Di Redazione
Nonostante la sconfitta al tie break rimediata nella gara di ritorno contro Capo d’Orso Palau, in virtù del risultato favorevole dell’andata (3-1) è l’Acciaitubi Picco Lecco a strappare uno dei primi pass per l’A2 femminile.
Un risultato frutto di una stagione ottima, che ha visto la squadra chiudere al primo posto del girone B di serie B1 femminile. Una stagione raccontata dal coach Gianfranco Milano, in un’intervista di Riccardo Berti per La Provincia di Lecco.
“Niente ricette. Abbiamo spesso cambiato roster, a volte per necessità e altre per scelta. Ciò comporta dei rischi, ma la forza della Picco è sempre mettere a loro agio le ragazze che arrivano. Qui le atlete possono lavorare senza grosse pressioni”.
Alla Picco lecco da cinque stagioni consecutive, Milano è stato l’artefice della promozione dalla B2 alla B1 e, ora, di aver coronato il sogno della serie A:
“Dal mio arrivo a Lecco, quando ho iniziato a collaborare in prima squadra, l’obiettivo è sempre stato quello di migliorare di anno in anno. Siamo saliti in B1 e, pur lottando per la salvezza, siamo entrati tre volte ai playoff. Abbiamo sempre allestito squadre che dovevano fare esperienza e la crescita è stata costante”.
La dirigenza, così come lo stesso tecnico che vanta nel suo curriculum esperienze di alto livello, è consapevole delle differenze che intercorrono tra serie B1 e serie A2:
“La principale è quella economica e di costi. A livello tecnico è un campionato, in cui la velocità della palla e il livello fisico cambiano parecchio. Dall’anno prossimo poi si potranno tesserare due straniere. Si entra in un giro più professionale e con una mentalità diversa, inoltre è un campionato molto lungo e si gioca di domenica” commenta Milano.
Gruppo che vince non si cambia, ma qualche saluto è inevitabile per coach Milano: “Quando finisce un campionato è sempre difficile ritrovarsi tutti quanti insieme l’anno successivo, tanto più dopo una promozione. Tutte meritano la A2, ma sicuramente qualcuna non ci sarà l’anno prossimo. La categoria superiore impone maggiori impegni dal punto di vista del tempo, più allenamenti e un lavoro diverso”.