Quattro anni fa sfidava Roger Federer in finale a Basilea, oggi Marius Copil prova a rilanciarsi da Rovereto. Una mentalità tutta nuova gli ha restituito la gioia di giocare a tennis, unita all’amore per l’Italia. Il desiderio di aiutare il tennis rumeno e l’eterno problema dei guadagni dei tennisti. “100.000 dollari per chi perde al primo turno degli Slam? Non basta, vi spiego perché”. KO Arnaboldi e Travaglia.
“Qui la musica fa troppo rumore, andiamo fuori?”. Questa piccola accortezza fa capire che tipo sia Marius Copil. Aveva appena lottato per due ore e mezza, vincendo la sua terza partita agli Internazionali di Tennis – Città di Rovereto (73.000€, Play-It) battendo il polacco Kacper Zuk col punteggio di 6-7 7-5 6-4. Erano trascorsi quasi sei mesi dall’ultima volta in cui aveva passato il primo turno in un Challenger. Dati severi per un giocatore come lui, ex numero 56 ATP e finalista all’ATP 500 di Basilea contro Roger Federer, appena quattro anni fa. Un giocatore di classe, dal tennis pulito e talentuoso, una bellezza per gli occhi. Ma Copil è anche una persona molto intelligente, piena di idee e dalla parlata sciolta. Basta toccare i tasti giusti e le informazioni fioccano, persino maggiori rispetto a quanto chiesto. “A inizio partita pensavo troppo e la mia palla era più lenta – racconta – lui aveva il tempo di fare quello che voleva e serviva molto bene, inoltre faticavo al servizio. Ma sono rimasto sempre positivo, so che c’è sempre una possibilità. Sono diventato più aggressivo e mi sono presentato spesso a rete, anche se qualche volta mi ha passato. Quando vieni messo costantemente sotto pressione magari giochi bene, ma nei punti importanti regali qualcosa. Ho avuto il merito di accettare quello che succedeva sul campo, ho giocato libero, mi sono divertito e qui mi piace molto, la gente fa il tifo per me”. In effetti Copil è un frequentatore abituale dei tornei italiani. L’anno scorso ne ha giocati nove (più San Marino) nel nostro Paese. “Amo l’Italia – dice con un sorriso – mi piace il cibo, la gente, si gioca in belle città e poi è vicino a casa mia. L’anno scorso ho avuto un po’ di problemi personali, quindi avevo la certezza di poter rientrare con un’ora d’aereo se ci fosse stato qualche problema. Ho scelto l’Italia anche per i tornei sulla terra battuta, che pure non è la mia migliore superficie. Sicuramente ci giocherò ancora molto, poi quest’anno le cose vanno molto meglio dal punto di vista mentale. Sono più sereno”.
“LA ROMANIA NON È UN PAESE POVERO, PERÓ…”
Anni fa, il rumeno raccontò di aver affrontato un giovanissimo Bernard Tomic al Challenger di Cremona, con l’australiano che aveva a disposizione la carta di credito di Tennis Australia, che gli permetteva qualsiasi spesa, mentre lui aveva un budget limitato. Viene dunque da chiedersi (e da chiedergli) se la sua carriera sarebbe stata diversa se fosse nato in un Paese più ricco. Bingo. Copil dimentica di essere all’aperto, con la temperatura sotto i 10 gradi, ancora sudato. Diventa un torrente di parole. “Non si può dire: Djokovic è partito dalla Serbia, senza aiuti, ed è diventato il più forte di sempre. Dipende dalla mentalità: se combatti, ci provi e ti godi il processo, l’universo ti darà una mano. Certamente è meglio provenire da un Paese come l’Italia, con 25 Challenger, o da altri ricchi come Australia e Stati Uniti. In quel caso puoi giocare libero perché non hai molte spese. Non so se sarei stato più forte: quando ho iniziato a giocare a tennis volevo diventare un top-100 ATP, giocare una finale importante, vivere i grandi tornei, giocare in Coppa Davis e partecipare alle Olimpiadi. Mi sono mancate solo le Olimpiadi, per il resto sono riuscito a fare tutto. Ovviamente avrei voluto entrare tra i top-50 e vincere un torneo ATP, ma per un ragazzo che da piccolo voleva giocare a calcio ed è stato spinto al tennis dai genitori… sono contento di quello che ho fatto. Anche perché vengo da una piccola città della Romania, con appena 180.000 abitanti”. Qualche minuto dopo, quando la discussione era su altri argomenti, Copil fa un passo indietro e racconta la realtà del tennis rumeno. Lo fa con orgoglio. “La Romania non è un Paese povero, il problema è che è gestito male. Il general manager della nostra federazione ha fatto un pessimo lavoro. Negli ultimi 8-10 anni abbiamo avuto grandi risultati senza nessun sostegno. Gli unici aiuti arrivavano dalle nostre famiglie. Personalmente ho incassato qualcosa solo quando giocavo in Coppa Davis, ma erano soldi provenienti dall’ITF. Pensa quanto sarebbe bello avere un general manager capace, con un budget di 2-3 milioni per aiutare il tennis, magari dando una mano ai giovani oppure organizzando qualche torneo. Per vostra informazione, noi abbiamo avuto Simona Halep numero 1 del mondo, Horia Tecau numero 1 in doppio, Florin Mergea, top-10 in doppio, otto top-100 WTA e tanti altri ottimi giocatori… eppure la federazione non è riuscita a trovare uno sponsor. E così è dura per tutti i giocatori. La nostra federtennis è povera perché il budget è bloccato: una persona ha fatto causa alla federazione, che però ha vinto il processo e non gli deve nulla. Bisognerebbe sedersi a un tavolo e aiutare il tennis anziché distruggerlo. È quello che vorrei fare io: portare sponsor e risolvere i problemi. Le persone più ricche della Romania giocano a tennis ma non sono coinvolte nello sviluppo del gioco. Io li vorrei mettere tutti insieme”.
VOGLIA DI FELICITÀ
Qualche mese fa, il nativo di Arad ha dichiarato che a fine carriera gli piacerebbe essere coinvolto nella sua federazione. Di fronte a idee così chiare, è inevitabile chiedergli cosa farebbe se avesse un ruolo gestionale nel tennis internazionale. “Nel circuito ITF ci sono zero soldi. Ci sono giocatori molto forti, anche ex top-100, ma si gioca per cento dollari. Non è giusto. Anche l’ATP e gli Slam dovrebbero aumentare i montepremi. Sì, anche gli Slam. Loro dicono che danno 100.000 dollari a chi perde al primo turno, ma in verità è quasi nulla. Il 30% se ne va in tasse, poi abbiamo molte spese. L’inflazione è in crescita costante e negli ultimi anni, dopo il Covid, i prezzi sono aumentati dappertutto. I top-100 del tennis meriterebbero molto di più perché il paragone con altri sport è impietoso. Se prendiamo un top-100 di golf, probabilmente guadagna dieci volte tanto rispetto a un top-100 di tennis. Dobbiamo fare qualcosa, metterci insieme e trovare il modo di intascare più soldi. Anche perché il livello del tennis attuale è molto alto”. A proposito di livello, Copil è convinto di avere le chance per tornare dov’era quattro anni fa. “In termini di classifica voglio tornare tra i top-100. Se sono libero di testa, non mi metto troppa pressione e mi godo il processo, sono convinto di farcela. Devo essere positivo e prendere nel modo giusto i momenti difficili. Voglio provare a me stesso di non essermi sbagliato. Nell’immediato, voglio essere felice ogni volta che scendo in campo. Devo apprezzare quello che faccio perché c’è sempre il rischio che succeda qualcosa e si debba smettere di giocare. Da 2-3 settimane ho cambiato il mio stato mentale, voglio godermi questa vita. Lavoro sempre duramente, ma lo faccio con gioia e passione. E sento che la gente lo percepisce, mi vede con occhi diversi, fanno il tifo per me. Prima pensavo a troppe cose: giocavo contro me stesso e poi con l’avversario, mentre adesso voglio darmi la possibilità di giocare uno contro uno”. Il prossimo “uno” sarà il vincente del derby francofono tra il belga Raphael Collignon e il francese Antoine Escoffier. Se la nuova mentalità lo aiuterà, Marius Copil può essere ancora protagonista. A questi livelli, uno con il suo talento vale tantissimo. Anche e soprattutto per gli occhi.
ELIMINATI ARNABOLDI E TRAVAGLIA, ATTESA PER ZEPPIERI
Non è stato un martedì felice per i colori italiani. In attesa dell’esordio dell’attesissimo Giulio Zeppieri (reduce dal trionfo a Cherbourg) era il turno dei due reduci dalle qualificazioni: Andrea Arnaboldi e Stefano Travaglia, rispettivamente 35 e 31 anni di età. Non è andata bene agli esponenti della Old School azzurra: non c’è molto da dire sul match di Andrea Arnaboldi, che ha alzato bandiera bianca quando era in svantaggio 6-2 4-0 contro il britannico Charles Broom, pure lui reduce dalle qualificazioni. Un problema di stomaco ha impedito al canturino di esprimersi al meglio, obbligandolo a ritirarsi a match ancora in corso. Più equilibrato il match di Stefano Travaglia, che aveva legittime ambizioni contro l’esperto Joris De Loore (n.8 del draw). Si è imposto il belga col punteggio di 7-6 6-4 in un match (per lui) perfetto, nel quale non ha concesso nemmeno una palla break. Travaglia è giunto soltanto una volta ai vantaggi nei turni di risposta, nel quinto game del primo set, mentre ha dovuto fronteggiare ben 14 palle break (salvandone 13, di cui dieci nel quinto game del secondo set). Il rimpianto riguarda il tie-break del primo set: l’ascolano aveva recuperato dal 4-6 al 6-6, aiutato da un doppio fallo di De Loore sul secondo setpoint. A quel punto ha commesso due errori gratuiti che hanno fatto volare via il parziale. Un break nel secondo set è stato sufficiente al belga, che sta vivendo uno spettacolare inizio di stagione: nei primi due tornei dell’anno (entrambi a Oeiras) ha raccolto una vittoria e una finale, scalando circa 150 posizioni e portandosi a ridosso di un best ranking (n.174) risalente addirittura al 2016. A Rovereto c’è una piccola comunità di tennisti belgi accompagnati dall’ex top-40 Steve Darcis, che giusto pochi giorni fa è stato nominato capitano del team belga di Coppa Davis e ha subito iniziato a seguire i possibili convocati. Oltre all’esperto De Loore sono a Rovereto Raphael Collignon e Gauthier Onclin, entrambi impegnati mercoledì. Sempre mercoledì ci sarà l’esordio di Giulio Zeppieri, atteso da un derby azzurro contro Gianmarco Ferrari. Giunto a Rovereto verso l’ora di pranzo di martedì, il 21enne di Latina si è allenato nel pomeriggio con il briannico Jan Choinski, battuto pochi giorni fa in semifinale a Cherbourg. A seguirlo da vicino c’erano coach Massimo Sartori e il preparatore atletico Massimiliano Pinducciu.
Esordio vincente per la prima testa di serie. Nella sessione serale di martedì, Jurij Rodionov ha superato con un doppio 6-3 l’australiano Li Tu, dando un piccolo dispiacere a chi ricordava la lunga militanza trentina di Jack Reader (tecnico di Tu) negli anni ’80 e ’90, quando insegnava tra Trento e Riva del Garda. L’austriaco di origine bielorussa si è affidato alle sue armi principali, servizio e dritto, garantendosi turni di battuta piuttosto semplici. Ha faticato soltanto in avvio di entrambi i set, poi ha concesso le briciole al suo avversario. Da parte sua era ben più competitivo nei turni di risposta e ha scippato il servizio a Tu in tre occasioni. Non c’è mai stata la sensazione che l’australiano potesse allungare il match, anche perché nel dialogo da fondocampo era spesso in affanno, nel tentativo di rallentare la velocità dello scambio. Classe 1999, Rodionov si è avvicinato ai top-100 ATP sul finire della scorsa stagione (è salito al n.120), ma quest’anno non ha ancora vinto due partite di fila, pur avendo alternato i Challenger ai tornei più grandi. In generale ama queste condizioni di gioco, come peraltro ha dimostrato sul finire del 2022, ed è certamente tra gli accreditati per la vittoria finale. Accompagnato da coach Richard Waite, attualmente è numero 2 d’Austria alle spalle di Dominic Thiem. Tuttavia, il pessimo momento di forma del connazionale potrebbe anche aprire scenari di leadership nazionale. Mercoledì si completeranno i match di primo turno, ma si giocheranno anche quattro incontri degli ottavi di finale: nel pomeriggio, Marcello Serafini proverà a dare continuità dopo l’exploit contro Gigante, sfidando il belga Gauthier Onclin. In precedenza ci sarà l’esordio di Giulio Zeppieri nel derby azzurro contro Gianmarco Ferrari. Ancora una volta, in sessione serale ci sarà il talentuoso Dominic Stricker (opposto all’esperto francese Mathias Bourgue).
INTERNAZIONALI DI TENNIS – CITTÀ DI ROVERETO (73.000€, Play-It)
Primo Turno Singolare
Zdenek Kolar (CZE) b. Ivan Gakhov 6-3 6-4
Alejandro Moro Canas (SPA) b. Bu Yunchaokete (CHN) 6-4 4-6 6-2
Charles Broom (GBR) b. Andrea Arnaboldi (ITA) 6-2 4-0 ritiro
Joris De Loore (BEL) b. Stefano Travaglia (ITA) 7-6(6) 6-4
Mathias Bourgue (FRA) b. Michael Geerts (BEL) 6-7(5) 6-4 6-2
Marius Copil (ROM) b. Kacper Zuk (POL) 6-7(5) 7-5 6-4
Jurij Rodionov (AUT) b. Li Tu (AUS) 6-3 6-3
Primo Turno Doppio
Zvonimir Babic / Charles Broom (CRO-GBR) b. Andrea Del Federico / Filiberto Fumagalli (ITA-ITA) 6-1 6-1
Theo Arribage / Constantin Frantzen (FRA-GER) b. Antoine Escoffier / Evan Furness (FRA-FRA) 2-6 7-6(6) 11-9
Marek Gengel / Zdenek Kolar (CZE-CZE) b. Filip Bergevi / Piotr Matuszewski (SWE-POL) 2-6 7-5 10-6
Alexander Merino / Jakub Paul (PER-SUI) b. Sanjar Fayziev / Markos Kalovelonis (UZB-GRE) 4-6 6-3 10-5
Hendrik Jebens / Niklas Schell (GER-GER) b. Joris De Loore / Michael Geerts (BEL-BEL) 6-4 6-3
Campo Centrale – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)
1. Peter Gojowczyk vs [6] Kaichi Uchida
2. Marek Gengel vs Jan Choinski (non prima ore: 11:30)
3. [3/WC] Giulio Zeppieri vs [WC] Gianmarco Ferrari
4. Li Tu / Kaichi Uchida vs Daniel Masur / Mili Poljicak (non prima ore: 14:00)
5. [WC] Marcello Serafini vs Gauthier Onclin
6. [Q] Mathias Bourgue vs [2] Dominic Stricker (non prima ore: 19:30)
Campo 1 – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)
1. [LL] Evgeny Donskoy vs Evan Furness
2. [Alt] Raphael Collignon vs [7] Antoine Escoffier
3. Karol Drzewiecki / Kacper Zuk vs [2] Victor Vlad Cornea / Franko Skugor (non prima ore: 12:30)
4. [8] Joris De Loore vs [LL] Alejandro Moro Canas
5. [1] Vladyslav Manafov / Oleg Prihodko vs [WC] Mikelis Libietis / Luca Margaroli