Di Redazione
C’era grande attesa per la partecipazione di Paola Egonu come co-conduttrice (per una sera) de Le Iene, e l’opposto della nazionale italiana e dell’Imoco Conegliano ha superato l’esame a pieni voti. “Il mio lavoro resta un altro, ma quanto mi sono divertita ragazzi” ha commentato la stessa Egonu sui suoi profili social dopo la puntata. Ma a fare notizia, oltre alla sua semplice presenza, che in tv sta diventando ormai sempre più frequente, è stato anche un suo monologo, breve ma di grande intensità, che riportiamo integralmente.
“Questa sera voglio parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore, io sono un’atleta e su di me ci sono molte aspettative. La pressione può schiacciarti, ovviamente questo fa parte del gioco: trasformare la difesa in attacco questo mi piace. Quello che non mi piace sono le etichette che la gente mi appiccica addosso. Chi preferisce giudicarmi per chi amo, per il colore della mia pelle, per il mio passaporto. Se proprio volete giudicarmi, fatelo con l’unica etichetta che mi appartiene: libera”.
Un’altra schiacciata messa a segno contro il razzismo e l’omofobia da parte di una grande campionessa che sa, quando serve, come andare dritta al punto, anche di questioni così importanti. Ma non solo, perché Paola torna ancora a puntare il dito contro chi a sua volta lo aveva fatto dopo la delusione olimpica nei suoi confronti e nei confronti di tutta la nazionale.
“Sono un’atleta, su di me ci sono molte aspettative, la pressione può schiacciarti – sono le parole con cui inizia, non a caso, il suo monologo – trasformare la difesa in attacco questo mi piace” sottolinea Egonu. Come a dire che dopo le Olimpiadi ci avete massacrate e dopo l’Europeo ci avete osannate perché abbiamo saputo reagire, perché abbiamo saputo trasformare una delusione in una vittoria. Una ferita ancora aperta, evidentemente, che è stato giusto “mostrare” di nuovo. A futura memoria di chi giudica troppo facilmente, anche (o forse soprattutto) nello sport.