Mostrandosi più resistente di José Hernandez-Fernandez, il 17enne di Carrara trova all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS il primo piazzamento di rilievo in un torneo. “Emozione fantastica, oggi non si respirava: ho vinto con cuore e passione”. Balzerani KO con Robredo, si salva Dellien.
“Credo sia stata la giornata più calda da quando gioco a tennis”. È esausto, Lorenzo Musetti. Ma è anche soddisfatto ed emozionato. Quando il termometro toccava i 37 gradi, il Golden Boy del tennis azzurro raggiungeva per la prima volta i quarti in un ATP Challenger. Dopo i terzi turni a Barletta e Francavilla, ha fatto un passo in più all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (46.600€, terra). In un match giocato in condizioni estreme, ha vinto la gara di resistenza contro il dominicano José Hernandez-Fernandez. Un buon giocatore, dalla palla piuttosto pesante, con una certa esperienza nel circuito Challenger. Ma Musetti gioca meglio, per quanto il suo tennis sia un cantiere che sta rapidamente prendendo forma. Hernandez-Fernandez si è ritirato sul punteggio di 7-5 3-0 per Musetti, quando il match era ormai in discesa per il ragazzo di Carrara. Se il caldo è stato protagonista, nell’oretta e venti sul Centrale dell’ASPRIA Harbour Club si sono viste cose interessanti. Per esempio, Musetti ha servito piuttosto bene. Già nel secondo game ha cancellato quattro palle break, di cui tre con il servizio. Ancora meglio nel game sul 6-5, decisivo per chiudere il set: tre gran servizi e un rovescio vincente si sono rivelati decisivi, col senno di poi, per l’esito del match. “Oggi il servizio è il colpo che mi ha aiutato di più – racconta Musetti – avevo bisogno di non allungare troppo gli scambi e mi ha dato una mano anche nel game più importante, l’ultimo del primo set. Di fatto, mi sono trovato 40-30 quasi senza giocare. Al contrario, lui doveva lottare su ogni punto. Credo che abbia fatto la differenza”. Musetti era partito bene (2-0 e 3-1), ma il dominicano tornava rapidamente in partita. Dopo un ulteriore scambio di break, il momento più difficile arrivava sul 4-5: con Musetti al servizio, il dominicano si procurava un setpoint ma lo sciupava con un dritto in corridoio.
PASSIONE, CUORE ED EMOZIONI
Il carrarino artigliava il 5-5 con una splendida smorzata di dritto, poi trovava il break del 6-5 e teneva teneva col fiato sospeso per qualche minuto, chiedendo un medical time-out. “L’ho fatto per spezzare un attimo il ritmo e prendere un po’ di fiato: faticavo a respirare, mi muovevo male, ero molto ingessato. Ho chiesto lo stop per accertarmi che fosse tutto OK. Il medico mi ha detto che non avevo particolari problemi, poi ho chiuso il set e dopo un’ulteriore pausa ero ripartito bene”. Ciò che incoraggia, anche in chiave futura, è la buona tenuta fisica di Musetti. Ha cercato di tenere un linguaggio del corpo il più possibile positivo, limitando al minimo (quasi a zero, per la verità) le uscite verbali. “Il primo set è stato molto difficile, l’ho portato a casa con passione e cuore – ha detto a caldo, ancora sfibrato, mentre Hernandez-Fernandez giaceva sulla sua panchina, piegato in due – facevamo entrambi fatica a respirare. Purtroppo lui si è ritirato e non è bello vincere così. Alla fine, oggi, ha ceduto chi ha retto di meno. Oggi è toccato a lui, magari un’altra volta sarà il mio turno. L’importante è andare avanti così, sono soddisfatto della prestazione… e sì, è un’emozione fantastica che non sto ancora realizzando a dovere”. I quarti a Milano gli garantiscono il best ranking: Lorenzo è già certo di salire al numero 409 ATP. Dovesse battere anche Marcelo Arevalo nei quarti, entrerebbe in carrozza tra i top-400 ed effettuerebbe il contro-sorpasso sull’amico Giulio Zeppieri, che pochi giorni fa era giunto in semifinale a Parma. I successi del salvadoregno in doppio (è in semifinale insieme allo storico compagno Reyes Varela) impongono di collocare il match in apertura, alle 15.30. Sarà una partita diversa, contro un giocatore intelligente e dal tennis più aggressivo rispetto a quello di Hernandez-Fernandez. Ma Lorenzo non ha speso troppe energie e ha già dimostrato di saper gestire il caldo estremo. Tra gli altri match, da segnalare l’uscita di scena di Pedro Sousa (n.4 del tabellone), battuto nettamente dal connazionale Frederico Ferreira Silva. Nei quarti, il lusitano troverà Danilo Petrovic, emerso dal derby serbo-croato contro Nino Serdaruric. Termina negli ottavi la corsa di Sebastian Fanselow, che aveva eliminato Paolo Lorenzi. Il tedesco si è arreso in due set ad Aslan Karatsev, proveniente dalle qualificazioni.
ROBREDO TROPPO FORTE PER BALZERANI
Si è fermata negli ottavi l’avventura di Riccardo Balzerani. Opposto a Tommy Robredo, il giocatore più importante tra i presenti a Milano, il laziale (accompagnato a Milano da coach Gabrio Castrichella) ha fatto la sua partita, ma non si è mai davvero avvicinato a Robredo. A ben vedere, l’intero match si è rispecchiato nel primo game, con Balzerani al servizio. Si sono giocati ben 22 punti spalmati su un quarto d’ora, l’azzurro ha provato a essere propositivo, ma aveva di fronte un muro di gomma. Gli anni passano, il livello non tornerà quello di 10-12 anni fa, ma Robredo si conferma un giocatore di estrema classe, impeccabile quando la partita è alla sua portata. Tommy è scappato rapidamente sul 4-0, poi ha gestito con agio il resto della contesa e ha chiuso col punteggio di 6-2 6-3. Per lo spagnolo è la tredicesima vittoria di fila. In poche settimane ha scalato un centinaio di posizioni e il ritorno tra i top-100, a prescindere dal risultato di Milano, sembra più che mai alla portata. Nei quarti se la vedrà con il numero 1 del tabellone Hugo Dellien, salvo quasi per miracolo. In una partita terminata al calar delle tenebre (erano quasi le 21) si è imposto su Renzo Olivo. Giocando una partita di grande sacrificio, l’argentino era riuscito a girare l’esito della sfida. Avanti 3-1 nel terzo, con Dellien mentalmente fuori dal match, si è procurato un infortunio a un polpaccio. Inutili i due medical time out: negli ultimi cinque game ha raccolto pochissimi punti (6-2 6-7 6-3 lo score) e lasciato strada a un Dellien sostenuto da alcuni boliviani residenti in Italia, entusiasti di avere un connazionale competitivo in uno sport popolare come il tennis. Per battere Robredo avrà bisogno di alzare, di molto, il suo rendimento.