Diesel o non Diesel? Per l’Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica la demonizzazione del carburante per eccellenza dei macinatori di chilometri si sta rivelando controproducente per il contenimento delle emissioni di CO2.
“Per raggiungere il target del 2021 di 95 g/km di CO2 nell’Unione Europea – spiega l’Anfia nel suo rapporto– occorre che la media delle emissioni si riduca ancora di 23,5 g/km, un’impresa impossibile senza il contributo delle auto nuove Diesel o senza unaumento esponenziale di auto elettriche, impensabile con l’attuale rete infrastrutturale di ricarica. Anche per il 2018si determinerà- prosegue Anfia nel suo comunicato – come per l’anno precedente, un aumento delle emissioni medie di CO2 delle nuove auto vendute, dovuto al fatto che le auto a benzina (in crescita) producono più emissioni di CO2 delle auto diesel (in calo costante) e che l’incremento delle auto ad alimentazione alternativa, pur in forte crescita, non è sufficiente ad abbassare il livello medio delle emissioni delle nuove auto immatricolate. Proprio sul fronte ambientale, dunque, l’agenda anti-diesel ha rallentato i progressi sui cambiamenti climatici.”
Un allarme, di fatto, quello lanciato dall’Anfia. Il 2021 è dietro l’angolo. Nel caso di sforamento ogni Casa automobilistica dovrà pagare 95 euro per ogni grammo di CO2 emesso in più con multe potenziali da miliardi di euro. In questa prospettiva il paventato accordo FCA-Tesla per “accogliere” le elettriche di Musk e i contatti tra Mazda e Toyota sono i primi segnali di una possibile corsa ai ripari dei grandi marchi automobilistici.