Una vita a lottare sotto i tabelloni, combinando punti, difesa e rimbalzi, per Devil Medizza, triestino di nascita, calabrese di adozione. Tre le stagioni in maglia Catanzaro, quella corrente chiusa con una sontuosa doppia doppia di media, ad 11.1 punti e 11 rimbalzi a gara: numeri da capogiro a dispetto di un infortunio muscolare che tra novembre e gennaio ne ha condizionato l’impiego, dal quale però il centro friulano, sottoposto in settimana ad approfonditi esami strumentali, si è definitivamente ripreso. Ala-centro di due metri per 96 chilogrammi, Medizza disputa sempre in Calabria la parte finale della stagione 2017/18: si tratta di un ritorno di fiamma dopo indelebile l’annata 2016/17, la prima in maglia Mastria Vending, chiusa in doppia cifra di media (10.62 ppg) al termine di una sorprendente cavalcata playoff.
Nel curriculum del pivot cresciuto con la Servolana Trieste anche preziose esperienze a Trento, Piacenza e Francavilla Fontana. Proprio in Puglia, nel 2013/14, confeziona la sua migliore stagione realizzativa, ad 11.33 punti di media. Negli anni successivi Medizza si muove tra Oleggio e Cecina, sempre in serie B, sposando per brevissimo tempo anche i progetti promozione di U.S. Goriziana, C Silver friulana, e Rucker San Vendemiano, C Gold veneta.
«Ho sentito parlare bene della società: è giovane, in crescita e con obiettivi di riguardo. La sensazione, effettivamente, è quella di essere arrivato in una realtà seria, a prescindere dalla classifica – ha affermato Medizza, alle prime parole da giocatore del Green – Per quanto riguarda il roster era già competitivo prima che arrivassi: il mio obiettivo sarà stimolare i compagni e mettere tutti nelle condizioni di dare il massimo». Il centro friulano si è poi soffermato poi sulle proprie caratteristiche tecniche: «Mi piace giocare di posizione e di sistema, farmi trovare su scarichi brevi, andare a rimbalzo e lottare sotto canestro. Cerco di dare energia difendendo e recuperarando palloni». Ben chiaro il mantra del “Diablo”, suo soprannome dall’infanzia: «Quando sono in campo mi piace che i miei compagni avvertano la sicurezza di poter tentare un tiro o una giocata in più. A rimbalzo o in difesa ci penso io, possono sempre contare su di me»