ROMA – “Speravo che la Formula 1 potesse dare l’esempio. In Australia gli organizzatori e le autorità locali volevano far correre la gara, anche noi della Red Bull avremmo voluto e altre scuderie, poi Toto Wolff è stato obbligato dal suo capo in Mercedes a cambiare idea”. Helmut rivela alcuni interessanti retroscena del weekend in Australia che, dopo momenti concitati, ha portato alla sofferta decisione di cancellare la prima gara del Mondiale 2020 di per via dell’emergenza coronavirus. A questo proposito, il collaboratore della Red Bull si era lasciato andare negli scorsi giorni a dichiarazioni molto controverse sul tema, minimizzando la pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo.
Le parole del collaboratore Red Bull
Il dirigente austriaco si trovava a Melbourne venerdì nei momenti concitati: “Sono stato in Australia quattordici ore, poi sono tornato immediatamente indietro. In aeroporto si è ammucchiato un enorme numero di persone, se non prendi il coronavirus lì, non saprei dove”. Il tira e molla in Australia ha ricordato la gara di Indianapolis 2005 in cui, per motivi diversi, gareggiarono solo tre scuderie: “A Indianapolis 2005 hanno partecipato tre scuderie. Penso che se fossimo usciti in pista venerdì, gran parte dei team avrebbe fatto lo stesso”.