L’impresa più grande sul campo più illustre. Non poteva sognare di meglio Marco Cecchinato, battere Djokovic sul centrale del Roland Garros e diventare il giocatore con il ranking più basso di sempre a raggiungere una semifinale sulla terra rossa parigina dal ’99, quando fu il numero 100 Medvedev a piazzarsi tra i migliori 4, prima di battere Meligeni in semifinale e di perdere da Agassi in finale. Altri tempi e altra storia, quella che il nostro fantastico Marco è riuscito a riscrivere in un pomeriggio francese apparentemente normale. Di certo non per lui, che qualche ora dopo l’impresa è ancora frastornato quando risponde alle domande della nostra Dalila Setti, nel post-partita prima e a “Calciomercato L’Originale”, poi. Non solo tennis nella sua testa: lui, tifoso milanista, ha parlato anche del suo idolo di ragazzo e del mercato rossonero.
“Nole Djokovic si dimostra sempre una grandissima persona prima che un grandissimo giocatore, lo conosco bene. Mi ha fatto piacere il suo abbraccio e le sue parole, anche se non le ricordo. Nelle lacrime c’era tanta, tantissima gioia. Kakà sin da piccolino è sempre stato il mio idolo, visto che tifo Milan vederlo giocare a calcio mi emozionava tanto”. Durante la trasmissione, Gianluca Di Marzio ha informato Cecchinato del rinnovo di contratto di Alessio Romagnoli, preso positivamente dal tennista italiano: “È una bella cosa”.
Sempre ai microfoni di Dalila Setti, ma nel post partita, Marco Cecchinato ha voluto parlare del quarto di finale esaltante e storico vissuto pochi minuti prima contro Novak Djokovic: “Cosa sia successo appena finita la gara non me lo ricordo proprio, non capivo nulla. Mi ero buttato per terra, piangevo. Un mix di emozioni fortissime. Non mi ricordo cosa mi abbia detto Nole, veramente. So solo che mi ha abbracciato, mi ha detto “bravo, bravissimo, complimenti”, questo sì me lo ricordo. E’ stato un momento veramente importante per me”.
Una partita fantastica quella di Cecchinato, portata avanti con grinta, convinzione e un bagaglio tecnico che in pochi forse credevano potesse avere. Ma anche una paritta fatta di nervi ed emozioni, come il lunghissimo tie break del quarto set ha dimostrato. Marco non ha paura di ammetterlo: “Al tie break del quarto set avevo un livello di tensione altissimo, avevo il cuore a mille. Djokovic ha avuto anche dei set point per andare al quinto, io ero molto stanco e sapevo che se Nole fosse riuscito ad allungare la partita il math sarebbe stato molto duro per me, anche perché lui è più abituato. Sono stato bravo, anche perché i precedenti tre match point che mi erano capitati li avevo giocati molto bene e lui ha dovuto fare tre vincenti per annullarli. Poi alla fine ho tirato quella risposta meravigliosa che mi riguarderò per tanti giorni”