La presenta il restyling di Astra, che punta alla massima efficienza tramite tre motori nuovi, tutti a tre cilindri. Le emissioni sono ridotte al minimo e è tutto incentrato sulle piccole cilindrate. Al momento la Casa tedesca dice addio ai modelli sportivi e, per ora, ancora non sono stati annunciate versioni ibride.
Sotto il cofano solo il numero tre: due benzina, 1.2 (110, 130 e 145 cv) e 1.4 (145 cv) e un Diesel 1.5(105 e 122 cv). Tutti realizzati in Germania a Russelsheim e Kaiserslautern. Il più piccolo come evoluzione del 1.0, i due più grandi ex novo, ideati quando la proprietà era General Motors.
Efficienti, con 99 g/km di emissioni di CO2 per il più piccolo dei benzina, 90 g/km per il motore a gasolio. Utili a tenersi al largo dalle multe previste a chi sforerà la media di 95 g/km dal 2020. Rispondo alla normativa Euro 6D (in vigore dal 2021) e promettono consumi ridotti fino al 21%. Resta un quinto di carburante in più in serbatoio. Nuove anche le trasmissioni. Il benzina 1.4 da 140 cavalli è abbinato a un cambio CVT a variazione continua. Il Diesel a un nove marce automatico.
Anche il design è votato a non sprecare nulla. Esibisce una affinamento funzionale all’aerodinamica che è da record, con un Cx di 0,26 per la cinque porte e di 0,255 per la wagon, la Sports Tourer. Spicca riferimento all’ammiraglia Insignia nel frontale, con l’aero shutter.
Sono state ottimizzate tutte le componenti, dalle sospensioni allo sterzo. Aggiornato l’abitacolo, con la strumentazione mista analogica e digitale e il display touch in plancia da 7 o 8 pollici. Astra restyling sarà disponibile in tre allestimenti: GS Line, Business Elegance e Ultimate. Gli ultimi, i due più ricchi, dispongono dei funzionali e comodi sedili AGR, dei fari Intellilux led matrix e della telecamera posteriore digitale. I prezzi partono per la cinque porte da 23.800 euro e per la Sports Tourer da 24.800 euro.
Astra 2019 l’abbiamo testata nei pressi di Francoforte sulla catena del Taunus. Curve e saliscendi per i compatti tre cilindri. I benzina 1.2 e 1.4 offrono una discreta coppia, tra 195 e 236 Nm. Sfruttabili con piglio oltre i 2.000 giri. In particolare il 1.4 ha sfoggiato un cambio CVT pregevole. Elastico e ai bassi e senza il trascimento quando si forza il ritmo. Aprrezzabile.
I Diesel 1.5, specialmente il 122 cavalli, hanno mostrato doti da faticatori. La motorizzazione più potente è abbinata al cambio automatico a nove marce. Cede un po’ di coppia (285 Nm a 300) rispetto alla versione col manuale, ma resta meglio in sintonia col motore.
Ai bassi, filtra qualche vibrazione i tre cilindri, sia Diesel, sia benzina. Unica incertezza: una volta al passo, Astra 2019 permette una guida sicura, dinamica (non sportiva) frutto di un equilibrio generale notevole.
Non sono state annunciata versioni ibride, ma inevitabilmente saranno della famiglia. Al momento, lunga vita ai propulsori termici. “Crediamo di essere lontani dalla fine dello sviluppo dei motori benzina e Diesel”. Opel tira diritto.