Non ci poteva essere occasione migliore del Festival di Goodwood per Aston Martin per rendere omaggio alla sua storia nelle competizioni automobilistiche. Soprattutto considerando che la Casa britannica aveva in agenda la celebrazione di due eventi molto significativi: da una parte, il 70° anniversario della prima partecipazione a Goodwood, dall’altra, il ricordo della vittoria a Le Mans del 1959, quando Shelby e Salvadori portarono al trionfo la DBR1.
IL LAVORO DELLA DIVISIONE “Q BY ASTON MARTIN”
Lo fa presentando sei esemplari di Vantage, ognuno con una livrea diversa ispirata a una vettura Aston Martin che abbia fatto la storia delle competizioni, con design realizzati dalla divisione “Q by Aston Martin”. Le “Vantage Heritage Racing Editions” realizzate saranno solo 60. Come modello base, Aston Martin non ha quindi avuto dubbi nella scelta della Vantage, auto che già da sola offre prestazioni da corsa eccellenti, e che in questo caso ha subìto qualche ulteriore modifica, innanzitutto nell’aerodinamica.
Cambia anche la deportanza: aggiunta infatti un’ala posteriore in fibra di carbonio (materiale utilizzato così da diminuire il peso e presente anche in alcuni dettagli interni), uno splitter anteriore esteso e ruote più leggere.
I SEI MODELLI STORICI
Le sei auto scelte coprono spazi temporali diversi, rimarcando come Aston Martin sia stata negli anni una protagonista indiscussa dell’universo racing.
La più antica è la Razor Blade, denominata “The Record Breaker”, in quanto nel 1923 stabilì due record nella classe 1500cc a Brooklands. Cromatizzata in verde proprio come il telaio della macchina originaria, vantava un corpo aerodinamico in alluminio, costruito all’epoca dall’azienda aeronautica De Havilland.
L’Ulster, il modello Aston Martin più vincente dell’era pre-Seconda Guerra Mondiale, rivive in “The Italian Progettista”. La macchina concluse al terzo posto assoluto la 24 Ore di Le Mans del 1935. Anche in questo caso, il rosso della carrozzeria è un palese riferimento alla colorazione originaria.
La Vantage giallo-verde rimanda a una delle più iconiche Aston Martin, la DB3S, utilizzata come riferimento per la “The David Brown Era”. Nome scelto a sottolineare il lasso temporale in cui la Casa britannica dominava con le DB.
Ma viene celebrata anche la gamma AMR1, con “The Group C Monster”. L’auto, contraddistinta dalla classica livrea bianca, blu e rossa, fu sviluppata nel 1989 per partecipare alle corse del Gruppo C – quello dei prototipi coupé – e vantava un telaio monoscocca in kevlar e fibra di carbonio: quasi una soluzione rivoluzionaria, a fine anni Ottanta.
Presente anche “The Le Mans Winner”: e qui siamo già al 2007 e 2008, quando la DBR9 vinse la classe GT al circuito de La Sarthe.
Per finire con “The Next Generation”, un tributo alla gamma racing del giorno d’oggi. Nello specifico, alla Vantage GTE. Alla macchina ufficiale, il reparto design di Aston Martin ha abbinato i colori Lime Essence e Stirling Green.