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    Anno nuovo, vita vecchia: Bergamo ko in casa della Tinet

    Anno nuovo, trasferte vecchie. Nemmeno il 2023 segna un cambio di rotta per l’Agnelli Tipiesse. Dopo tre vittorie una via l’altra al PalaIntred tra campionato e Coppa Italia i rossoblù cadono a Prata di Pordenone senza riuscire a muovere la classifica. E’il sesto stop esterno consecutivo: i soli due sorrisi sono datati rispettivamente 9 e 19 ottobre, alla prima e alla terza giornata a Cantù e a Ravenna. Molto più di un male di trasferta, qualcosa di razionalmente complesso da spiegare. Cosi come i troppi volti che i bergamaschi mettono sul taraflex nell’arco di un confronto. Risultato legittimo che premia una Tinet da play-off tra le mura amiche, abilissima a sfruttare tutti i numerosi passaggi a vuoto dei nostri, a tratti perfino indolenti.
    Soprattutto perché ripiombano tempo zero nel “vizietto” che si sperava fosse rimasto relegato nel cassetto: l’approccio “svagato” in versione trasferta. La Tinet cosi ha gioco facile e stacca per due volte fermando Padura Diaz (9-4 e 12-8) per poi mettere il doppiaggio con un altro block (5-2 per i padroni di casa il parziale nel fondamentale, 11-4 alla fine) su Cargioli (16-8). E’ il prematuro segnale, nonostante un sussulto in chiusura fino al -3, di una contesa da impostare in rincorsa, esattamente il contrario rispetto ai piani. Ci pensa però capitan Cominetti a suonare la carica con un turno al servizio (con tanto di ace di fila) variando spesso il colpo a propiziare il 4-13 alla ripartenza mentre Held (immarcabile con 8 punti, 62%) e Padura Diaz (suo il 7-14) carburano pressoché di conseguenza e la strada verso l’equilibrio diventa spianata nonostante Graziosi preferisca chiamare un time-out sul 16-21 per azzerare ogni rischio. Il tempo per consentire ad Held di sigillare il pareggio con un turno dei suoi dai nove metri. A proposito di servizio, fa male anche Petras al ritorno in campo (12-10) con Held che gli risponde subito con la stessa arma (12-12), ma sono i padroni di casa ad allungare di nuovo con un break 7-2 (19-14) facendo leva sulla specialità della casa, la battuta. Quando anche Held, il più costante, non passa (23-17) è il segnale della nuova freccia inserita da Boninfante e soci. Sempre a proposito di situazioni da non servire su un piatto d’argento, Bergamo scatta male anche nel periodo che avrebbe potuto e dovuto essere quello della speranza. Invece si rivela sulla falsariga di quello d’apertura: Tinet immediatamente avanti di quattro, gli ospiti che provano a restare con fiato sul collo (12-11) senza però riuscire minimamente nell’intento anche perché il desolante 24% in attacco stronca ogni pensiero di allungare il discorso. E l’ennesimo capitolo della saga Dottor Jekyll e Mr. Hyde è scritto.
    Prata di Pordenone – Bergamo-3-1 (25-21 17-25 25-20 25-19)
    Tinet: Petras 13, Scopelliti 10, Boninfante 3, Porro 17, Katalan 10, Gutierrez 4, De Angelis (L), Baldazzi 6, Pegoraro, Gambella. N.e. Bortolozzo, De Paola, Bruno, De Giovanni. All. Boninfante
    Agnelli Tipiesse: Copelli 9, Jovanovic, Held 21, Cargioli 9, Padura Diaz 13, Cominetti 10, Toscani (L), Catone, Pahor, Baldi. N.e. Cioffi, Lavorato Mazzon, De Luca. All. Graziosi
    Arbitri: Turtù, Clemente. LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Bonetti e la “prima” da telecronista: “Mi farà effetto tornare a Bergamo”

    Un doppio ex, stavolta perfino triplo. Bergamo e Santa Croce sono state rispettivamente la prima e l’ultima tappa in serie A2 di Lorenzo Bonetti. Nel 2006-2007 nel ruolo di palleggiatore in rossoblù con Luciano Cominetti in panchina, nel 2016-2017 come schiacciatore con i Lupi. Cisano, invece, nel 2012-2013 in B1 ha rappresentato il basilare “appiglio sportivo” nella battaglia vinta contro un linfoma non Hodgkin. Classe 1988, orobico doc di Trescore ha appeso le classiche ginocchiere al chiodo dopo l’ultimo biennio in cadetteria con Grassobbio. Ma il richiamo della pallavolo è sempre forte, la passione è un fuoco che non si è spento e nemmeno lo farà mai. Ragion per cui Agnelli Tipiesse lo ha fortemente voluto per commentare su VolleyballWorld una serie di partite interne a fianco di Michele Mologni.Lorenzo, naturalmente, a partire dal match di domenica 27 alle 18, rappresenterà la parte “tecnica” dall’alto della sua enorme esperienza maturata in quasi 20 anni sul campo. Il suo giro d’Italia partito da Bergamo ha vissuto la prima svolta nel glorioso vivaio della Sisley Treviso per poi passare da Bassano, Reggio Emilia, Vibo Valentia, Cantù, Monza e Castellana Grotte prima dello “sconfinamento” in Spagna nel Teruel e del rientro con la Kemas Lamipel.
    CORSI E RICORSI – A Vibo, pur in una fugace apparizione durata qualche mese prima del passaggio a Cantù nel 2011/2012, il vice di Gianlorenzo Blengini era Vincenzo Mastrangelo con Manuel Coscione, neo acquisto di Santa Croce, in cabina di regia e Bonetti suo secondo. Nel 2013/2014, passato in posto 4, vince il campionato di serie A2 e disputa la A1 a Monza con Williams Padura Diaz.
    DA SANTA CROCE A SANTA CROCE – “Non metto piede al Palasport (ora PalaIntred) dal 16 febbraio 2017 – sorride Bonetti -. Si trattava della Poule Promozione, militavo nella Kemas Lamipel con Vermiglio e Dennis (il fratello di Padura Diaz ndr). Bergamo, con Cargioli, Cioffi, Jovanovic e Graziosi in panchina aveva vinto 3-0. Mi farà effetto, ne sono sicuro. Come non essere in pantaloncini, in campo bensì in cabina di commento. Ma sarà bellissimo poter riabbracciare tanti amici, da una parte e dall’altra”.
    NOSTALGIA? NO GRAZIE – “Il volley è nel mio cuore. Lo seguo, ma non mi manca. Ho scelto di smettere quando gli impegni di lavoro non mi consentivano più di coniugare il tutto al meglio. A 34 anni ho altre priorità, ma non escludo un ritorno nell’ambiente. Mi piace molto l’idea di poter commentare l’Agnelli Tipiesse sia per il legame con i colori sia perché mi sono sempre trovato a mio agio nel mondo della comunicazione”.
    BERGAMO, RIALZATI – “Bergamo è da sempre protagonista in A2, quattro trofei in tre anni ne sono la più bella delle conferme. E lo sarà ancora. Il mio amico Padura Diaz è una garanzia, Jovanovic è secondo in categoria solo ad Orduna, Cominetti ed Held due straordinari colpi di mercato che hanno saputo rendere grande Reggio Emilia. Tornare davanti alla propria gente sono certo che sarà la miglior cura. I passaggi a vuoto capitano nel corso di un’annata lunga e in una A2 così complessa. Li hanno e li avranno tutte le squadre, è la normalità. Sarebbe anomalo il contrario”. LEGGI TUTTO

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    De Luca rimane a Bergamo: “Guardare, imparare, crescere”

    L’esordio in serie A? In battuta. Per colui che, nei roster, viene scritto come libero non è cosa esattamente convenzionale. In realtà, nel “balletto” tra Matteo De Luca e Lorenzo Abosinetti, è capitato che il ruolo venisse ricoperto proprio dal ragazzo classe 2002 bresciano di nascita, ma bergamasco a tutti gli effetti. Il debutto del novembre scorso nella gara vinta con Mondovì ha rappresentato il primo assaggio di seconda serie nazionale per un ragazzo sempre pronto a lavorare in silenzio. Come da impronta derivante da Vero Volley Monza e Diavoli Rosa Brugherio successivamente esaltata da Gianluca Graziosi, uno che fa dell’abnegazione un’autentica religione. Proprio come Matteo, pronto ai blocchi per vivere la seconda stagione in cadetteria.
    ENTUSIASMO – “Sono entusiasta di poter giocare un altro anno con addosso questi colori. Dal primo giorno in palestra ho trovato un ambiente serio e professionale, improntato sul lavoro quotidiano e la cura dei dettagli. Si tratta di caratteristiche essenziali che, unite all’attaccamento a questa maglia, rendono Bergamo una piazza a cui è impossibile dire no.
    GUARDARE, IMPARARE, CRESCERE – “Dopo il primo campionato in serie A, posso dire di aver cercato di imparare il più possibile, sia dal mister che dai miei compagni di squadra. L’obiettivo di quest’anno sarà lo stesso: guardare, imparare e crescere”.
    FIDUCIA, ELEMENTO VITALE – “Sentire la fiducia del tecnico Gianluca Graziosi e del ds Vito Insalata è una soddisfazione e uno stimolo in più. Ora starà a me fare del mio meglio per ripagarla a dovere aiutando la squadra. Quest’anno il gruppo è cambiato parecchio, al contrario della voglia di far bene e migliorarsi giorno dopo giorno. Non vedo l’ora di cominciare”. LEGGI TUTTO

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    Max Cioffi alla nona: “Con Bergamo un legame sempre più solido”

    La “nona” di Max. Un simbolo di fedeltà ai colori rossoblù è senza dubbio Massimiliano Cioffi. Milanese di nascita, ormai adottato da Bergamo per ragioni di militanza, il centrale compirà 30 anni il prossimo 24 luglio. Nelle ultime undici stagioni, le sole due “deviazioni di percorso”, peraltro decisamente proficue, sono state in A3 a San Donà e Tuscania (dal 2019 al 2021). Esperienze che, nella scorsa estate, hanno riconsegnato all’Agnelli Tipiesse un giocatore ancor più affidabile che si è ritagliato egregiamente il suo spazio. Ed ha pure conquistato il primo trofeo della carriera, la Supercoppa.
    NOVE – “Fa quasi impressione pensare ad un numero di stagioni così alto. Eppure tra Olimpia e Agnelli Tipiesse, il mio legame con la società e la città è diventato ogni giorno più solido. Sono felicissimo di proseguire la mia avventura con coach Graziosi che ringrazio per la fiducia rinnovata”.
    GREGARIO? PER NULLA – “Essere nel reparto con Cargioli e Larizza mi ha permesso di lavorare tanto e bene facendomi trovare pronto quando si sono presentate le opportunità. Specie quando, purtroppo, è arrivato l’infortunio di Jacopo. Sono soddisfatto del mio rendimento, pur consapevole che quest’anno dovrò fare ancora meglio. E sarà un piacere ritrovare Igor Jovanovic”.
    INFORTUNIO, CHE MALEDIZIONE – “Il mio stop è arrivato nel momento peggiore. Una sofferenza non solo fisica (caviglia ko ndr), ma anche perché non ho potuto aiutare in alcun modo la squadra ed i compagni nella fase determinante. Vorrà dire che terremo questa rabbia agonistica come credito per il prossimo futuro”. LEGGI TUTTO

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    La “sesta” del capitano: Cargioli, la seconda pelle è rossoblù

    “Dare più importanza ai fatti rispetto alle parole”. Al sesto anno consecutivo a Bergamo, tra Olimpia e Agnelli Tipiesse, con quattro trofei in bacheca di cui tre alzati al cielo da capitano (due volte la Coppa Italia, altrettante la Supercoppa), Antonio Cargioli è tutto in queste parole. Diretto e convinto, quasi lapidario. Il 27enne milanese di nascita, ma dal sangue e dalle radici emiliane si limita a pochi concetti, ma essenziali. Giusto per non girare troppo attorno agli obiettivi. Con l’umiltà requisito basilare per guardare con fiducia al nuovo percorso.
    PAROLA D’ORDINE “CONCRETEZZA” – “L’annata che ci aspetta dovrà essere all’insegna del tanto lavoro e delle poche parole: profilo basso e pedalare. Sicuramente, anche se ritengo d’ottimo livello il gruppo che si sta formando, non partiamo favoriti. Questo ci potrà perciò permettere di lavorare con meno pressione, concentrati su noi stessi e sulla costruzione di un collettivo tosto. Dovremo essere bravi a mettere a fattor comune le esperienze di ognuno per creare, nel più breve tempo possibile, la giusta amalgama fra i confermati ed i nuovi arrivi. Credo che con l’impegno di tutti dovremo e potremo riuscire a creare qualcosa di molto buono”.
    BERGAMO – “Il mio amore per questa città e per questi colori è acclarato. Cosi come l’attaccamento alla maglia che ieri era dell’Olimpia e oggi è dell’Agnelli Tipiesse. Non me ne sono andato nei momenti difficili, non lo avrei fatto stavolta dopo un finale di stagione così amaro che il pensiero provoca ancora tanta rabbia”
    LEGAMI – “Sono state e sono tante le persone che mi hanno sempre sostenuto e che continuano a farlo. Qui sono a casa. Ed è anche tanto merito della società che mi ha offerto un’altra occasione per scendere in campo con il rossoblù addosso per una nuova sfida che non vedo l’ora di vivere”. LEGGI TUTTO

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    Agnelli Tipiesse, Mazzon: “L’occasione che cercavo”

    Terzo a chi? Il reparto degli schiacciatori dopo gli innesti di Roberto Cominetti e di Tim Held, accoglie il terzo volto nuovo. Riccardo Mazzon, 26enne veneto di Cittadella, l’ultima stagione a Mondovì si appresta ad arricchire il ventaglio di opzioni a disposizione di Gianluca Graziosi. Il laterale, 197 cm, formatosi a Treviso ha nel curriculum esperienze con Tuscania, Brescia, Castellana Grotte e Santa Croce prima della parentesi a Lecce in A3 ed il ritorno, nell’ultimo torneo, con la maglia della Synergy.
    BERGAMO, NUOVA CHANCE – “Già nel recente passato si era ventilata l’ipotesi Bergamo. Ma era rimasta tiepida da ambo le parti. Adesso la chiamata è arrivata, non nego che mi abbia piacevolmente sorpreso ma stavolta sono salito al volo sul treno. Era ciò che cercavo. Si prospetta un anno alquanto importante, per me e per la squadra. Io voglio riscattare l’ultimo torneo, per l’Agnelli Tipiesse non partire con i favori del pronostico si potrebbe rivelare un vantaggio. Lo ha insegnato a tutti Reggio Emilia, un exploit che deve fare scuola”.
    MONDOVì “DOUBLE FACE” – “Sapevo a cosa sarei andato incontro se avessi accettato la proposta piemontese. Una squadra costruita all’ultimo, si espone immediatamente al rischio di una retrocessione che purtroppo non siamo riusciti ad evitare. Perdere non piace a nessuno, farlo in modo frequente e con una retrocessione aritmetica nettamente in anticipo ha reso ancor più complesso l’ultimo mese in palestra. Eppure Mondovì è stata una scelta consapevole. Perché il primo obiettivo era quello di testare la tenuta del ginocchio operato, perciò avevo bisogno di un club in grado di darmi spazio con continuità. Al netto del risultato negativo, personalmente sono soddisfatto. Soprattutto della tenuta sul piano fisico”.
    SE NON PUOI BATTERLI UNISCITI A LORO – “Prima o poi sarei dovuto approdare a Bergamo. Anche perché se non in amichevole non ho mai vinto una volta da avversario. A questo punto meglio essere dalla parte giusta e dare tutto quello che ho. Scherzi a parte, sono pronto a dare tutto per i colori rossoblù. Non vedo l’ora di cominciare a lavorare e a sudare. Poi con coach Graziosi la qualità è garantita perciò sono molto curioso ed impaziente di mettermi a sua disposizione. L’ho sempre apprezzato dalla parte opposta della rete, adesso ho tutta l’intenzione di dare il mio contributo dapprima per il livello del 6 vs 6 e poi per metterlo in difficoltà nelle scelte facendomi trovare sempre al massimo della condizione. Anche perché la concorrenza stimola ognuno all’inverosimile”.
    WILLY, NUOVAMENTE TU – “Padura Diaz ed io siamo amici, ci siamo sentiti nel momento della trattativa e siamo felici di ritrovarci dopo Santa Croce (2019/2020 ndr). In questo gruppo è il più esperto e sarà ancora un fulcro proprio per la sua mentalità. Sprona tutti, si tiene sempre in forma anche in estate, non sgarra di una virgola ed è un riferimento per tutti i compagni da cui, giustamente, pretende tantissimo”. LEGGI TUTTO

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    Mattia Catone: “A Bergamo per diventare grande”

    “Pineto è stata la mia culla, con l’Agnelli Tipiesse tanti incastri perfetti telecomandati dal destino. Held? Mi ha chiesto se lo stavo prendendo in giro…”. Il ruolo di vice Jovanovic in cabina di regia sarà ricoperto da Mattia Catone. Il talentuoso palleggiatore, classe 2001, originario proprio della città abruzzese, spicca il volo per approdare alla corte di Gianluca Graziosi. Con l’Abba dapprima l’apprendistato alle spalle di Pier Paolo Partenio, nell’ultima stagione la titolarità conquistata in corso d’opera
    CHE TIMING – “Quando ho saputo di questa opportunità, ero incredulo. Anche perché ritengo che sia il momento migliore per fare la prima esperienza lontano dalla mia città. Impossibile dire no a Bergamo. Per la storia, per l’ambiente, le persone e le ambizioni. Non vedo l’ora di cominciare”
    LE SFIDE – “Amo le sfide e quella con l’Agnelli Tipiesse è molto di più. A partire da un allenatore il cui curriculum parla da solo, cosi come la capacità di far crescere al meglio i giovani. L’ho sempre ammirato, ora potrò imparare direttamente da lui in palestra attraverso il lavoro di ogni giorno. Ho voglia di dimostrare tutto il mio valore con l’obiettivo d’ottenere il mio spazio”.
    DNA 50% OROBICO – “Mia mamma Melania è nata a Bergamo da genitori bergamaschi. Mio nonno anni fa si è innamorato di Pineto e ha deciso di trasferirsi. Ecco perché di fronte all’opportunità di vivere la prima esperienza fuori regione proprio nella sua terra d’origine mi è parso un sogno ad occhi aperti”
    DI NUOVO CON TIM – “Quando ho chiamato Held per dirgli che l’avrei raggiunto in rossoblù mi ha chiesto se lo stesso prendendo in giro. Era euforico perché abbiamo l’opportunità di ritrovarci nella stessa squadra a distanza di due stagioni dal torneo in A3 con l’Abba. Siamo diventati molto amici, perciò vivremo un mix di emozioni forti insieme. Non per nulla mi raggiungerà tra poco per trascorrere qualche giorno di vacanza insieme”
    IL BIENNIO IN A3 – “Due anni strani, ma decisamente formativi. Nel primo mi sono fatto le ossa come vice di Partenio. Nell’ultimo campionato ho cominciato in ballottaggio con Leoni poi sono diventato titolare fisso una volta arrivato Martinelli. Un percorso un po’ in balia degli eventi che tuttavia mi ha insegnato tantissimo e che mi ha dato la chance di confrontarmi direttamente con la terza serie nazionale. Un bel cammino del quale sono estremamente soddisfatto e che ora mi consentirà di fare il salto di categoria”
    IGOR, IL NUOVO RIFERIMENTO – “Ho studiato Jovanovic. E’un palleggiatore fortissimo dal quale avrò l’occasione d’apprendere moltissimo sia tecnicamente che caratterialmente. Un elemento estremamente esperto che so quanto bene abbia già fatto nel suo primo spaccato a Bergamo. Ora torna fresco del titolo in Spagna e cercherò di seguirlo con la massima attenzione sotto ogni aspetto”. LEGGI TUTTO

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    Held, l’uomo-mercato è rossoblù: “Bergamo, che onore e che carica”

    “Siate cacciatori di finali”. Un imprinting dalle giovanili di Modena, preso più alla lettera tanto da portare Reggio Emilia ad una stagione sensazionale. La sua esplosione lo ha fatto diventare l’oggetto del desiderio sul mercato e Tim Held ha scelto l’Agnelli Tipiesse. Si potrebbe quasi affermare per “saldare un conto” visto che un suo ace ha chiuso gara 3 di semifinale play-off a Bergamo. In realtà è un nuovo capitolo che si apre. Sotto i migliori auspici, intrigante al grado più elevato e con il preciso intento di dare nuova propulsione. Classe 1998 (195 cm) lo schiacciatore nato a Macerata, è figlio di uno dei centrali più forti di sempre, Henk Jan, oro olimpico con l’Olanda ad Atlanta 1996, prima ancora argento a Barcellona 1992 e con una militanza di 15 anni nella nostra serie A.
    BERGAMO, UN ONORE – “La telefonata è stata un onore. Perché la società lavora benissimo da tanti anni e vuole puntare sempre al massimo. Una sfida che mi entusiasma e che ho accettato con grande carica. Anche in funzione della mia crescita personale poiché ritengo coach Gianluca Graziosi la figura ideale per continuare nella direzione più giusta”
    FRECCIA INSERITA – “Avevo bisogno di sentire la fiducia. Qualche situazione mi ha consentito di guadagnarmi il posto da titolare a Reggio come era successo nell’annata precedente a Pineto in A3. Quando sei un’alternativa, la prospettiva di provare a conquistare il posto è una benzina ulteriore, che ti fa dare più del massimo ogni giorno. Per essere protagonista, per fare bene, per vincere”.
    INSEGNAMENTI – “Vincere è bello, ma lo è ancor più quando non sei favorito. A Reggio Emilia nessuno si sarebbe aspettato un cammino simile. Eppure abbiamo portato a compimento qualcosa di impronosticabile. Siamo riusciti a creare un gruppo eccezionale, che ha fatto squadra fuori e dentro la palestra focalizzando gradualmente i propri punti deboli e quelli di forza. Fisicamente si può essere forti quanto si vuole, ma è la testa a fare la differenza”.
    “PRIMA” DA TITOLARE – “Ho sfruttato a dovere le mie occasioni, agevolato anche da un palleggiatore come Garnica. A braccio sciolto e divertendomi, ossia due prerogative che voglio portare anche a Bergamo dove sarò, per la prima volta, nello schieramento-base. E questa è un’altra motivazione incredibile”.
    CHE TANDEM CON ROBY – “E’ bellissimo ritrovare Cominetti. Insieme abbiamo vissuto qualcosa di eccezionale, c’è tanta voglia di ripeterci con questa maglia. Continuando, naturalmente, a migliorare tecnicamente. A proposito di feeling credo sarà immediato anche quello con Jovanovic: mi piace moltissimo il suo modo di stare in campo”.
    PAPA’, UN MAESTRO – “E’il mio primo tifoso. Nel primo anno a Reggio è stato il mio allenatore e, grazie ai suoi consigli, ho imparato a gestirmi. Dopo la vittoria della Coppa Italia mi ha detto che ero pazzo per il valore dell’impresa. Allo stesso tempo però mi ha esortato a mantenere i piedi per terra perché è stato il mio primo trofeo, ma la strada è lunga e va affrontata sempre con grande umiltà e pensando a lavorare quotidianamente”.
    “CACCIATORI DI FINALI” – “La mia filosofia d’approccio alla pallavolo nasce da quanto mi hanno inculcato Andrea Tommasini e Francesco Petrella nel settore giovanile di Modena. Loro ripetevano sempre questo motto, diventato un caposaldo tanto per me quanto per Mattia Catellani (vice Garnica a Reggio ndr). Insieme abbiamo trascorso otto anni della nostra carriera, dai vivaio gialloblù ai successi con la Conad. Siamo accomunati da quelle parole ed è stato fantastico averle concretizzate insieme con le vittorie di Coppa Italia e play-off”. LEGGI TUTTO