SIRACUSA – Quando l’Italia festeggiava l’ingresso nel nuovo millennio lui aveva già vinto un argento mondiale, a Sydney 1999. La prima delle 13 medaglie che finora ha conquistato con il Settebello. Stefano Tempesti allora era un 20enne portiere di belle speranze. Adesso che di anni ne sta per compiere 41 (il 9 giugno) non ha alcuna intenzione di appendere la calottina al chiodo. Ha appena accettato l’offerta dell’Ortigia, che lo ha ingaggiato nella scorsa stagione, di firmare fino al 2023, quando avrà 44 anni. “Non ho ancora capito quando è giusto farsi da parte”, dice scherzando. Evidentemente il portierone azzurro, laureatosi campione del mondo nel 2011, non è ancora sazio. Eppure di titoli in carriera ne ha vinti abbastanza, quasi tutti con la Pro Recco, la squadra in cui ha militato per ben 16 stagioni: 5 Champions League, 5 Coppe Len, 14 scudetti, 13 Coppe Italia, 1 Lega Adriatica e 1 Coppe della Coppe (il suo primo trofeo, con la Florentia nel 2001).“Punto alla sesta Olimpiade”L’obiettivo principale è strappare una convocazione per i Giochi di Tokyo dell’anno prossimo. Se dovesse arrivare, gli permetterebbe di centrare la sesta Olimpiade in carriera eguagliando il record di un certo Manuel Estiarte. “Vediamo se riesco ad acchiapparlo, sognare non costa niente… Non ci voglio nemmeno pensare al fatto che possa saltare anche l’anno prossimo. Io portabandiera? Già essere tra i papabili è un onore. Sarebbe un sogno, si scriverebbe la storia”, evidenzia Tempesti.“A Siracusa ho trovato un ambiente eccezionale”E’ stato convinto dal patron del Circolo Canottieri Ortigia, Giuseppe Marotta, e dal tecnico Stefano Piccardo ad andare avanti. “Quando mi hanno parlato del progetto ne sono stato entusiasta e l’ho sposato a 360 gradi – racconta -. Qui ho trovato persone che mantengono la parola. Un ambiente sportivo e umano eccezionale, una società seria che non ha fatto nessun passo indietro durante la pandemia nonostante le enormi difficoltà”. La scelta dello scorso anno di continuare a giocare a Siracusa dopo l’addio alla Pro Recco insomma si è rivelata più che mai azzeccata. “Ho deciso d’istinto e l’Ortigia mi garantiva la possibilità di rimettermi in gioco ad alti livelli e di puntare alle Olimpiadi” ricorda, precisando però che stavolta la decisione di firmare per tre anni “è stata ponderata perché porto con me tutta la famiglia, moglie e due figli. Si tratta di un progetto condiviso. Sappiamo a cosa andiamo incontro, non è un salto nel vuoto. Mi piace lavorare su grandi progetti. L’entusiasmo c’è, la voglia pure, ma nel momento in cui mi renderò conto di non poter garantire il massimo mi fermerò” conclude.
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Pallanuoto, Tempesti andrà avanti fino a 44 anni: “Punto alla sesta Olimpiade”
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