Di Redazione
Il roster per la Serie A2 stagione 2021/22 continua a prendere corpo: è arrivato il momento del secondo ingresso ufficiale nel team biancorosso e del primo nuovo arrivo alla corte di coach Matteo Lucchini. La novità riguarda il reparto schiacciatrici, che dalla prossima annata sarà rinforzato da un’atleta di equilibrio e di grande esperienza: la new entry tra le Cocche è Federica Biganzoli, reduce dall’avventura in Serie A1 con la maglia di Brescia.
Federica, nata il 5 Novembre 1987 a Tradate, è cresciuta pallavolisticamente presso la corte della famiglia Bosetti ad Orago; il suo esordio in serie B2, sempre in maglia Amatori, è avvenuto nel 2008, poco prima del passaggio a Legnano in cui ha vissuto 2 stagioni in B1 e un’annata in B2. Al termine dell’esperienza legnanese, ecco cominciare per Biganzoli l’epopea piemontese: la schiacciatrice approda alla Lilliput Settimo Torinese nel 2011, di nuovo in terza serie, per un’avventura lunga sei stagioni. La Lilliput, a seguito della promozione in B1 del 2010, consolida la sua permanenza in categoria anno dopo anno: nel 2013 disputa per la prima volta i playoff e nella stagione 2014/15 centra la prima promozione in Serie A2.
Federica rimane uno dei punti di forza del team: nella prima stagione delle biancoblu in serie cadetta risulta essere la top scorer del team, confermando l’alto rendimento anche nel campionato 2016/17. Tali prestazioni valgono per Biganzoli la chiamata di un team di vertice nello stesso campionato, ossia la Lpm Bam Mondovì: le due stagioni monregalesi coincidono con l’acquisizione dei gradi di capitana e con due finali di Coppa Italia consecutive. Per via delle grandi qualità caratteriali oltre che tecniche, si schiudono per Federica le porte della Serie A1: la schiacciatrice disputa quindi gli ultimi due tornei tra le file della Banca Valsabbina Millenium Brescia, voluta da coach Enrico Mazzola per rinforzare principalmente il reparto difensivo del team.
Il nuovo innesto biancorosso non nasconde le proprie ambizioni e la propria voglia di lavorare, come dimostra la piccola intervista che riportiamo:
Ciao Federica, cosa ti ha portato ad accettare l’offerta della Futura?
Mi ha spinto aver voglia di casa dopo due stagioni un po’ travagliate, sia a causa del Covid che dal punto di vista dei risultati; è stato terribile non poter finire la mia prima esperienza in A1 a causa della pandemia, la scorsa annata non è stata invece appagante per altri motivi. Avevo voglia di casa e di famiglia, e devo ammettere che per me la famiglia Forte ha sempre rappresentato questo: sono stati loro a mettermi a posto quando mi sono distrutta un ginocchio nel 2010 e non posso che ringraziarli.
In casa biancorossa c’è voglia di “alzare l’asticella” alla terza stagione in A2: questa sfida ti stimola?
Certamente: in A2 ho fatto delle ottime stagioni a Mondovì, con il raggiungimento della finale di Coppa Italia e con delle prestazioni di vertice, quindi l’idea di giocare un campionato di alto livello non mi spaventa ma anzi rappresenta una perfetta combinazione con la volontà di riavvicinarsi a casa. L’obiettivo è chiaro ed è decisamente allettante.
Pensi che la tua esperienza, oltre che in partita, possa essere utile per le atlete più giovani con cui condividerai questa avventura?
Più che altro ci spero: quando “varchi la soglia” e non sei più la giovane promettente, ma l’atleta d’esperienza, è giusto dare riferimenti. Lavorare con le giovani mi è sempre piaciuto, anche se so di non essere caratterialmente un raggio di sole; nonostante non sia una persona semplice, quando c’è da lavorare lo faccio volentieri e a testa bassa. Penso che questa mia filosofia possa essere un buon esempio per le ragazze meno esperte.
Se potessi descrivere il tuo carattere con un aggettivo, quale sarebbe?
Sicuramente “testarda”. Questa caratteristica è un po’ un’arma a doppio taglio: tante volte la testardaggine non ti fa accorgere di essere arrivati al limite, ma per arrivare al limite bisogna continuare a insistere. Ho la piena consapevolezza di essere stata per due stagioni in massima serie e di non essere un giocatore da A1, ma questo mio modo di pensare ad arrivare fino a lì ritagliandomi un ruolo prettamente difensivo; ho insistito credendo in me stessa e cercando di essere quanto più perfetta possibile nei compiti che avrei dovuto assolvere.
(Fonte: comunicato stampa)