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Carlos Alcaraz si proietta verso la finale del Roland Garros 2024: “Voglio lasciare il mio segno. Sono stato forte di testa contro Sinner, non mi sono mai perso d’animo”

Dopo aver sconfitto Jannik Sinner in semifinale, Carlos Alcaraz si è assicurato un posto nella finale del Roland Garros 2024. Lo spagnolo, in conferenza stampa dopo il suo trionfo contro l’italiano, ha valutato il suo grande risultato e ha parlato della finale che giocherà domenica prossima sulla Philippe Chatrier.

Riguardo al match contro Sinner, Alcaraz ha dichiarato: “È stata una partita molto complicata, ma allo stesso tempo sono molto contento di essere riuscito a portarla a casa, di aver imparato dalle situazioni vissute prima dell’incontro di oggi, di come gestire certi momenti. Sono stato positivo tutto il tempo, sono cambiato dalle partite in cui non sono stato bene mentalmente e questo mi è costato caro. Sono stato forte di testa, non mi sono mai perso d’animo. È un orgoglio sapere che non inciampo sulla stessa pietra. È stata una partita molto completa, molto buona da parte mia”.

Alcaraz ha ammesso che c’era più tensione del solito: “Era una partita complicata da giocare, non era facile giocare una semifinale del Grande Slam, soprattutto contro Jannik. Ti richiede un livello di esigenza mentale, fisica e tennistica durante tutto l’incontro. Avere queste tre cose per quattro ore non è per niente facile, soprattutto sulla terra, con molto caldo, dove lasci molta energia in ogni colpo. Bisogna fare i conti con queste situazioni, con questo tipo di momenti”.

Lo spagnolo non ha sentito che fosse una finale anticipata: “Domenica sarà una partita durissima chiunque sia il mio avversario, sono tennis diversi, ma affronto la partita di domenica come quella di oggi. Tatticamente dovrò giocare molto, molto bene se vorrò vincere. Quella di oggi è stata una grande vittoria, ma non è stata una finale anticipata”.

Alcaraz ha paragonato la partita a quella di Indian Wells: “Il primo set è stato un set in cui mi ha sopraffatto, sia per il suo livello che perché non ho giocato come avrei dovuto. Quando ero in svantaggio mi sono ricordato delle semifinali di Indian Wells. Ho pensato che il primo set non voleva dire che avrei perso la partita, mi ha ricordato molto il cambio di livello, di tattica e l’aumento della mia concentrazione mentale, fisica e tennistica per poter vincere”.

Riguardo al suo rapporto con il Roland Garros, Alcaraz ha raccontato: “Sono venuto al Roland Garros solo una volta quando avevo 11 o 12 anni, per giocare un torneo che facevano sotto la Torre Eiffel. È stato un momento molto bello in cui ho potuto conoscere molti giocatori, ho incontrato Holger e ho vissuto l’esperienza di giocare a livello internazionale. Uscivo da scuola e correvo a casa per accendere la TV e poter vedere le partite. È un torneo molto speciale per me che guardo da quando ero piccolo, in cui i tennisti spagnoli hanno avuto molto successo. Ci ha abituato Rafa e anche altri giocatori. Voglio lasciare la mia impronta in questa lista”.

Alcaraz si immagina già con la coppa in mano: “Manca un passettino, uno dei passi più complicati che ci siano, vincere la finale, che sono sempre complicate. C’è una frase che mi ripeto spesso ed è che le finali non sono fatte per giocarle, ma per vincerle. Ho l’immagine nella mia testa di poter alzare il trofeo, ma è un lungo percorso perché credo che la partita sarà complicata”.

Francesco Paolo Villarico


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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