prima manco sapevi d’avere e che ora è un inopportuno compagno di viaggio e che ha nome ileopsoas. Prima di arrivare all’inevitabile intervento, passi attraverso una trafila interminabile di esami, valutazioni e infiltrazioni di acido ialuronico ad alta densità molecolare per cercare di allontanare il giorno in cui finirai sotto i ferri, ma che è ineluttabile.
    Anche Andy deve, più o meno, aver vissuto le stesse cose, con le stessa identica progressione di dolore, più o meno lo stesso “turismo medico” prima di arrendersi all’ineluttabilità degli eventi. Solo che lui non è, non era una persona normale. Sembra un secolo fa, ma quando Murray prese a stare male era qualcosa come il n° 1 al mondo e faceva parte dei Fab Four in modo stabile, quelli che, con rare eccezioni, si annettevano ogni edizione degli Slam e/o Master 1.000 che fosse, quelli che concedevano briciole a tutti gli altri.
    All’inizio del 2018 Murray si sottopose a Brisbane a un primo intervento chirurgico in artroscopia che sulle prime sembrò aver risolto parecchi problemi, ma nel giro di poco rigettò nel più nero sconforto Andy, ricollegandolo con quei terribili dolori che pensava d’essersi messo alle spalle. Anzi, prese ad andare sempre peggio, tanto da indurlo ad annunciare un possibile, un più che probabile ritiro dall’attività agonistica nel gennaio del 2019. Agli Australian Open lottò per quattro ore contro Bautista Agut ma andava sempre peggio. Dopo averne ascoltate tante, diede retta a Bob Bryan che gli consigliò un intervento chiamato “Hip Resurfacing”, un rivestimento dell’anca consistente in due lamine di acciaio emisferiche inserite per andare a ricoprire l’articolazione. Il professor Derek McMinn, il primo chirurgo ortopedico che ha tentato questo tipo d’intervento e che ha poi operato Murray a Londra, sostiene che il problema degenerativo dell’anca, nella maggior parte dei casi, sia un problema dettato dall’usura della cartilagine e non l’osso. Per cui, meglio intervenire con un rivestimento e la sostituzione della cartilagine, sia sul versante acetabolare che femorale, restituendo una nuova superficie di carico e quindi praticamente una nuova anca.
    L’anca destra di Murray non è stata ricostruita, né sostituita e neppure sono state inserite placche di metallo. L’articolazione del campione scozzese è stata rivestita, e quindi rinforzata, per ridurre l’attrito fra femore e bacino.
    Certo che quando il professor McMinn gli disse che aveva il 90% di probabilità di tornare a competere ai suoi livelli, ci sarà voluto del bello e del buono perché Andy non facesse una decisa tara e provasse davvero a crederci. Dopo tutto quello che aveva passato…Ma “under armour” c’era ancora il cuore del campione indomito che abbiamo imparato a conoscere, e Murray ha provato a ripartire. Dopo lunga, opportuna riabilitazione, deve essere stato durissimo, stoico sopportare certi carichi di lavoro per provare a tornare definitivamente, ricominciando praticamente da zero. Il ritorno però non è stato per nulla agevole, visto che i mesi sono stati costellati, sì dalla vittoria nel torneo di Anversa del ’19 e da qualche bella prestazione ma, qua e là, da varie e continue noie muscolari: prima a dolergli l’ileopsoas della gamba operata, poi l’inguine sinistro, infine un quadricipite a impedirgli di difendere a Tokyo il titolo olimpico.
    Ma le forze sottili l’hanno sempre spinto ad andare oltre, a cercare il tempo perduto. Vederlo camminare dopo un match ti lascia intuire che le sofferenze possano essere sempre dietro l’angolo, ma ciò che lo anima è il desiderio puro di continuare a giocarsela. Con tutti.Il 2023 sembra essersi aperto con il destino in grado di tornare a sorridergli, cavandolo d’impaccio anche quando la situazione sembra disperata. Murray, del quale fino a qualche mese fa era più facile contare i periodi di pausa che quelli d’attività, ha cominciato a inanellare vittorie da vero highlander.
    Sfruttiamo una ricerca che qualche giorno fa, proprio su questo sito ha prodotto Marco Mazzoni per meglio capire.
    Le vittorie monstre di Andy sono cominciate ad Adelaide, quando ha battuto Korda dopo due ore di lotta, per poi continuare coi cinque set giocati e vinti contro Berrettini agli Australian Open salvando un match point, quindi col turno successivo nel quale ha sconfitto Kokkinakis risalendo da due set sotto. Poi si è arrivati a Doha dove dapprima s’è avvalso della compartecipazione di Sonego, portando a casa un incontro dove s’è ritrovato ad avere altre tre palle-partita contro, per poi piegare Zverev dopo 3 ore e 30 di gara, quindi ha scavalcato l’interessante francesino Muller, prima di domare un Jiri Lehecka “on fire”, salvando altri cinque match point.Vabbè, uno potrebbe dire che ha incontrato Berrettini in un momento un po’ così, che Kokkinakis non è proprio un genio, che Sonego s’è suicidato, che Zverev è poco più che al rientro e Lehecka ha proseguito sulla scia di Sonego e che se solo Matteo, Lori e Jiri avessero convertito una sola delle palle- partita avute, staremmo qui a raccontare un altro film. Ma è una mezza verità, visto che la storia non è fatta dai “se”.Del resto, chi ha visto la finale di Doha, giocata e persa contro Medvedev, ha potuto constatare che intensità abbia messo in campo Murray e quanto abbia meritato d’essere lì.
    Il Medvedev attuale può batterlo solo un “giocatore-chirurgo” che sappia togliere il tempo al russo, abbia nel servizio un’arma davvero letale capace di pescare angoli estremi e che sappia presentarsi a rete in modo perentorio. Battere Daniil tenendo lo scambio è cosa difficile e riesce solo al miglior Djokovic, ma pure lui soffrendo e ingarbugliando le trame, visto come Medvedev riesce a non perdere mai campo, anche quando va a rispondere in tribuna.
    Se si fosse fatta un’analisi del match della finale di Doha sarebbe stato interessante vedere quanti sono stati i “15” giocati oltre l’ottavo scambio: così a spanne, veramente tanti. Segno d’una condizione atletica veramente eccellente di Murray, che è parso migliorato in ogni settore di gioco.Quanto durerà? Difficile dirlo. Quando raggiunge l’asciugamano dopo la disputa d’un punto, la postura in avanti è accompagnata da quella che sembra una leggera zoppia. Ma poi il match riprende e non c’è più traccia d’incertezza. Sembra divertirsi come noi, e più gli scambi durano, più è chiamato a prodezze e più si diverte. Si diverte così tanto che al momento della premiazione, sentendo i complimenti che gli faceva Medvedev gli è apparso sul volto un inusitato largo sorriso.
    Domani è un altro giorno, e per fortuna adesso c’è ancora tanto tennis all’orizzonte di un Murray così. Sarà protagonista d’un istante, d’un’ora? Non importa quel che sarà: basta vederlo giocare per farti dire che vale sempre la pena di continuare a crederci e lottare. Di farti dire che è un grande esempio. È lì a dirti che non è mai finita finché non è davvero finita. Anche quando hai cinque match point contro. Vero Andy?
    Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Le incredibili maratone di Murray nel 2023: è stato in campo 24 ore e 3 minuti!

    Andy Murray

    IronMan. Lottatore indomabile. Gladiatore. Highlander. Basta aprire i social e battere “Andy Murray” per scovare aggettivi del genere e tanti ancora che descrivono le ultime settimane dello scozzese. L’ex n.1 del mondo, tra tre mesi 36enne, con la vittoria di oggi a Doha sul francese Muller è tornato in semifinale di un evento del tour maggiore dopo oltre 8 mesi, dove affronterà per un posto in finale il ceco Jiri Lehecka, tennista in rampa di lancio in questa prima parte di stagione. Ad Andy sono “bastate” 2 ore e 4 minuti per recuperare lo svantaggio del primo set, per poi mettere la quinta e volare via verso un meritato successo.
    Quasi una passeggiata di salute per il 2 volte campione di Wimbledon rispetto alle due durissime vittorie nei primi turni del torneo, nei quali ha sconfitto Lorenzo Sonego (annullando 3 match point) e poi Alexander Zverev, in poco più di tre ore di lotta.
    Quel che sorprende, esalta e incanta nell’inizio di stagione 2023 dello scozzese è l’intensità, pugnacità e capacità di soffrire che dimostra match dopo match, difendendosi quasi come ai bei tempi e restando in campo come un ragazzino ore ed ore a lottare, credendoci fino all’ultima palla. Già, ore a lottare… ma quante? Andando a vedere le sue vittorie nei primi due mesi di stagione, il tutto appare incredibile. 
    Adelaide
    1t: Korda b. Murray in due set: 1h 56 minuti

    Australian Open:
    Murray b. Berrettini in 5 set: 4h 49 minuti (annullato 1 match point)
    Murray b. Kokkinakis in 5 set: 5h e 45 minuti (rimonta due set di svantaggio)
    Bautista Agut b. Murray in 4 set: 3h e 29 minuti

    Doha:
    Murray b. Sonego in 3 set: 2h e 30 minuti, salva 3 match match
    Murray b. Zverev in 3 set: 3h e 30 minuti
    Murray b. Muller in 3 set: 2h e 4 minuti
    In totale quindi Murray, nelle 7 partite disputate nel 2023, ha disputato 25 set, restando in campo 1443 minuti, ossia 24 ore e 3 minuti! E pensare che la maggior parte dei tennisti che hanno avuto simili problemi all’anca si sono ritirati o sono rientrati con scarnissimi risultati. Non Andy, d’acciaio quanto la sua anca… Del resto nella off-season Murray ha parlato chiaro: ci crede, tantissimo. Ha lavorato molto bene sul suo fisico con l’obiettivo di arrivare al massimo possibile sull’erba di Wimbledon, dove sente di poter dire ancora la sua. Ha appena annunciato che intende giocare anche qualche torneo sulla terra battuta, per restare in competizione e continuare a lavorare, visto che il suo fisico sta rispondendo molto bene anche a sollecitazioni importanti e non avrebbe senso starsene fermo oltre due mesi. Che dire… Bravissimo Andy! Possiamo solo apprezzare e premiare la passione sterminata per il tennis di questo vero, autentico Campione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Doha: Andy Murray sgambetta anche Lorenzo Sonego. Il britannico ha anche annullato tre palle match nel terzo set

    Lorenzo Sonego nella foto – Foto Getty Images

    La prima giornata del “Qatar ExxonMobil Open” (ATP 250 – montepremi 1.377.025 dollari) si è rivelata una sfida difficile per l’unico rappresentante italiano, Lorenzo Sonego. L’azzurro, 71° nel ranking ATP, ha dovuto affrontare lo scozzese Andy Murray, ex numero uno del mondo nel 2016 e attualmente 70° nel ranking. La partita, disputata sul cemento del Khalifa International Tennis & Squash Complex di Doha, è stata intensa e combattuta, ma alla fine il torinese è stato sconfitto con il risultato di 4-6, 6-1, 7-6 (4) dopo 2 ore e 31 minuti di partita.
    Questo torneo non è mai stato molto fortunato per Sonego, che non è mai riuscito a passare il primo turno in questa competizione. Al contrario, Murray ha trionfato per due anni di fila (2008 e 2009) dimostrando la sua abilità su questi campi.Adesso, Andy avrà l’opportunità di affrontare il tedesco Alexander Zverev, quarta testa di serie del torneo e 16° nel ranking ATP. Zverev ha beneficiato di un bye al primo turno, ma sarà sicuramente una sfida difficile per Murray, che dovrà dare il massimo per continuare il suo cammino nel torneo.
    Nel primo set, Sonego ha dimostrato un ottimo inizio e ha piazzato il break decisivo nel primo game grazie ad un doppio fallo dello scozzese sulla palla break.Nonostante Murray abbia provato a recuperare il break, Sonego è rimasto solido al servizio, concedendo pochissime opportunità al suo avversario (solo due volte è arrivato a 30 sulla sua battuta l’azzurro). Lorenzo ha giocato con grande intensità e precisione ed ha conquistato la frazione per 6 a 4.
    Il secondo set è stato dominato da Murray che, in un battito di ciglia, si è portato sul 5 a 0, sfruttando la sua potenza e la sua precisione nel colpire la palla.Durante il set, Murray ha mostrato una grande determinazione e concentrazione, dimostrandosi molto attento alla tattica di gioco dell’avversario e cercando sempre di mantenere il controllo della partita. Ha inoltre dimostrato un’ottima capacità di lettura del gioco dell’italiano, riuscendo a sfruttare le sue debolezze e a conquistare due volte la battuta di Sonego.Alla fine, il punteggio del set ha parlato chiaro: Murray ha vinto 6 a 1, dopo aver tenuto a 15 l’ultimo game di battuta del parziale.
    Nel terzo set sul punteggio di 5-4 a favore di Sonego, con Murray alla battuta, il tennista italiano ha mancato ben tre palle match, con Murray che riusciva a salvarsi mandando la frazione al tiebreak.Nel tiebreak, Sonego è partito forte ed è riuscito a ottenere due minibreak, portandosi in vantaggio per 3-0. Tuttavia, l’azzurro ha subito un momento di difficoltà e ha ceduto sei punti consecutivi a Murray, che si è portato sul punteggio di 6-3 con due servizi a disposizione.Dopo aver mancato il primo match point al secondo tentativo, Andy Murray è riuscito a chiudere la partita per 7 punti a 4, ottenendo così la vittoria.
    ATP Doha Lorenzo Sonego616 Andy Murray467 Vincitore: Murray ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0*-0 1-0* 2-0* 3*-0 3*-1 3-2* 3-3* 3*-4 3*-5 3-6* 4-6*6-6 → 6-7A. Murray 15-0 15-15 30-15 40-15 40-306-5 → 6-6L. Sonego 15-0 30-0 40-05-5 → 6-5A. Murray 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-405-4 → 5-5L. Sonego 15-0 30-0 40-04-4 → 5-4A. Murray 0-15 15-15 30-15 40-154-3 → 4-4L. Sonego 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 4-3A. Murray 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3L. Sonego 15-0 15-15 30-15 40-15 ace2-2 → 3-2A. Murray 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-30 40-40 A-402-1 → 2-2L. Sonego 0-15 15-15 30-15 40-15 ace ace1-1 → 2-1A. Murray 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-401-0 → 1-1L. Sonego 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 df 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2A. Murray 15-0 30-0 40-0 ace 40-151-5 → 1-6L. Sonego 15-0 30-0 40-00-5 → 1-5A. Murray 15-0 30-0 40-00-4 → 0-5L. Sonego 0-15 0-30 0-40 15-40 ace 30-40 df0-3 → 0-4A. Murray 15-0 30-0 30-15 30-30 40-300-2 → 0-3L. Sonego 0-15 0-30 df 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A0-1 → 0-2A. Murray 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Sonego 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4A. Murray 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4L. Sonego 0-15 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3A. Murray 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-2 → 4-3L. Sonego 15-0 15-15 30-15 40-15 40-303-2 → 4-2A. Murray 15-0 30-0 40-0 40-153-1 → 3-2L. Sonego 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 df2-1 → 3-1A. Murray 15-0 30-0 40-02-0 → 2-1L. Sonego 0-15 df 15-15 30-15 40-15 40-30 ace1-0 → 2-0A. Murray 0-15 0-30 0-40 df0-0 → 1-0
    8 ACES 15 DOUBLE FAULTS 256/86 (65%) FIRST SERVE 61/90 (68%)46/56 (82%) 1ST SERVE POINTS WON 47/61 (77%)12/30 (40%) 2ND SERVE POINTS WON 16/29 (55%)6/8 (75%) BREAK POINTS SAVED 3/4 (75%)14 SERVICE GAMES PLAYED 1514/61 (23%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 10/56 (18%)13/29 (45%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 18/30 (60%)1/4 (25%) BREAK POINTS CONVERTED 2/8 (25%)15 RETURN GAMES PLAYED 1420/25 (80%) NET POINTS WON 12/22 (55%)34 WINNERS 2638 UNFORCED ERRORS 1958/86 (67%) SERVICE POINTS WON 63/90 (70%)27/90 (30%) RETURN POINTS WON 28/86 (33%)85/176 (48%) TOTAL POINTS WON 91/176 (52%)223 km/h MAX SPEED 202 km/h200 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 182 km/h152 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 144 km/h LEGGI TUTTO