ROMA – Guerra aperta. Il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, ha scritto nella tarda serata di ieri una dura lettera di risposta a Giovanni Malagò, dopo il documento del Coni e delle Federazioni che aveva bocciato il testo unico della legge di riforma. Nella lettera Spadafora puntualizza tra l’altro a Malagò: “Le vostre richieste esulano dai criteri e dai principi contenuti nella legge sullo sport che il governo è tenuto rigorosamente a rispettare”.
“Ho il dubbio che la negatività dei vostri giudizi sul testo unico della legge di riforma dello sport dipenda dal rinnovamento della governance” spiega in sostanza Spadafora al presidente del Coni Giovanni Malagò nella lettera che gli ha inviato (e per conoscenza girata ai parlamentari di maggioranza che seguono la vicenda) nella tarda serata di ieri. “D’altronde – dice ancora il ministro, attribuendo al limite dei mandati delle cariche sportive l’origine del contrasto con il Coni – negli ultimi mesi ho personalmente potuto constatare quale fosse la cifra delle preoccupazioni della classe dirigente che mi è sembrata in molte circostanze restia al cambiamento e all’apertura verso nuovi equilibri”. Molti presidenti di Federazione comunque sono stati rieletti ben oltre al terzo mandato, il limite che vorrebbe il ministro. Improbabile una norma retroattiva (siamo in Italia). Gianni Petrucci, n.1 del Basket e per 14 anni del Coni, l’altro giorno aveva parlato di “mobilitazione”: molti presidenti potrebbero essere con lui anche se Malagò ha smentito la parola “sciopero”. Molte Federazioni inoltre ritengono che da parte del ministro ci stia stato un eccesso di delega e che quindi sia lui fuori dai dettami di quanto stabilito dalle disposizioni in “materia di ordinamento sportivo” lo scorso anno. Anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle avevano contestato al ministro un eccesso di delega, tanto che Spadafora aveva minacciato le dimissioni poi congelate dal premier Conte. Poi, il caso era rientrato. Secondo alcuni giuristi, consultati dalle Federazioni sportive, Spadafora sarebbe fuori dai contorni della legge.
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