GWANGJU (Corea del Sud) – Federica Pellegrini non si ripete. Il giorno dopo il trionfo nei 200 metri stile libero, l’azzurra non è stata altrettanto brillante nei 100 stile. Ai Mondiali di nuoto di Gwangju, infatti, la Divina non riesce a superare la propria batteria, fallendo dunque l’accesso in semifinale. Alto il crono dell’azzurra (54’68), che le vale il 22/o tempo assoluto e dunque non sufficiente per qualificarsi al turno successivo.Tre generazioni a confrontoMa a quasi 31 anni, l’azzurra non si perde d’animo e continua a sognare a occhi aperti. “Non ho mai avuto tanti dolori in vita mia. È come se avessi fatto un after fino a stamattina. Stanotte avrò rivisto la mia gara 40 volte. Non mi era mai successo, ma mi sono proprio piaciuta e sono strafelice che tra i commenti ricevuti sui social ci sia anche quello di Michael Phelps. Alla premiazione eravamo tre generazioni a confronto – ricorda -. Io degli anni ottanta, Sjoestrom dei novanta e Titmus del 2000. Mi ha detto che quando partecipavo alle Olimpiadi di Atene aveva 3 anni. Quest’anno è stato tutto lineare e penso sia stato giusto arrivare a Gwangju solo tre giorni prima dell’inizio senza subire fuso orario. In prossimità delle gare si sta bene su un cucuzzolo di un monte evitando il superfluo. La medaglia di Budapest è stata più sofferta e voluta, credevo sarebbe stato l’ultimo mondiale e di non riuscire a tornare a quei livelli, ma questa medaglia la metto tra le mie prime”.Importante porsi nuovi obiettiviIn vasca, però, non è solo questione di talento. “Le motivazioni per restare sempre in alto le trovi dentro di te ponendoti degli obiettivi che sicuramente cambiano nel corso degli anni – continua la Pellegrini -. Il prossimo è cercare di avere una famiglia bella come quella che ho tra un paio di anni, ma il più imminente è tornare a casa dalla mia Vanessa – il riferimento al bulldog francese che da tempo l’accompagna -. L’ho salutata in aeroporto. L’ho lasciata in braccio a mamma e appena salita in aereo ho visto un film: era Dumbo e mi sono messa a piangere”. Per la Divina “la chiave di tutto penso sia che mi piace ciò che faccio. Nelle ultime stagioni sicuramente ho nuotato più per me che per gli altri e quest’anno avevo deciso di nuotare bene i 200. Non di andare al mondiale a fare il bagno. In allenamento sono andata sempre bene e abbiamo intensificato la palestra. Fino al Sette Colli dicevo a Matteo (Giunta, ndr) di sentire troppa fatica nella seconda parte di gara, ma mi tranquillizzava”.Matteo Giunta figura fondamentaleEcco, Matteo Giunta, un’altra delle chiavi che le ha permesso di restare al top. “Sono felice per lui. Tantissimi erano scettici. Invece credo che Alberto (Castagnetti, ndr) l’avrebbe definito un allenatore intelligente. Uno di quelli che sa adeguarsi alle caratteristiche degli atleti. Siamo cresciuti tanto insieme ed effettivamente, con la squadra che sta andando così bene, mi avrebbe fatto strano tornare a casa senza medaglia – dice ancora la Pellegrini -. Il prossimo anno disputerò meno meeting, sarà una stagione piena di pressioni. Adesso mi godo questo momento. Sono felice di aver chiuso in questo modo il cerchio dei Mondiali”.Gli altri azzurriMatteo Restivo è l’unico azzurro di giornata – la quinta della 18esima edizione del mondiale sudcoreano – a superare le batterie col decimo tempo dei 200 dorso. Il 24enne di Udine – primatista italiano in 1’56″29 che vive a Firenze dove studia a medicina e si allena insieme a Filippo Megli seguito da Paolo Palchetti – nuota in 1’57″67 con un passaggio da 56″96 che lo aveva portato a condurre la quinta e ultima batteria prima di rallentare solo nella terza vasca (30″78). Eliminati gli azzurri in gara nei 200 rana: il bronzo mondiale dei 100 Martina Carraro è diciottesima in 2’27″41, il bronzo europeo dal 2016 Luca Pizzini (Carabinieri / Fondazione Bentegodi) è ventunesimo in 2’10″88.
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Nuoto, Mondiali: Pellegrini out nei 100m sl, “Ma nei 200m mi sono proprio piaciuta”
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