Di Redazione
Per la palleggiatrice carpigiana, Valentina Trevisani, questa è la sua prima stagione in maglia OSGB, ma non è la prima volta che partecipa ad un campionato nazionale quale B2 (nella stagione 2016/2017 con la maglia della sua città). Ecco tre domande per conoscere meglio la giocatrice.
Il palleggiatore è anche definito regista o posizionatore (setter in inglese), traducendolo letteralmente. Per alcuni è proprio il ruolo più importante all’interno della squadra, come se fosse una guida. Come commenti questo enunciato? “Si, credo che il palleggiatore abbia uno dei ruoli più importane e bello nel gioco della pallavolo. A mio avviso è il ruolo più bello perché mette in gioco non solo le qualità fisiche ma anche mentali. È il giocatore che tocca la palla ad ogni azione ed è colui che detta la strategia di gioco. Tutto questo però lo fa in silenzio, chiama gli schemi con le dita nascoste dietro la maglietta per non farsi vedere dall’avversario. L’alzatore non può permettersi di sbagliare un’alzata, ma deve servire i suoi attaccanti al meglio, capire quali dei suoi schiacciatori sono in forma e decidere a chi dare la palla anche se all’occhio del pubblico fa un lavoro oscuro”.
In questo atipico iter stagionale ti sei ritrovata ad essere una collega di ruolo di Francesca Ferretti, come è collaborare con una palleggiatrice così esperta? Pensi ti possa servire anche per una futura formazione personale o tecnica? “Certo! E mi sta servendo anche nel presente. Mi sta facendo imparare moltissime cose solo guardandola giocare e ogni suo consiglio è oro per me. Lo considero un privilegio poter avere ad ogni allenamento i suoi insegnamenti e la stimo molto. Appena ho saputo del suo arrivo ammetto di aver provato un po’ di timore, ma in senso buono! Ci sono giocatrici che guardi in tv e speri di diventare brava come loro e non ti aspetteresti mai di averle in spogliatoio con te. Ora che siamo al termine della stagione posso diche che quel timore si è trasformato in voglia di fare e far vedere quello che ho imparato in questi mesi stando in palestra e allenandomi con fatica e costanza. Non credo che altre giocatrici del nostro campionato abbiano avuto il privilegio di avere un insegnate così brava e per questo mi ritengo molto fortunata”.
Al di là del palleggio, spesso vieni chiamata in causa per la battuta, fondamentale in cui puoi dare fastidio all’avversario. Secondo te anche il servizio è sinonimo di responsabilità? Che emozioni provi? “Quando il mister mi chiama dalla panchina per entrare a battere inizia a salire l’adrenalina e mi sento felice di poter entrare in campo per dare una mano alla squadra. È sinonimo di responsabilità? Credo di si. Dal servizio puoi mettere in difficoltà l’avversario e cambiare le sorti del set, per questo anche se entro solamente per un punto o poco più l’importanza di quel punto per me equivale a giocare tutta la partita”.
(Fonte: comunicato stampa)