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Manerbio torna tricolore con Gaio e Lorenzi

19 anni dopo Stefano Tarallo, un tennista italiano tornerà a vincere il Trofeo Dimmidisì. Si giocheranno il titolo Federico Gaio e Paolo Lorenzi, chiudendo da avversari una settimana in cui sono spesso andati a cena insieme. Il faentino batte in rimonta Federico Coria, il senese serve meglio di Gabashvili. Finale in programma alle 16.15

La lunga attesa è finalmente terminata. Per i frequentatori del Trofeo Dimmidisì di Manerbio (46.600€, terra), la vittoria di un tennista italiano era diventata un’ossessione. Da quando il torneo è entrato nel circuito Challenger, l’unica vittoria risale al lontano 2000, quando si ragionava ancora in lire e non in euro. Vinse Stefano Tarallo, che oggi ha 43 anni e fa il maestro di tennis a Roma. Comunque vada, il pubblico manerbiese potrà festeggiare con Federico Gaio o Paolo Lorenzi, emersi da un sabato pieno di afa e insidie. Fortunatamente, il Centrale del TC Manerbio è circondato da alberi che danno ossigeno anche nei giorni più caldi, ma alle 13.30 – come ammesso dallo stesso Gaio – le condizioni erano davvero complicate. Il faentino sembrava spacciato al termine di un primo set giocato male contro Federico Coria, fratello minore dell’ex n.3 Guillermo. Non possiede la sua classe, anche se lo ricorda in alcune movenze, soprattutto nell’esecuzione del rovescio lungolinea. Gaio è partito contratto e il primo set è volato via in 26 minuti. “Ho iniziato male, sbagliando molto, mentre lui era solido e preciso. Avevo fretta, nel primo game mi sono autobrekkato e ho continuato così per un bel po’. Le cose sono cambiate a inizio secondo, quando ho annullato diverse palle break e mi sono aggrappato al servizio, poi lui è sceso molto sul piano fisico” ha detto Gaio dopo l’1-6 6-4 6-2 finale. Il momento chiave è stato il secondo game del secondo set, quando ha dovuto fronteggiare sei palle break, annullandole almeno tre con giocate piuttosto rischiose. C’è da chiedersi se, nei momenti peggiori, abbia mai pensato di non farcela. “A quello non pensi, ma se le cose avessero continuato ad andare così sarebbe finita in fretta. Non ero soddisfatto del mio gioco, però sono rimasto abbastanza tranquillo per i miei standard, continuando a cercare soluzioni”.

GAIO, SILVESTRE E LA TECNOLOGIA
Il match è radicalmente girato sul 3-2 Coria nel secondo set, servizio Gaio, 15-30. A quel punto, il faentino ha raccolto 11 punti consecutivi che gli hanno consegnato il set. In avvio di terzo, Coria è crollato fisicamente. Ha chiesto il fisioterapista sul 2-1, ma le gambe non rispondevano più. “Chiaramente non pensi che sia già finita, anche perchè ogni tanto lasciava andare il dritto e tirava qualche vincente – sostiene Gaio – però in effetti non faceva finta, soprattutto quando servivo bene faceva fatica a muoversi. In queste situazioni continui a fare le tue cose, magari prendi qualche rischio in meno ma senza esagerare, perché se giochi troppo piano gli consenti di tornare in partita. Non è facile giocare contro un avversario in difficoltà, anche se chiaramente è meglio che trovarsi di fronte uno in piena forma”. Per Gaio sarà la sesta finale nel circuito Challenger dopo le vittorie del 2016 (San Benedetto e Biella) e quelle perse a Cortina (2014), Padova (2018) e Parma (2019). Con i 48 punti della finale è già certo di salire al numero 161 ATP. In caso di vittoria, sarà best ranking (144 o 145, dipende dal risultato di Yuichi Sugita al Challenger di Yokkaichi). “Il 2019 è partito in salita, con 6 sconfitte di fila – racconta Gaio – le cose sono cambiate da quando ho ripreso a lavorare con Daniele Silvestre, dal torneo di Acapulco. Abbiamo cercato ordine e lo abbiamo trovato. Sarebbe bello vincere il mio primo torneo dell’anno e centrare il best ranking, ma tutto va inserito in un periodo di crescita e continuità. Una cosa è certa: da quando lavoro di nuovo con Silvestre sono contento di come vanno le cose. Forse potevo fare meglio negli Slam, ma non mi posso lamentare”. Silvestre non è a Manerbio perché non può seguirlo tutte le settimane, ma tra i due il contatto è costante. Si sentono regolarmente, prima e dopo ogni partita. “In questo aiuta molto lo streaming – ammette Gaio – ovviamente non è lo stesso che essere presente, ma gli consente di avere un’idea dettagliata su quello che succede. Prima il coach si poteva affidare solo alle sensazioni del giocatore e a qualche statistica, adesso si può vedere tutto. La tecnologia può aiutare tantissimo”.

LORENZI DOMA GABASHVILI COL SERVIZIO
Manerbio avrà un vincitore italiano: sarà Paolo Lorenzi a sfidare Gaio nel match clou, dopo aver gestito un match molto complicato contro Teymuraz Gabashvili. La classifica ATP (n.126 contro 425) non deve ingannare: per tutta la settimana, il russo ha espresso un tennis di buonissimo livello. Lorenzi lo sapeva e ha giocato un match di estrema attenzione: gli è bastato un break per set per sigillare il 6-4 6-4 che garantisce una finale tutta italiana. Grande equilibrio fino al 4-4, poi il russo ha commesso due gravi doppi falli consecutivi, dando il là al break di Lorenzi (peraltro ottenuto con una bella palla corta). Nel secondo, lo strappo arrivava ancora prima e “Paolino” rischiava qualcosa sul 3-2 (due palle break annullate) e anche nell’ultimo game, in cui ha rimontato da 15-40. Nel secondo punto del game, l’azzurro si è recato dalla parte di campo di Gabashvili per verificare un segno. Condotta punita piuttosto severamente dai regolamenti ATP, infatti gli è costata un warning. “Lì c’è stato un malinteso – spiega Lorenzi – in passato avevo chiesto ad alcuni arbitri e mi hanno detto che non era una cosa così grave, invece pare che lo sia. Personalmente, volevo solo vedere il segno perché l’arbitro mi aveva dato il punto, poi aveva cambiato idea. Ero molto tranquillo”. Quel game ha rischiato di scappargli via e alimentare le speranze di Gabashvili, la cui compagna allattava tranquillamente la figlia durante il match, ma Paolo si è ripreso grazie all’arma in più di questa giornata: il servizio. “Gabashvili tirava veramente forte, faticavo a capire dove avrebbe indirizzato i colpi – dice Lorenzi – però mi ha aiutato il servizio. Quando avevo bisogno della prima la mettevo sempre, mentre lui ha commesso un paio di doppi falli che mi hanno consegnato il primo set. La differenza è stata lì, per il resto non si sono certo viste le 300 posizioni di differenza”.

FINALE TRA AMICI
Che finale sarà? “A Roma non giocai benissimo, forse neanche lui, però era più solido di me – dice Gaio – per me non era un gran periodo, spero di fare meglio. Paolo è una persona intelligentissima e riesce a esserlo anche sul campo. Non è facile giocare con uno così, non regala mai un punto ed è sempre attivo. Se gli lasci l’iniziativa, sa cosa fare. Prepara benissimo le partite e le legge altrettanto bene. Dovrò pensare a me, sicuramente è uno dei più bravi in assoluto a livello tattico”. Se i precedenti sono soltanto tre, in realtà i due si conoscono benissimo, oltre a essere buoni amici. “Per 4-5 anni ci siamo allenati insieme quasi tutti i giorni al Centro FIT di Tirrenia – replica Lorenzi – abbiamo giocato tanti tornei insieme e soltanto questa settimana saremo andati a cena almeno quattro volte, senza contare che lo scorso weekend abbiamo giocato a squadre in Bundesliga. Mi aspetto una partita difficile, in fondo ci ho già perso quando era molto giovane. Credo che Federico abbia tantissime qualità, sia fisiche che tennistiche. Il suo problema è la continuità: ci sono tornei in cui va molto avanti, poi magari infila 3-4 primi turni di fila. Questo può danneggiarlo a livello di classifica”. L’ultima giornata del Trofeo Dimmidisì inizierà alle 14 con la finale del doppio, sfida tra Francia e Brasile: da una parte Doumbia-Reboul, dall’altra Neis-Romboli: i sudamericani hanno sconfitto la coppia di Simone Bolelli, che faceva coppia con l’argentino Andres Molteni. Tanta lotta, ma alla fine si sono imposti i brasiliani per 11-9 al super tie-break, peraltro con qualche tensione. La finale tutta azzurra è prevista non prima delle 16.15. L’ingresso per il pubblico costerà 10 euro, con una certezza: comunque vada, le casse del Campo Centrale risuoneranno l’inno composto nel 1847 da Goffredo Mameli.

Paolo Lorenzi vs. Federico Gaio – I PRECEDENTI
Recanati 2011, primo turno – Gaio b. Lorenzi 5-7 6-4 6-4
Mosca 2016, primo turno – Lorenzi b. Gaio 6-4 6-4
Roma 2019, ottavi – Lorenzi b. Gaio 6-1 6-4


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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