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Dayana Kosareva: “Con Perugia ho imparato a giocare sotto pressione”

Dayana Kosareva ne ha vissute diverse di carriere, in barba a qualsiasi declinazione di linearità. Ha impressionato fin da subito gli osservatori per le sue notevoli qualità tecniche e doti fisiche, entrando nel giro delle nazionali giovanili e diventando una delle promesse più interessanti del Bruel Bassano. Dopodiché ha indossato l’armatura e abbandonato il nido, accumulando esperienze, gioie e dolori che ne hanno guidato il passaggio all’età adulta, dove i sogni persistono ma l’ovatta viene poco a poco strappata dallo spessore doppio della quotidianità e di tutto ciò che essa contiene. Oggi, a ventiquattro anni, la schiacciatrice della Bartoccini Fortinfissi Perugia è una giocatrice con tanto da raccontare, analizzare e, al contempo, poter ancora desiderare.

In un’intervista esclusiva ai microfoni di Volley NEWS, Kosareva ha parlato del suo percorso, della stagione in Umbria e delle emozioni per la promozione in Serie A1 appena conquistata.

Foto Bartoccini Fortinfissi Perugia

Per cominciare, le va di raccontarci l’annata della promozione in A1 di Perugia?

Questa stagione è stata intensa: iniziata lo scorso 17 agosto con il raduno, andrà avanti fino al 29 marzo, anche se abbiamo già raggiunto la promozione. Finalmente posso dire di aver capito cosa vuol dire giocare sotto pressione e scendere in campo con l’obbligo di vincere soprattutto quelle partite in cui parti favorito. È stata anche una stagione emozionante, che ci ha regalato vittorie speciali come quella contro Busto Arsizio“.

C’è stato un momento che vi ha dato l’opportunità di capire che si poteva fare qualcosa di importante?

Ho capito che avremmo fatto qualcosa di importante alla prima partita di campionato. Eravamo molto emozionate per l’esordio stagionale davanti ai nostri tifosi. Una partenza con i fuochi d’artificio perché affrontavamo Brescia, una squadra che inizialmente puntava a fare bene. Pronti, via e le nostre avversarie hanno vinto i primi 2 set. A quel punto, però, abbiamo iniziato a rimboccarci le maniche e piano piano siamo riuscite a ribaltare il risultato vincendo al tie break. Lì ho capito che sarebbe stata un’annata speciale perché avevamo dimostrato di saper soffrire e reagire alle difficoltà“.

foto Bartoccini Fortinfissi Perugia

Quali sono stati i punti di forza che vi hanno permesso di dominare il campionato di A2 e vincere la Coppa Italia di categoria?

Penso che i nostri punti di forza siano stati la costanza, la capacità di mantenere il focus sul nostro obiettivo e la voglia di vincere. Nel corso di una stagione è normale affrontare piccoli acciacchi, stanchezza o cali di forma, ma noi siamo state brave a spronarci vicendevolmente durante ogni allenamento e ogni partita, avvicinandoci all’obiettivo passo dopo passo“.

Se ripensa alla finale di Coppa Italia con Busto Arsizio, qual è la prima immagine che le viene in mente?

Direi il palazzetto: immenso, rumoroso e pieno di tifosi. Mi porterò dietro quest’immagine per tanto tempo perché giocare in un’atmosfera del genere regala emozioni uniche“.

Foto Bartoccini Fortinfissi Perugia

Diamo uno sguardo ai suoi numeri in campionato: 295 punti con il 42,1% di positività in attacco, il 31,4% di ricezione perfetta, 29 muri e 33 ace in 27 presenze. È soddisfatta del suo rendimento?

Penso che questi numeri descrivano al meglio una giocatrice di equilibrio, in grado sia di dare un contributo in seconda linea, in ricezione, in difesa e in battuta, sia di scaricare l’attaccante principale. Sicuramente sono soddisfatta del mio rendimento: per me questa stagione è un punto di partenza per puntare sempre più in alto“.

In generale, che ambiente ha trovato a Perugia? Sul suo elevato rendimento quanto ha inciso questo fattore?

Mi piace molto Perugia. Innanzitutto, è una realtà perfetta per chi ama vivere immerso nella natura: c’è tanto verde intorno alla città, al punto che ti può capitare di incontrare 8 cinghiali sotto casa, come è successo a me! Anche con la società mi sono trovata benissimo. In particolare, la nostra team manager Carmen Pimentel è stata un punto di riferimento importante, dal momento che non ha mai fatto mancare il suo sostegno psicologico. Da una grande ex giocatrice come lei si impara tanto anche solo ascoltando quello che dice“.

Foto Bartoccini Fortinfissi Perugia

Cosa si porterà dietro di questa stagione?

La perseveranza, le parole preziose della nostra team manager, il calore dei tifosi e i bellissimi paesaggi perugini. Vorrei sottolineare soprattutto l’importanza dei nostri tifosi: durante l’anno non è mai mancato il loro appoggio, che per noi è una fonte inesauribile di energia“.

Nel percorso pallavolistico di una giocatrice, i 24/25 anni sono spesso indicati come un momento importante per tracciare un primo bilancio. Com’è quello di Dayana Kosareva?

Sin dalle giovanili mi sono sempre impegnata per cercare di eccellere. Ho fatto una lunga gavetta e ora sono arrivata a vincere un campionato. Dunque, sono soddisfatta del mio percorso. A 24 anni mi sento ormai pronta ad affrontare un campionato di alto livello“.

Che giocatrice sente di essere oggi? E quali obiettivi si è posta per i prossimi anni?

Quando ho iniziato a giocare in Serie A a 17 anni, le compagne più esperte mi hanno fatto capire cosa vuol dire mettere se stessi a disposizione del collettivo. E anche in questa stagione sono riuscita ad essere quella giocatrice di equilibrio che nei momenti di difficoltà aiuta la squadra a ritrovare compattezza. Per quanto riguarda il futuro, spero di fare sempre meglio, vincere altri campionati di Serie A2 e magari tornare a giocare in A1, dove ho potuto saggiare un livello di gioco, di velocità della palla e di fisicità che non si trova in cadetteria“.

Foto Instagram Dayana Kosareva

Un’ultima curiosità. Com’è nata la sua passione per i motori, e in particolare per le due ruote? Se dovesse associare un modello di moto alla Bartoccini di quest’anno, quale sceglierebbe?

La mia passione per i motori impressiona sempre tutti, ma è qualcosa di naturale. Da piccola ho sempre preferito giocare con le macchinine piuttosto che con bambole. Poi, a 9 anni, ho fatto il primo giro in moto e da lì ho iniziato a sognare di averne una tutta mia. E così è stato. Se dovessi associare la Bartoccini a un modello di moto? Questa domanda mi mette un po’ in difficoltà perché ce ne sarebbe più di una… Alla fine, però, direi la Dorsoduro dell’Aprilia, una moto particolare che è in grado di affrontare i terreni più ‘scomodi’ e che al momento giusto sa andare anche veloce“.

di Alessandro Garotta


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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