Giovani talenti crescono. Il brasiliano Joao Fonseca è diventato la star dell’ATP 500 di Rio, già orfano di Alcaraz per il brutto infortunio alla caviglia patito all’esordio e che l’ha costretto a un doloroso ritiro dopo una manciata di punti. Tutt’altra storia per il giovanissimo talento locale, che entrato in tabellone con una wild card, ha annichilito il tosto francese Arthur Fils battendolo con un secco 6-0- 6-4, in quella che è stata la sua prima vittoria sul tour maggiore. Questo netto successo entra di diritto nella storia del torneo e della disciplina: Fonseca infatti, oggi 17enne, è il primo classe 2006 a vincere un match sull’ATP Tour.
Di Fonseca si parla da tempo, visto che è stato il primo brasiliano nella storia a terminare una stagione da n.1 junior, vincendo lo scorso US Open giovanile e disputando la finale anche agli Australian Open. Tuttavia Joao ieri notte a Rio ha impressionato per la tranquillità con la quale ha condotto i suoi turni di battuta, forte di un servizio già molto interessante, e ancor più per la sua esplosività in risposta, grazie alla quale ha sbattuto Fils fuori dal campo e controllato il gioco. Dotato di colpi piuttosto fluidi ed eleganti, Fonseca sembra già possedere qualità tecniche davvero notevoli nonostante la giovanissima età e margini di crescita ancora inesplorati. È una bellezza il suo anticipo col rovescio lungo linea, colpo che maschera molto bene e con il quale riesce a cambiare improvvisamente ritmo allo scambio. Ha fulminato Fils più volte nel successo di ieri, e in generale si è avuta in più occasioni la sensazione che Arthur abbia fatto molta fatica a capire la traiettoria dei colpi del giovane avversario. Discreta anche la propensione di Fonseca nel venire avanti a raccogliere di volo – e con ottima mano – i frutti delle aperture di campo. Un potenziale che non poteva passare inosservato e che l’ha portato nella “scuderia” di Federer a livello di management e sponsorizzazione.
Special night. Special talent 💫
17-year-old Brazilian Joao Fonseca was FLAWLESS to secure a first-ever ATP win! pic.twitter.com/TLTzPZYTDh
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Joao ha vissuto la sua prima volta con enorme entusiasmo, visto che è arrivata proprio nel torneo di casa (è nativo di Rio de Janeiro). “Sono molto felice, non poteva andare meglio. Ho ottenuto la mia prima vittoria a 10 minuti da casa mia, con tutti i miei amici e la mia famiglia qui a sostenermi”, racconta il giovane giocatore come riporta il sito ATP. “È tutto molto speciale ma non voglio rilassarmi, punto deciso al prossimo turno”.
Lo aspetta un secondo turno interessante, contro il cileno Christian Garin, tennista esperto ma non esattamente nella miglior fase in carriera. “Contro Garín sarà un’altra partita difficile, ma penso di essere preparato. Gioco in casa e ho la mia squadra qui a sostenermi, spero di godermi il momento e vedere cosa succede”, afferma Fonseca.
L’esordio a Rio è stata una tempesta di emozioni, ma è riuscito a domarle: “Era concentrato su ogni colpo. Ovviamente ero nervoso. A tratti quasi tremavo, ma volevo davvero vincere e sono felice di avercela fatta. Negli ultimi mesi mi sono concentrato molto sullo sviluppo del mio gioco e questo è il risultato. Sono molto più maturo, questo è il mio posto. Voglio giocare nei grandi stadi”.
‘This is where I belong; I want to be in these huge stadiums’
Joao Fonseca, everyone 👏#RioOpen10Anos pic.twitter.com/mbA9DGvMCu
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Joao ha costruito la sua passione per il tennis proprio frequentando ogni anno il torneo della sua città: “Vengo al Rio Open sin dalla prima edizione e questo rende per me questa vittoria ancora più speciale. So che è stato un grande passo quello di oggi, ma non è ancora finita. Sono felice, ma voglio sempre di più, spero di continuare ad andare avanti. Voglio arrivare in alto, sono concentrato su questo” conclude il brasiliano.
In un’intervista rilasciata a Globo dopo il successo a US Open junior, Fonseca aveva affermato che in patria lo chiamano “il piccolo Sinner”. Potremo forse accostare Joao a Jannik per la pulizia degli impatti, ma a livello di gioco i due in realtà non si assomigliano troppo. L’azzurro è più potente e ama costruire un tennis in progressione di enorme intensità; il carioca invece tende maggiormente a disegnare il campo e cambiare ritmo usando molto il contro piede. Resta tuttavia un prospetto estremamente giovane e con un gioco ancora da rafforzare e affinare in molti settori, ma il potenziale è davvero notevole.
Marco Mazzoni