consigliato per te

  • in

    Woodforde: “Assegnare punti ATP in Davis è un’opzione per il futuro”

    Mark Woodforde (foto Getty Images)

    Mark Woodforde, storico tennista australiano e formidabile doppista in coppia con Todd Woodbridge, è stato intervistato da Alessandro Mastroluca per SuperTennis in quel di Bologna in merito all’attualità della Coppa Davis e al suo futuro. Oggi il 57enne nativo di Adelaide è presidente del Davis Cup Committee e membro del Consiglio direttivo dell’ITF, un ruolo quindi un certo peso nell’ambito della politica tennistica. Secondo l’australiano, il fascino della Coppa Davis è ancora assai vivo, ma i tempi sono cambiati con tantissimi tornei ATP in calendario. L’idea di assegnare punti per il ranking individuale con le presenze in nazionale è un’ipotesi sul tavolo, da non scartare nel prossimo futuro. Riportiamo alcuni estratti dell’interessante intervista.
    “Quando giocavo io, il tennis non aveva così tanti tornei in calendario come adesso. Penso che il rapporto con la nazionale e la Davis sia cambiato, perché il tennis si è evoluto. L’ATP Tour prospera, ci sono tanti tornei a vari livelli. Ci sono giocatori per i quali giocare per la loro nazione non è una priorità perché il circuito sta facendo tanto anche in termini di prize money. E consideriamo che la Coppa Davis non coinvolge soltanto le squadre presenti nella fase a gironi, ma oltre 150 nazioni. Quella di non venire a giocare la Coppa Davis è una decisione personale. Noi abbiamo un canale di comunicazione con i giocatori, ma siamo un’organizzazione di nazioni. Cerchiamo di raccogliere tutte le informazioni e i feedback, dobbiamo considerare anche il calendario e la presenza di altre competizioni a squadre che mettono in palio prize money alti. La Coppa Davis è sempre stata la competizione più grande, più prestigiosa nel nostro sport. Oggi, però, per i giocatori ci sono molte più opzioni”.
    “Per arrivare a questo formato, c’era stata un’ampia consultazione con i giocatori. Poi quando si è andati al voto, quasi il 75% delle nazioni si è espresso a favore del nuovo format. Tutti erano consapevoli che eliminare il modello precedente, in cui per ogni partita di ogni turno una squadra giocava in casa, e passare a questa versione simile a un Mondiale del tennis, avrebbe portato a giornate più difficili quando la nazione ospitante non fosse stata in campo. Ma anche nei tornei del circuito ATP ci sono giornate con meno pubblico, spesso le prime, in cui i tifosi non riempiono lo stadio. Abbiamo discusso la questione nel Committee, nel board dell’ITF, all’epoca con Kosmos. Quel che è certo è che nel vecchio format la Coppa Davis stava morendo. C’erano nazioni che non volevano organizzare i tie, anche nelle categorie più alte della manifestazione, perché economicamente non sarebbero rientrate dei costi. Stiamo comunque raccogliendo feedback in tutte le città sedi dei gironi per capire come migliorare. La Coppa Davis resta un valore, e secondo me non celebriamo abbastanza i giorni di successo, come quelli in cui abbiamo riempito gli stadi a Bologna o a Manchester questa settimana”.
    “La partnership con l’ATP è iniziata quando c’era ancora Kosmos e va avanti. Per noi è importante lavorare con il massimo della coesione. L’ITF è una delle sette organizzazioni che governano il tennis, per noi è importante avere questo rapporto con ATP per il futuro di questa competizione. Né l’ITF né il Davis Cup Committee hanno scelto la settimana in cui giocare la fase a gironi, ad esempio. Riuscire a lavorare insieme con ATP permetterà non sono di ragionare insieme del calendario, ma anche di darci aiuto reciproco nel promuovere gli Slam, i Masters 1000 e la Coppa Davis, uno dei pilastri del nostro sport”.
    “Punti ATP con i match in Davis? Abbiamo discusso questa opzione, ed è ancora sul tavolo. C’è un’altra competizione a squadre a inizio stagione, la United Cup, che li assegna. Come ho detto, i giocatori oggi hanno tante opzioni. La Coppa Davis si gioca dopo gli slam, noi speriamo che i giocatori si impegnino a disputarla, perché far parte della Coppa Davis rimane un grande onore, ma non possiamo poggiare soltanto su questo concetto. Assegnare punti rimane un’opzione, ne abbiamo parlato e vale la pena continuare a farlo con ATP”. LEGGI TUTTO

  • in

    Berrettini dal Presidente Mattarella: “Spero un giorno di poter tornare qui con un trofeo più importante”

    Riportiamo dal sito Federtennis (di Alessandro Mastroluca) le belle parole spese dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per Matteo Berrettini, autore di un’impresa storica a Wimbledon, insieme alle dichiarazioni di Matteo e del Presidente della FIT Angelo Binaghi.   “Questo non è un giorno di grandi discorsi, ma di applausi e di ringraziamenti” dice il presidente […] LEGGI TUTTO

  • in

    Lorenzo Musetti: “Ho più consapevolezza. La continuità in allenamento è la chiave”

    Lorenzo Musetti, n.123 del ranking ATP

    Lorenzo Musetti ha rilasciato una bella intervista ad Alessandro Mastroluca, pubblicata oggi sul Corriere dello sport. Il nostro talento ha raccontato come sta vivendo questo momento magico, dopo l’esplosione agli Internazionali BNL d’Italia, e qualche curiosità sulla sua vita. Ne riportiamo le parti più significative.

    “E’ stato un mese incredibile, non ce l’aspettavamo. Abbiamo lavorato tanto, il livello di tennis c’era. Mancava un po’ di continuità a livello delle partite. L’anno scorso e all’inizio di questa stagione, ho avuto tanti alti e bassi e questo condizionava anche il mio ranking, le mie vittorie. Siamo riusciti ad aggiustare la parte mentale, della fiducia, prendendo convinzione soprattutto dopo il Challenger di Trieste. Lì ho giocato un ottimo torneo, e da quel momento è stata una scalata. La cosa che mi rende più fiero è vedere che viene ripagato il tanto lavoro che c’è dietro”.
    “A casa sono molto contenti. Il taglio dei capelli? Sono stati proprio i miei che mi hanno spinto a farlo, iniziavano ad essere un po’ troppo lunghi…”.
    Giocare tanti Challenger in Italia è stato importante: “Più della possibilità di non spostarsi, è stato significativo ricevere tante wild card in tornei che si sono rivelati importanti per la mia crescita, e devo sicuramente ringraziare la Federazione per questo. (…) Sono stato bravo e fortunato a sfruttare quelle wild card. Ora speriamo di non doverne fare più uso”.

    “Programmazione 2021 più ambiziosa? Non ne abbiamo parlato con Simone (Tartarini, il suo coach, ndr), ma penso di sì. L’obiettivo è entrare in tabellone all’Australian Open, vorrebbe dire essere tra i primi 100 o molto vicino. Da lì in poi, quando finirà questa stagione, decideremo come affrontare la prossima. Ma visto che il livello c’è, posso cercare di giocare più tornei ATP invece dei Challenger”
    Il focus si sposta sull’allenamento, la chiave dello scatto in avanti di Musetti: “Non sono cambiate le routine, c’è solo un po’ più di consapevolezza da parte mia sul fatto che la continuità si trovi soprattutto in allenamento. Prima c’erano giornate in cui ero nervoso, non mi allenavo al meglio. Anche in allenamento sentivo di avere alti e bassi. Sto cercando di cambiare su questo aspetto e i miglioramenti durante le partite, i tornei, si sono visti. Ma bisogna lavorarci ancora”.
    Una nota sulla preparazione dei match e il dopo partita: “Provo qualche schema prima del match, lo trovo utile e funzionale alla mia personalità e al mio tipo di gioco. Mi è capitato di rivedermi in tv proprio con Simone in camera. L’analisi della partita la facciamo sempre e alla fine combacia. Anche se in campo magari non sono riuscito a fare qualcosa, me ne accorgo. E le mia analisi coincide con quella di Simone. E penso che sia importante, credo che questa consapevolezza sia la svolta del mio miglioramento“.
    “Il mio colpo preferito? Forse è il rovescio lungo linea, quando  è vincente e la palla va dove vorrei”.
    “Ascolto molta musica, nella mia playlist c’è un po’ di tutto, moderna ma anche tanta musica anni 80 e 90, rock e non solo. Guardo anche le serie su Netflix in camera”.
    “I social? è normale usarli per la mia generazione, quello che uso di più è Instagram. Ho solo quello e Facebook”.
    “Un pregio e un difetto? Forse bisognerebbe chiederlo a qualcun altro. Il pregio è sicuramente che so ascoltare, e credo che sia una bella cosa. Un difetto è che a volte sono un po’ pigro“. LEGGI TUTTO

  • in

    “Federer Nadal Djokovic – I dominatori del tennis”, nuovo libro di Cento Autori sulla più iconica rivalità del tennis

    Cento Autori, casa editrice attiva dal 2007, lancia “Raccontando lo sport”, collana di saggistica sportiva curata da Andrea Pelliccia, ingegnere chimico napoletano con all’attivo diversi libri legati allo sport (“Up & Under – racconti di rugby” e “Quando c’era Paolo Valenti”, tra gli altri). Il primo volume di questa collana esce proprio oggi ed è […] LEGGI TUTTO