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Passaro, un giocatore ritrovato

Francesco Passaro ha vinto il Challenger 175 Piemonte Open disputatosi sui campi del Circolo della Stampa Sporting. Passaro ha battuto in due set – 6-3 7-5 – Lorenzo Musetti, chiudendo la contesa al terzo match point.
Questa la fredda e stringatissima cronaca, ma c’è molto più da dire. Per sua stessa ammissione, quello che Passaro ha realizzato nelle due ultime settimane ha dell’incredibile pensando a tutto ciò che Francesco ha dovuto patire nell’ultimo anno. Tredici mesi fa era a ridosso dei primi 100 e nell’arco di poco, a causa di continui problemi alle caviglie, è rotolato alla poco invidiabile 240° posizione mondiale, da cui il tennis che conta si vede da tutt’altra prospettiva, col ritorno a masticar gramo, in un girone dal quale è difficile venire su. Invece col lavoro e con la ricerca di quella convinzione che da qualche parte doveva pur continuare a esserci, il giocatore perugino ha ripreso a macinare, sino a Roma dove c’è stata la svolta.
L’avevamo lasciato a Cagliari sconfitto al secondo turno da de Jong, per ritrovarlo a lottare a Roma e partendo dalle qualificazioni. La fiducia deve averla trovata scoprendo che il fisico teneva anche dopo aver giocato match ravvicinati e durissimi. Dal primo turno di quali, sino alla sconfitta di misura patita con Borges, non c’è stato un solo match romano – a parte quello iniziale – chiuso se non dopo una lotta pazzesca e sempre sul filo di lana. Con questo viatico Francesco s’è presentato a Torino e fiducia e convinzione sono cresciute ancor di più, palla dopo palla, incontro dopo incontro. Grazie a una wild card non è passato dalle qualificazioni, s’è incartato giusto un filo contro Galan al primo turno, poi ha messo in fila Ruusuvuori e Nakashima, prima di schiantare Sonego.

In finale ha messo di nuovo in mostra tutto il suo migliorato arsenale, fatto d’un tennis assai aggressivo che si basa tantissimo sui colpi d’inizio gioco, per prendere subito il comando delle operazioni. Le percentuali, i numeri della finale non dicono tutta la verità, perché fin da subito Musetti è stato costretto a contravvenire a quanto ci aveva dichiarato. Ci aveva detto d’essere conscio del dover cercare di giocare un tennis meno passivo, del sapere di dover evitare di perdere campo, ma il gioco di Francesco Passaro gli ha permesso poco. D’accordo, le preparazioni di Lori sono assai ampie, necessitano di un tempo e uno spazio maggiore, però giocare costantemente lontanissimo dalla riga di fondo mai gli ha concesso di prendere il tempo all’avversario e di riuscire a fare ciò che Barazzutti invocava dall’angolo: “ Non far scendere la palla… Cerca di entrare sulla seconda…”

“Muso” smadonnava, rimbeccava dicendo che l’altro giocava “a rischio 1.000”, totalmente a caso e che gli andava sempre bene. Entrare sulla seconda? Troppo difficile. Almeno nel primo set è stato così. Break nel secondo gioco e Passaro avanti 3 a 0 a suon di dritti devastanti, poi 4 a 1 senza che Musetti riuscisse a trovare una sola contromossa. Il 6-3 che sanciva la fine della prima partita era la più logica delle conseguenze. Il secondo set vedeva Musetti cambiare qualcosa nel gioco: provava a giocare traiettorie più alte, ubbidiva alla richiesta di Barazzutti e provava “ a star lì”, tenendo maggiormente la diagonale di rovescio. In breve il giocatore di Carrara andava avanti per 2 a 0 e sembrava che il match potesse cambiare, invece…

Passaro era anche certamente fortunato in alcune circostanze, sbagliava sì un po’ di più ma continuava a martellare. Musetti dialogava costantemente col suo angolo e ribadiva che “ non è giornata.. ma come fa giocando, sempre a caso, a mettermi la palla sempre sulla riga!”
E proprio una palla così, un recupero pazzesco di Passaro, pizzicante la riga di fondo, regalava al perugino il contro break. Musetti scagliava una palla tipo “home run”, oltre lo stadio, oltre la cinta del circolo e si beccava il primo warning. L’incontro procedeva senza strappi sino sul cinque pari. Musetti continuava a lamentarsi, Passaro continuava a picchiare ma si era quasi certi che l’esito si sarebbe definito al tie break. Invece no. All’undicesimo gioco tutto sembrava facile per Lorenzo, ma un punto cavallerescamente concesso all’avversario, unito a un doppio fallo materializzavano dapprima una pericolosa palla break e poi erano il preludio della fine.
Un paio di palle dopo Passaro conquistava il break decisivo in modo rocambolesco e Musetti raggiungeva sconsolato la panchina e poi provava, riuscendoci, a distruggere a più riprese la racchetta, sbattendola più volte a terra. Una nuova sanzione era così in arrivo, tanto che il il gioco successivo iniziava sul 15/0 per il penalty point rifilato all’azzurro. Passaro serviva bene e si portava sul 40-15 con due match point a disposizione, ma non li sfruttava. Anzi, era Musetti poco dopo ad avere un palla break che l’avrebbe rimesso in carreggiata. Lory si posizionava lontanissimo per preparare la risposta e Passaro, all’improvviso, gli serviva “ da sotto”: back molle molle di un sorpresissimo “ Muso” e palla in rete. Regola non scritta del tennis dice che non si fa, ma per Passaro il fine giustificava ampiamente il mezzo, visto che bisognava portare a casa la vittoria. Due palle dopo, l’epilogo, al terzo match point e Francesco a lasciar cadere la racchetta a terra e chiudere in lacrime.

Dopo la finale di Cagliari persa, ecco per Musetti un altro pomeriggio amaro, ma il Passaro di oggi è parso per lunghi tratti ingiocabile. Sì, gli sarà pure girato tutto benissimo, avrà anche giocato “ a caso” in qualche circostanza, ma è sempre stato… un caso bellissimo.
Ora Francesco Passaro rivede finalmente la luce. Erano mesi che non giocava dieci giorni di fila senza avere dolore; erano mesi che non riusciva a giocare dieci partite tirate una appresso all’altra. Ora la 240° posizione nel ranking ATP per fortuna è solo un brutto ricordo. In dieci giorni ha scavallato circa 110 posti e può tornare ad ambire ad avvicinare i Top 100. Questa sera volerà a Parigi per firmare per giocare le qualificazioni al Roland Garros: è fuori di 4, la speranza di farcela a entrare c’è, però è difficile ma poco importa: Francesco Passaro è un giocatore ritrovato e questa è la sola cosa che conta.

Da Torino, Elis Calegari


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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