Insieme al bonus arriva l’invito a donare e supportare anche il programma strutturato per aiutare nella lotta al coronavirus. Porsche Aid si sviluppa su sei aree di intervento e può contare su 5 milioni di euro apportati dalla casa di Stoccarda, mentre dai componenti del Consiglio d’amministrazione si sono registrati contributi, privati, per 500 mila euro.
Ben prima che esplodesse la pandemia, come ogni anno Porsche aveva definito i bonus volontari corrisposti ai propri dipendenti, 9.000 euro più 700 euro destinati al fondo pensionistico individuale, dove non quello aziendale. È la misura del contributo legato ai risultati ottenuto dall’azienda sull’esercizio 2019 e riconosciuto in questi giorni.
Il programma Porsche Aid
Ai dipendenti si chiede di dare un contributo per l’emergenza in atto, con iniziative avviate dal Porsche Aid che spaziano dalla donazione di 200 mila euro alle organizzazioni di banco alimentare nelle aree in cui sono presenti impianti operativi del marchio, fino all’approvvigionamento di dispositivi medici urgenti. Un supporto al momento attuale arrivato anche riconoscendo attività di volontariato mirato in associazioni di beneficenza per i dipendenti Porsche e l’apporto presso le unità di crisi di specialisti, project manager e in campo IT.
Fuori dalla crisi con la solidarietà
“La solidarietà nella nostra società è più importante che mai. L’industria, la politica e la società: supereremo insieme la crisi dettata dal coronavirus. Porsche si sta assumendo la responsabilità sociale, è la nostra filosofia fondante e la nostra concezione di un’azione sostenibile.
Lo sviluppo positivo di Porsche è frutto di un grande impegno di squadra, tutti vi hanno contribuito e tutti dovrebbero beneficiarne. Il bonus volontario di quest’anno simboleggia la solidarietà, come il gettito fiscale e il potere d’acquisto per la ripartenza”, ha spiegato l’a.d. Oliver Blume.
