Charles Leclerc e Carlos Sainz avevano camminato assieme, sostanzialmente d’accordo su ciò che funzionava o meno, ma ieri si sono cercati con gli occhi e non si sono trovati. Un bivio aveva divaricato le loro opinioni, al punto che è sembrato di ascoltare piloti di squadre diverse: se Charles ha criticato le strategie – essersi ritrovato su ingestibili gomme dure lo ha spiazzato –, Carlos ha puntato l’indice sulla macchina. In sintonia, lo spagnolo, con Mattia Binotto. Il team principal non s’è arrampicato sugli specchi ma ha preso il toro per le corna. Non quello della Red Bull, disgraziatamente. Ha parlato di «passo falso» e anche di fallimento, ma in una versione edulcorata: «Su tredici gare ne abbiamo fallita una». Insomma dice Binotto: si tratta di un episodio. E si potrà pure essere d’accordo, ma è innegabile come il grave inciampo abbia ucciso la speranza di una volata per il Mondiale.
Una Ferrari inspiegabile
La prima cosa che ha voluto fare, Binotto, è smontare la versione di un disastro strategico, impressione alimentata dalle comunicazioni radio tra Leclerc e il muretto: «La macchina non ha funzionato come previsto dopo le prove del venerdì, non aveva ritmo e dovremo indagare sulle cause per ripartire. Questa è oggi la nostra prima preoccupazione, ogni discorso sulle strategie viene dopo». E poi l’irritazione per chi mette in discussione il muretto: «Altre squadre sbagliano, non cambiano nulla e finiscono per vincere i Mondiali, non capisco perché noi dovremmo far saltare qualcuno a ogni gara». Ma Leclerc quelle gomme dure non le ha mandate proprio giù: «Mi sento in forma e non sono contento, per niente. Il primo e il secondo treno di gomme medie andavano benissimo e io avrei voluto continuare, ho chiesto di poterlo fare ma la decisione è stata diversa e abbiamo montato le dure. Così abbiamo perso tantissimo tempo. In quel momento non avrei potuto evitarle ma non voglio entrare nei dettagli, dico però che dovremo discuterne con la squadra».
Ferrari, altro che ferie
Su di sé garantisce, senza riserve: «Sono carico al massimo e lo sarei stato anche senza la pausa estiva. Nella prima parte della stagione abbiamo vissuto un’altalena di emozioni: è sempre successo qualcosa, ma io sto bene e a questo punto non vedo l’ora di tornare in pista». Pensate quali ferie lo attendano, poveretto: invece di prepararsi a goderle fa già il conto alla rovescia. Completamente diverso il discorso di Sainz: «Ci ha fregato il freddo. La macchina non aveva ritmo, si mangiava ogni tipo di gomma, neanche andava con le soft. E ho provato a superare Verstappen con il pit stop ma la mia fermata è durata 4″6». Neanche poter contare sulla legge dei grandi numeri: pure il cambio gomme è andato storto.