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Alcaraz potrebbe pagare a caro prezzo la sconfitta vs. Humbert, con ripercussioni sulle ATP Finals

Un fulmine nella notte di Parigi, a ciel sereno e di una luce scintillante. Ugo Humbert ha sorpreso ed esaltato il mondo del tennis battendo ieri sera  Carlos Alcaraz con una prestazione di altissimo profilo. Il francese ha esploso tutta la classe del suo braccio, con colpi aggressivi e profondi che hanno messo spalle al muro il fortissimo rivale, incapace di arginare nel rush finale la qualità di un Humbert scatenato. Molto spesso è proprio il più giovane n.1 della storia a spaccare le partite con qualche “big point” che lo esalta e lo rende inarrestabile, come è successo per esempio di recente nel tiebreak decisivo della finale del 500 di Pechino dove, sotto 3-0 contro Jannik Sinner, ha tirato fuori dal cilindro 3-4 winner clamorosi che hanno lasciato di sasso l’italiano. Stavolta le magie, le difese in corsa, i tocchi fatati sono usciti solo dalla racchetta di Ugo, in due game incredibili sul 5 pari del terzo set che gli sono valsi un meritato successo.

Ma la vittoria Humbert se l’è costruita non solo in quel gran finale, ma con una condotta di gara ineccepibile. Il francese è stato più bravo a sfruttare le condizioni molto rapide di quest’edizione del torneo con attacchi asfissianti, continui, un forcing che non ha mai lasciato respirare Alcaraz e gli ha tolto il tempo di gioco. Rimbalzi bassi gestiti mirabilmente dalla mano educatissima del transalpino, velocità d’esecuzione e tenuta mentale, dal primo all’ultimo punto. Bravissimo. Carlos si è poi scagliato contro la velocità di questo torneo, ma… era così per tutti, ed è giusto che vinca chi è più bravo ad adattarsi. È l’ennesima dimostrazione di come condizioni diverse possano portare novità e scombussolare (o aiutare o farlo) i valori consolidati. Torna così attualissimo il tema di come sia stato fin troppo uniformato il gioco: l’effetto è premiare “i soliti” e impedire che arrivino sorprese dal basso, giocatori che riescano a trovare la chiave per esaltare la propria differenza e sgambettare qualche big. Scelta politico-sportiva…. Ma non è questo il momento di focalizzare la lente su quest’argomento. Ci torneremo in off-season.

La sconfitta a sorpresa di Alcaraz può innescare una piccola importantissima rivoluzione con effetti potenzialmente esplosivi anche alle prossime ATP Finals, ormai alle porte. Infatti la battuta d’arresto di Carlos negli ottavi di Parigi Bercy può consentire ad Alexander Zverev di superarlo al secondo posto in classifica. Infatti con i suoi 7210 punti Alcaraz verrebbe sorpassato se il tedesco arriverà in finale nell’ultimo Masters 1000 dell’anno. Per farlo dovrà prima battere Tsitsipas nei quarti (contro il quale vanta un bilancio assai negativo di 5 vittorie e 10 sconfitte) e poi in semifinale uno tra De Minaur e Rune. Può farcela assolutamente, Zverev è il tennista con più vittorie nel 2024 dopo Sinner, il suo livello medio in stagione è altissimo.

Se Zverev sbarcherà a Torino da n.2 del mondo, le conseguenze sui gironi delle ATP Finals potrebbero essere esplosive: Sinner (n.1) e Alcaraz (n.3) avrebbero un 50% di probabilità di ritrovarsi insieme in uno dei due round robin. I primi due del ranking infatti guidano i due gruppi, mentre le altre posizioni (3-4, 5-6, 7-8) sono sorteggiate, quindi Alcaraz si ritroverebbe sicuramente o con Sinner, o con Zverev. Non resta che seguire le fasi finali del 1000 parigino, purtroppo senza italiani (e Sinner) in gioco, ma con una serie di match molto intriganti, e con punti decisivi per assegnare gli ultimi tre posti ancora in palio per le Finals. In attesa di conoscere se il Djokovic “vacanziero” di questi giorni ha la valigia pronta per Torino, oppure solo per Buenos Aires per dare l’ultimo abbraccio in campo all’amico DelPo…

Marco Mazzoni 


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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