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    Dialoghi sul Talento”: Steffi Graf e Andre Agassi incontrano domani gli studenti a Cuneo. Il programma dell’evento

    Giovedì 7 novembre a partire dalle ore 9,30, presso il Palazzetto dello Sport di Cuneo, Steffi Graf e Andre Agassi incontreranno migliaia di studenti delle scuole secondarie di secondo grado (superiori) della provincia di Cuneo e un foltissimo pubblico (i biglietti, disponibili online dal 23 ottobre, sono andati esauriti in pochissime ore) nel nuovo appuntamento […] LEGGI TUTTO

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    Andre Agassi e Steffi Graf incontrano a Cuneo studenti per parlare di talento e autenticità

    Andre Agassi e Steffi Graf nella foto

    Giovedì 7 novembre a partire dalle ore 9,30, presso il Palazzetto dello Sport di Cuneo, due leggende del tennis mondiale, Andre Agassi e Steffi Graf, incontreranno migliaia di studenti delle scuole secondarie di secondo grado (superiori) della provincia di Cuneo nel nuovo appuntamento del format “Dialoghi sul talento”. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con I Tennis Foundation, la Children for Tomorrow di Stefanie Graf e l’Andre Agassi Foundation for Education e con il supporto di Collisioni, prosegue il ciclo di grandi incontri promossi dalla Fondazione CRC − Kerry Kennedy (figlia di Bob) nel 2018, l’astronauta Paolo Nespoli nel 2019, il maestro Andrea Bocelli nel 2022 e l’allenatore del Manchester City Pep Guardiola nel 2023 − con l’obiettivo di ispirare, attraverso l’incontro con personalità di caratura internazionale, le giovani generazioni della provincia di Cuneo.La partecipazione sarà aperta al pubblico gratuitamente con iscrizioni dal sito www.fondazionecrc.it a partire dal 23 ottobre alle ore 12.
    Mauro Gola, presidente di Fondazione CRC: “Grazie alla disponibilità di Andre Agassi e Steffi Graf e alla collaborazione di I Tennis Foundation, il prossimo 7 novembre migliaia di ragazze e ragazzi della nostra provincia avranno l’occasione di conoscere dal vivo due miti dello sport internazionale e di farsi ispirare dalle loro storie personali. A pochi giorni dalle ATP Finals di Torino, siamo particolarmente felici di ospitare a Cuneo un appuntamento che vuole sottolineare il valore dello sport per la scoperta e la valorizzazione dei talenti delle giovani generazioni e permette alla Fondazione CRC di consolidare relazioni con importanti realtà filantropiche internazionali”.
    Andre Agassi: “Anche se non sono stato io a sceglierlo, il tennis mi ha donato molte delle cose più belle della mia vita: la mia famiglia, la mia fondazione, e una visibilità che mi ha permesso di attivarmi per gli altri e di entrare con loro in connessione. Mi piace raccontare la mia esperienza, nella speranza che l’esempio dei miei successi, delle mie sfide e molto spesso dei miei fallimenti possa aiutare gli altri ad essere migliori. Di tutti i risultati che ho ottenuto, quello che mi rende più orgoglioso non sarà mai l’essere stato il numero 1 al mondo, aver vinto Wimbledon o una medaglia d’oro alle Olimpiadi, ma avere un impatto positivo sulla vita degli altri. Non vedo l’ora di tornare in Italia, un paese ricco di cultura tennistica e sportiva, e un posto di cui conservo bellissimi ricordi sia a livello professionale che umano”.
    Steffi Graf: “Il tennis è stato una parte significativa della mia vita. Sono fiera di quello che ho ottenuto in campo, ma ho sempre saputo che volevo usare la mia visibilità per aiutare gli altri. Nel 1998 ho creato la mia Fondazione, la Children for Tomorrow, per aiutare bambini con traumi di guerra, provenienti da paesi dilaniati dal conflitto. Il lavoro che facciamo mi appassiona molto. E ho bellissimi ricordi dell’Italia, dove non vedo l’ora di tornare per promuovere la nostra Mission”.
    Simone Bongiovanni, founder I Tennis Foundation: “Siamo molto felici che Fondazione CRC abbia voluto coinvolgerci nella quinta edizione del format ‘Dialoghi sul talento’ che vede quest’anno protagonisti due dei più grandi campioni della storia del tennis, un esempio sportivo e di vita per tutti i ragazzi. I Tennis è nata con l’obiettivo di aiutare i giovani talenti del tennis che hanno qualità e determinazione ma non le possibilità economiche per valorizzarle. Da qui la realizzazione di diversi progetti benefici fra cui Intesa Sanpaolo Assicura Little Tennis Champions, un piano di borse di studio pluriennale per 12 ragazzi italiani volto a fornire un percorso educativo-formativo con top coach di fama mondiale e la partecipazione ai tornei internazionali per consentire la migliore prosecuzione del loro cammino tennistico”.
    Durante la mattinata, gli studenti saranno condotti a ragionare sul valore dello sport come strumento di crescita, di scoperta dei propri talenti e di accettazione del proprio sé. LEGGI TUTTO

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    Il record di Darren Cahill: ha portato al n.1 quattro diversi giocatori

    Darren Cahill, allenatore di Jannik Sinner

    Quando nel febbraio del 2022 Jannik Sinner decise clamorosamente di interrompere il suo rapporto con Riccardo Piatti fu subissato da enormi critiche. In pochi giorni il ruolo di allenatore è stato coperto da Simone Vagnozzi, quindi in giugno, per la campagna su erba, ecco il “super coach”: Darren Cahill. Ex pro di buona qualità, l’australiano è considerato unanimemente uno dei migliori allenatori al mondo. Parole pacate, grandissima visione del gioco e della professione, è soprattutto un ottimizzatore e motivatore, uno che conosce il mondo del tennis e le sue dinamiche, attento ad ogni aspetto che può fare la differenza. Il nuovo team di Jannik, per così dire “Taylor made” ha fatto decollare la sua carriera. Lunedì prossimo Sinner si siederà per la prima volta sul trono del tennis mondiale, un n.1 meritatissimo dopo mesi e mesi di grandissimo tennis e costanza di risultati. Per Cahill, Sinner sarà il quarto giocatore portato in cima alla classifica: prima del pusterese Lleyton Hewitt, Andre Agassi, Simona Halep. Quattro tennisti completamente diversi per età, paese, stile di gioco, attitudine e carattere, fatto questo che conferma quanto sia bravo Darren nel capire le problematiche dei suoi assistiti e far decollare il loro tennis sino al vertice.
    Ripercorriamo brevemente i percorsi degli altri n.1 seguiti da Cahill, tre leggende del tennis mondiale.
    Lleyton Hewitt – Cahill si è affermato come coach proprio con la partnership triennale con il suo giovanissimo connazionale, iniziata nel 1998, quando “rusty” aveva solo 17 anni. Due gambe potentissime, un rovescio fantastico e tonnellate di carattere, per un talento assai precoce già vincente sul tour maggiore da teenager. Con Cahill nel suo box, Hewitt ha alzato progressivamente il suo livello di gioco e migliorato i suoi colpi, conquistando il suo primo titolo del Grande Slam a US Open nel 2001, dove ha dominato in finale Pete Sampras (7-6(4), 6-1, 6-1 il punteggio). Nel novembre 2001, due mesi dopo il trionfo a Flushing Meadows, Hewitt è diventato il giocatore più giovane a raggiungere il numero 1 del ranking mondiale ATP all’età di 20 anni e otto mesi. Questo record è stato poi battuto da Carlos Alcaraz nel settembre del 2022. Hewitt vinse il suo decimo e ultimo titolo sotto la guida di Cahill alle ATP Finals del 2001 a Sydney, poco prima che la coppia si separasse nel dicembre 2001, al termine di una stagione in cui l’australiano finì come numero 1 del mondo.
    Andre Agassi – All’inizio del 2002, Cahill divenne l’allenatore del leggendario tennista statunitense, rimpiazzando il ruolo che fu di Brad Gilbert. Agassi era già nella fase terminale della sua carriera, ma proprio da “vecchio” era paradossalmente più preparato fisicamente, lucido dal punto di vista tattico e sempre pronto a sgambettare i più giovani rivali a furia di un pressing sempre più calcolato e razionale. Cahill fu grande motivatore per Andre, gli conferì nuovi stimoli e lo migliorò ancora dal punto di vista tattico, ottimizzando le energie e ottenendo insieme altri grandi successi. Nel 2003 Darren guidò Agassi nella vittoria del suo ottavo e ultimo titolo Major agli Australian Open, dove perse solo un set durante tutto il torneo. Il kid di Las Vegas si prese anche l’enorme soddisfazione di tornare al numero 1 del mondo nell’aprile 2003, rendendolo il giocatore più anziano in cima alla classifica ATP dell’epoca con 33 anni e 131 giorni. Il record fu poi superato da Roger Federer e quindi Novak Djokovic. Agassi è stato allenato da Cahill fino al suo ritiro nel 2006 e ha vinto nel corso della loro collaborazione ben 11 titoli. Davvero un gran finale.
    Simona Halep –  Cahill dopo l’esperienza con Agassi è passato al team Adidas, un progetto generale di supporto ai molti giovani talenti sponsorizzati dal noto brand tedesco. Dopo aver allenato giocatori come Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco e Daniela Hantuchova, Cahill si è dedicato esclusivamente ad un’altra fruttuosa collaborazione con Halep, iniziata nel 2015. Con l’australiano a suo fianco, la rumena ha raggiunto una dimensione nettamente superiore: ha rafforzato in modo clamoroso i colpi d’inizio gioco e portato nel suo tennis un’attitudine assai più offensiva che l’ha issata sino alla vetta della classifica WTA nell’ottobre 2017, chiudendo l’annata e anche quella successiva da n.1. Halep ha raggiunto tre finali Major con Cahill e ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam Roland Garros nel 2018 e quindi Wimbledon nel 2019. La partnership si è conclusa dopo sei anni alla fine del 2021.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Agassi sul tennis di Alcaraz: “Quando è troppo statico gioca con meno convinzione”

    Agassi con Alcaraz a Las Vegas

    Una delle qualità fondamentali di un tennista è saper leggere le situazioni e trovare una risposta immediata. La capacità di analisi in tempi minimi può essere la differenza tra un buon tennista e un campione. In questo Andre Agassi è stato una vera leggenda. Il Kid di Las Vegas ricorda anche a distanza di anni punti cruciali della sua carriera, le situazioni e come le ha gestite, nel bene o nel male. È sempre stato bollato come l’emblema dell’istinto, ma realtà la sua mente processava a velocità della luce migliaia di informazioni, tanto che nella seconda parte della sua carriera, quando ha “deciso” di fare davvero il professionista a 360°, è diventato superbo sul piano tattico e pure molto longevo. Per questo non stupisce che oggi sia uno dei più precisi ed interessanti osservatori del gioco.
    Nella sua città natale Andre ha potuto osservare da vicino e con grande attenzione Carlos Alcaraz, protagonista della faraonica esibizione con Nadal. Agassi ai media locali così ha parlato delle qualità dello spagnolo, individuando nel suo tennis un punto di debolezza finora poco sottolineato dagli analisti del gioco.
    “Adoro il gioco di Alcaraz in movimento, quando è in volo, la dinamica e la sua capacità di usare la geometria e il ritmo può distruggere ogni rivale“, afferma Agassi. “A volte mi preoccupa un po’ quando è statico. Quando i suoi piedi non devono muoversi tanto sembra più incerto, come se non sapesse dove dirigere tutta quell’energia e diventa così attendista, non colpisce con la stessa convinzione rispetto a quando è in movimento e può prendere il controllo del punto”.
    L’americano crede anche che Alcaraz non abbia ancora capito quale sia la sua arma più grande, ma questo non è motivo di preoccupazione visto che siamo solo all’inizio della sua carriera. “Quando guardo la capacità di Alcaraz di gestire un tale vantaggio, farà fatica a tenere le redini e non necessariamente dovrà fare più del necessario, nella maggior parte delle sue partite. Tutti i grandi capiscono su cosa è costruito il loro gioco e fanno affidamento su quello nei momenti più importanti. Mi chiedo se Carlos abbia capito su cosa farà affidamento per creare quella pressione costante per il suo avversario, qualcosa che gli dia la più alta percentuale per crearsi un vantaggio. Potrebbe affidarsi al servizio, una volée o una palla corta.  Può fare tutto. Troverà il punto di forza a cui affidarsi, ha solo 20 anni. Sarà bellissimo quando lo farà” conclude Andre.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Agassi nuovo capitano in Laver Cup?

    Andre Agassi

    Secondo il noto giornalista statunitense Craig Shapiro, Andre Agassi potrebbe rimpiazzare John McEnroe come capitano del team world alla Laver Cup, forse non da quest’edizione (in programma a Berlino il prossimo settembre) ma dal 2025.  “Una fonte mi ha rivelato che Andre Agassi sarà nominato nuovo capitano in Laver Cup”, scrive il giornalista americano sul social X.
    Agassi, oggi 53enne, è molto attivo nel Pickleball, nuova disciplina sbarcata anche in Italia da poco ma che negli USA è molto diffusa e sta prendendo sempre più piede. Nella sua Las Vegas, Andre ha investito diversi soldi per la costruzione di campi e in eventi di promozione, coinvolgendo altre vecchie glorie tennistiche e facendo spesso coppia con la moglie Steffi Graf.
    L’otto volte campione Slam ed ex numero 1 del ranking non ricopre un ruolo attivo nel tennis dalla collaborazione con Grigor Dimitrov. McEnroe invece è capitano della squadra “world” della Laver Cup fin dalla sua prima edizione, quella 2017 svolta a Praga. L’eventuale arrivo di Agassi in Laver Cup potrebbe significare un cambio totale nei capitani, magari con Roger Federer alla guida degli europei. Lo svizzero infatti in una recente intervista, interpellato su di un suo possibile ruolo nella ricca esibizione a squadre per nazioni, non ha escluso la possibilità di diventare in futuro capitano.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Nadal: “Adoravo le sfide tra Agassi e Sampras, talento e tattica erano più importanti in campo di quanto non lo siano ora”

    Rafa Nadal, 20 titoli Slam

    Rafa Nadal racconta al magazine giapponese Sport quanto abbia amato le leggendarie sfide tra Agassi e Sampras, decisive per farlo diventare il campione capace di vincere 20 Slam. A suo dire, il tennis mostrato in quell’epoca è stato il più interessante, perché fondato su di un mix di talento e tattica, senza l’esasperazione della velocità attuale. Rafa rimpiange il tennis di quell’epoca, quello che lui stesso praticava all’inizio della sua carriera. Ecco il passaggio dell’intervista in cui racconta questo concetto.
    “Sono stato influenzato dal tennis mio attuale allenatore Carlos Moya, per me è sempre stato un idolo, un punto di riferimento. Tornando indietro nella storia, mi piace il gioco di Ilie Nastase. Ma quando ero bambino, ero un grande fan di Pete Sampras e Andre Agassi, adoravo guardare le partite tra loro”, afferma Rafa.
    “Ho imparato uno stile di gioco aggressivo da Sampras e uno spirito combattivo da Agassi. Le partite tra loro sono state molto stimolanti in quanto sono due giocatori molto diversi. Hanno regalato momenti magici di tennis, incontri scolpiti nella storia del gioco e nella mia memoria“.
    “Vorrei che si giocasse ancora come quell’epoca. Perché? Il gioco era basato di più sulle sensazioni, sul talento, sulla tattica, c’erano più sfaccettature, ogni match era più complesso rispetto ad oggi, dove tutto è basato sulla potenza e velocità. Quello era un gioco magico. A quel tempo, il talento e la tattica erano più importanti in campo di quanto non lo siano ora. C’era un attacco e una difesa, era necessario lavorare in scambi più lunghi prima vincere il punto, oppure c’era un attacco vero, forte, diretto. Il gioco ti metteva di più alla prova, sia nella tua pazienza che nell’abilità. Il tennis attuale non ha questo. I campi in terra battuta possono ancora creare partite del genere, ma sui campi in erba o cemento è quasi impossibile. Il tennis è diventato più veloce ma più povero”.
    Considerazioni interessanti, ma anche singolari, poiché proprio Rafa è stato un mago della tattica, ma il suo ingresso nel mondo del tennis è stato una rivoluzione proprio a livello di potenza e forza. Dopo il suo avvento, il gioco è diventato ancor più intenso a livello di spinta e di capacità di resistenza. Lui parla oggi di velocità, ma ai tempi del dynamic-duo Pete-Agassi, i campi e le palle erano ancora più veloci di oggi, ma si affrontava lo scambio in modo diverso. È un discorso complesso, ma interessante.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    È deceduto Mike Agassi, papà di Andre

    Una foto della famiglia Agassi, con Mike insieme ai giovani figli

    Arriva dagli States la notizia della scomparsa di Mike Agassi, papà di Andre. Mike è morto presso il Nathan Adelson Hospice di Tenaya Avenue a Las Vegas lo scorso venerdì, Andre ha confermato la notizia ieri sera. Mike aveva 90 anni.
    Andre Agassi ha dichiarato che le esequie saranno strettamente private, senza aggiungere ulteriori commenti.
    Nato in Iran, Emmanuel “Mike” Agassi è stato un pugile olimpico per il suo paese ai giochi del 1948 e 1952. Dopo i Giochi, ha seguito suo fratello Samuel a Chicago. Ha cambiato il suo nome in “Mike” dopo aver completato il processo legale di immigrazione negli USA. Nel 1963 si trasferì a Las Vegas per lavorare all’hotel-casinò Tropicana. Agassi notò rapidamente che molti campi da tennis della struttura rimanevano vuoti per la maggior parte della giornata. Amava il tennis, praticandolo con scarsa tecnica da autodidatta, ma presto si offrì ai clienti per giocare con loro.
    Agassi e sua moglie, Elizabeth, ebbero quattro figli: Rita, Phillip, Tami e Andre. Mike provò ad inculcare la passione per il tennis ad ognuno di loro, con la visione di farne campioni della racchetta e multimilionari. Trovò terra fertile in Andre, particolarmente rapido e con una visione che gli permetteva di colpire già in tenera età la palla con anticipo e precisione. Questo “segnò” in modo indelebile la sua vita. Il padre lo portava continuamente su quei campi sottoponendolo a durissime sessioni di allenamento, con migliaia di palle da colpire ogni giorno sparate da una macchina (modificata per renderla ancor più temibile), che il papà ribattezzò “The Dragon”. La storia è nota in molti dettagli per coloro che hanno letto la bellissima biografia di Andre, “Open”.
    Nel tempo i rapporti tra Mike ed Andre sono stati burrascosi, tra liti, silenzi, accuse e molto altro. In “risposta” al libro Open, Mike fece pubblicare la sua versione dei fatti nel libro “Indoor”, che già dal titolo esprime forte il concetto di essere totalmente opposto alla versione del figlio.
    “Partendo da un’infanzia avversa in Iran, Mike Agassi ha letteralmente combattuto la sua strada verso l’America per crescere quattro figli straordinari, tutti giocatori di tennis d’élite e Andre che ha continuato a cambiare il gioco del tennis e della filantropia”, così ha detto di Mike il direttore della US Tennis Association del Nevada, Ryan Wolfington. “Gli sforzi di Mike Agassi come allenatore e sostenitore del tennis, profondamente appassionato dello sport, hanno ispirato innumerevoli vite. La sua caratteristica più cara, tuttavia, è il suo grande cuore per aiutare i bisognosi, qualcosa che tutti i suoi figli hanno portato avanti in modo straordinario”.
    Nel bene o nel male, Mike Agassi resta una figura importante nella formazione di Andre e quindi nella storia del nostro sport.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Archeo-Tennis: 3 settembre 2006, Agassi gioca il suo ultimo match a US Open

    3 Settembre 2006. Esattamente 15 anni, sull’Arthur Ashe di Flushing Meadows, calò il sipario sulla carriera di Andre Agassi. Grandissimo e discusso campione, passato da giovane scapestrato e conflittuale a tennista sempre più moderno e vincente, sino a trasformarsi quasi in mentore e “saggio”, assai impegnato nel sociale con la sua fondazione. Si sono scritti […] LEGGI TUTTO