In tema auto connessa, l’Europa ha scelto lo standard tecnologico che l’industria automobilistica dovrà adottare obbligatoriamente per dotare di connessione alla rete le vetture. Nella partita tra wifi e 5G, per il momento, vince il primo. La notizia arriva direttamente dall’Europarlamento che, con 270 voti a favore e 304 contro, ha bocciato l’obiezione posta dall’europarlamentare francese Dominque Riquet, come pure la durissima lettera di richiamo fatta da Andrus Asnsip alla responsabile della Commissione Trasporti, Violeta Bulc, promotrice dell’atto.
Quella che sembra una mera questione burocratica ha effetti che non possono essere ignorati. Il primo è che questa decisione crea un precedente importante in quanto, come è stato fatto notare da diversi stati membri come Spagna e Francia, vìola il principio della “neutralità tecnologica”.
In pratica, Bruxelles non si è limitata a fissare parametri o requisiti tecnici, ma ha proprio imposto l’utilizzo di una tecnologia al posto di un’altra, ponendo una pesante barriera contro altre tecnologie future o in corso di sviluppo. Infatti, a causa delle diverse frequenze di utilizzo, Wifi e 5G sono incompatibili tra loro. Semplicemente non comunicano.
Ma il rischio più grande è la perdita di competitività che potrebbe colpire l’Europa, se alla fine passerà questo obbligo per la connessione delle auto.
La partita su come le auto comunicheranno tra loro al tempo della guida autonoma si gioca tutta qui. La rete mobile di quinta generazione, potendo contare su una banda più larga, praticamente azzera i ritardi durante la trasmissione di dati, aspetto che diventa vitale in presenza di auto che dovranno comunicare non solo con l’ambiente esterno, ma anche tra di loro per ovvi motivi legati alla sicurezza stradale.
Cina e USA hanno già virato sul 5G e l’Europa rischia di rimanere indietro rispetto ai competitor. Senza contare che la decisione avrà effetto non solo su l’automotive, ma anche sulle società delle telecomunicazioni per il giro di affari che questa fetta di mercato muove e muoverà.
Ad essere passata è stata dunque la posizione difesa da Germania e Volkswagen, pro wifi, a discapito di buona parte del settore automotive e dell’industria delle telecomunicazioni sono schierate per il 5G.
La partita, però, non è ancora chiusa. I 28 Paesi dell’UE si riuniranno per valutare la questione il prossimo 3 maggio, al gruppo di lavoro del Consiglio trasporti. All’ultima riunione di aprile solo pochi Paesi hanno preso una posizione esplicita: la Germania, spalleggiata da Francia, Austria e Belgio, pro wifi, e la Finlandia, con Spagna, Danimarca e Lussemburgo, pro 5G. Se gli stati membri non riusciranno a formare una maggioranza qualificata contraria o non chiederanno un rinvio per valutare meglio la questione, l’atto delegato presentato dalla Commissione sarà adottato.