Non possiamo immaginare nulla che non sia un miracolo per vedere i Lakers partecipare ai playoff 2019. Con ancora 18 partite da disputare, sono a un record 30-34 a sei vittorie dagli Spurs che occupano l’ottava posizione in un lotto di formazioni allo stesso livello come Sacramento (32-31), Minnesota (29-34) e New Orleans (30-36). LeBron James non ha fatto la differenza in favore dei losangelini: nessuno si aspettava potessero lottare subito per il titolo, ma così sono caduti troppo in basso!
Troppi infortuni? Brandon Ingram ha saltato 12 partite, Lonzo Ball 17, LeBron James 18 e Rajon Rondo 34. L’assenza più pesante è stata indubbiamente quella del Prescelto, tra Natale e la fine di gennaio. Senza di lui, i Lakers hanno vinto solo 6 delle loro 17 partite, passando da un record di 20-14 a quello di 26-25. Tuttavia, se guardiamo a tutte le squadre NBA, i Lakers sono generalmente nello standard medio. Lontano da Denver, Cleveland, Philadelphia, Brooklyn o Houston … Quattro motivi per spiegare una debacle annunciata.
Debolezza di gioco. C’è chi accusa Walton di praticare un gioco eccessivamente sofisticato. I problemi più grossi sono attaccare a difesa avversaria schierata dove le stas NBA dicono che i Lakers abbiano appena il 24esimo posto per efficienza, e dove in campo si devono affidare alle invenzioni di James o di Ingram.
Gruppo mal costruito. In estate sono stati selezionati troppi portatori di palla (Rajon Rondo, Lance Stephenson e Michael Beasley) e nessun giocatore in grado di tirare triple dalla ricezione. E poi è andata a finire che la palla la porta James come a Cleveland, senza avere nel roster dei buoni tiratori da tre punti. Specialità in cui i Lakers son 28esimi su 30 squadre, tirando con il 33,6%.
Affare Anthony Davis. Le offerte a svendita dei giocatori Lakers per prendere Anthony Davis senza poi riuscirci hanno avuto sul gruppo e sul morale del gruppo effetti devastanti. La destabilizzazione è stata completa.