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Luciano Cecchi si candida alla vicepresidenza Fipav

Di Redazione

Luciano Cecchi si candida alla vicepresidenza della Federazione Italiana Pallavolo nel quadriennio 2021-2024. Il direttore eventi della FIPAV Lazio ha incontrato il Volley più di 50 anni fa all’Oratorio Gerini da docente di educazione fisica. Dal 1967 al 1975 è stato giocatore della squadra PSG Gerini di Roma, poi ne è divenuto l’allenatore. Nell’82-83, chiusa l’attività sportiva all’oratorio, ha trasferito la squadra alla Casal de’ Pazzi, oggi Volleyrò, diventando in seguito dirigente della stessa fino alla fine degli anni ’80. Dal 1989 al 1992 ha assunto il ruolo di Presidente della Commissione Nazionale Allenatori della FIPAV, dal 1993 al 2008 è stato Presidente del Comitato Regionale Lazio (nel 1994 ha dato vita il Volley Scuola-Trofeo Acea, il più grande torneo di pallavolo per le scuole in Italia), poi dal 2008 al 2012 ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della FIPAV Nazionale e, dal 2012 al 2017, Consigliere Nazionale FIPAV.

In occasione degli Europei 2005 e dei Mondiali 2010, 2014 e 2018 Cecchi ha assunto il prestigioso incarico di Direttore Esecutivo dei quattro eventi. Nella lunga carriera dirigenziale ha ottenuto inoltre diversi riconoscimenti prestigiosi ed è stato insignito dal CONI, nel 2008, della Stella d’Oro al Merito Sportivo.

Professor Cecchi, perché ha deciso di scendere nuovamente in campo?

«Per la grande passione che nutro nei confronti della pallavolo. Sono stato atleta, tecnico e poi dirigente FIPAV, dal livello regionale a quello nazionale. Mi candido alla vicepresidenza anche e soprattutto per rispetto delle società di base, con le quali ho avuto sempre rapporti intensi collaborando con loro senza sosta. In questi mesi ho sentito forte la loro fiducia, la candidatura nasce da questa forte volontà che non potevo non assecondare. Sono convinto di poter dare ancora un contributo alla federazione in questo momento così complesso, mettendo a disposizione la mia umiltà, il mio entusiasmo e la mia esperienza».

Il Covid-19 ha stravolto il mondo dello sport. Quali sono le problematiche più urgenti da affrontare?

«Penso alla crisi dei tesserati, alle palestre, ai rapporti con le istituzioni, alla ripartenza del movimento in sicurezza. Affronteremo queste problematiche con spirito di coesione nel gruppo di lavoro che si è presentato all’interno della lista Manfredi. Voglio ringraziare fortemente il candidato presidente perché in un momento così complesso ha saputo unire tutte le regioni in un progetto di crescita. A mia memoria è la prima volta che accade, senza alcun frazionamento tra le forze dirigenziali. Manfredi è stato bravo a ricucire tutti i rapporti tra le regioni e soprattutto tra le persone. Non era facile. Ora c’è bisogno di unità, faremo di tutto per far crescere la pallavolo italiana. Doveroso anche un ringraziamento a tutti i presidenti dei Comitati Regionali che hanno dimostrato grande maturità nell’affrontare la situazione e al presidente uscente Cattaneo che ha svolto un grande lavoro nella fase dell’emergenza. Un pensiero lo rinvolgo ovviamente al mio territorio, alle sue società, ai presidente regionale Burlandi e ai presidenti territoriali Martinelli, Mantua, Romano e Centini per avermi sempre sostenuto»

Proposte?

«Non voglio fare nessuna anticipazione sul programma, lo farà il candidato presidente che in questo momento ha una problematica di natura fisica. Posso solo anticipare che al centro ci sarà la società sportiva e tutte, dalla base al vertice, saranno il cuore del programma del prossimo quadriennio»

Durante l’emergenza la FIPAV ha erogato risorse straordinarie per sostenere il sistema.

«Sì, è stato fatto un grande lavoro, stanziando risorse pari a 5 milioni di euro per le società. A questo si è aggiunto l’impegno straordinario e lodevole dei Comitati che hanno erogato ulteriori fondi per il territorio. Un segnale di grande maturità e sensibilità da parte di tutti i CR»

Le società stanno perdendo tra il 30 e il 40% dei tesserati. Come potrà rinascere il movimento?

«Individueremo delle strade per favorire la ripartenza e la resilienza. È evidente che la pandemia ha allontanato, sia per i vari Dpcm sia per il timore del virus, moltissimi giovani dalle nostre palestre. Vedere di nuovo in campo la Serie A, la Serie B e prossimamente in tutta Italia anche la Serie C va considerato un successo e c’è da andarne fieri. In questo momento dobbiamo essere bravi a favorire la partecipazione delle società ai campionati senza creare lo stress del risultato, se non per chi tende alla promozione. Nel Lazio, ad esempio, per quanto riguarda la Serie C sono state abolite le retrocessioni. Ritengo sia un fatto positivo per favorire anche l’ingresso e la crescita dei giovani atleti».

Da dirigente, quali esperienze l’hanno soddisfatta maggiormente?

«Ho avuto grandi soddisfazioni nel seguire la base e nello sposare tante battaglie di cultura sportiva. Poi c’è stata la Nazionale che mi ha fatto battere forte il cuore. Negli ultimi 30 anni abbiamo fatto incetta di medaglie, anche a livello giovanile e questo dimostra il grande lavoro di qualificazione sul territorio, da nord a sud. Non posso nascondere che l’onore di essere stato Direttore Esecutivo di tre mondiali mi abbia fatto vivere emozioni molto intense. Ho conosciuto tanti volontari e tanti collaboratori nelle varie città che oggi sono diventati dirigenti in grado di organizzare grandi eventi. Lavoreremo nel prossimo quadriennio per portare in Italia nuovamente le manifestazioni internazionali».

Non c’è pallavolo senza scuola. L’esempio del Lazio con il Volley Scuola-Trofeo Acea può essere una strada percorribile a livello nazionale?

«Nella Regione Lazio c’è una storia trentennale per quanto riguarda questo torneo che coinvolge migliaia di studenti. Il “modello Lazio” può essere certamente riproposto altrove, ma bisogna sempre tener presente che ogni regione ha le sue peculiarità. Credo che il lavoro che si sta facendo a livello federale con il Volley S3 sia qualificante, coinvolgente e particolarmente adatto per le esigenze delle scuole. Bisogna puntarci fortemente. Servono comunque nuove metodologie di approccio verso la scuola, non è più scontato il fatto che il volley sia il primo sport negli istituti. Il futuro ci presenta nuove sfide e dovremmo affrontarle con competenza e serietà».

Un suggerimento ai dirigenti delle società per affrontare le sfide del futuro?

«I dirigenti sono encomiabili. Anche in questo periodo così particolare, hanno dimostrato grande capacità organizzativa e una passione che è andata ben oltre le aspettative. Credo però che per il futuro, viste le evoluzioni dello sport anche dal punto di vista normativo, i nostri dirigenti debbano continuare a formarsi anche attraverso dei corsi ad hoc. Nessuno deve dare per scontato oggi quello che era scontato ieri. Sorgono continuamente problematiche e nuove misure legislative che vanno capite e approfondite. Non basta la passione, che è tanta, serve pure la preparazione. Basta pensare ai decreti approvati dal governo dopo il tentativo di riforma dello sport. Su alcuni temi continueremo a discutere tanto, tantissimo: il lavoro sportivo e l’abolizione del vincolo non devono diventare delle spade di Damocle sopra le teste delle società»

(Fonte: comunicato stampa)


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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