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I giovani italiani e lo sport: Romanò, Porro e Berruto al workshop GEN-Z

Di Redazione

Si è svolto oggi, nell’ambito dei festeggiamenti per i 20 anni di attività di SG Plus Ghiretti & Partners, il workshop “GEN-Z tra sport e tecnologia“. Un appuntamento per riflettere su linguaggi, modi di comunicare, abitudini e interessi, in particolare riferiti allo sport, di una delle fasce di età più giovani della popolazione, che però già oggi riveste una straordinaria rilevanza in molti ambiti della vita sociale.

Di fronte a una platea numerosa e interessata, si è parlato di “Generazione Z” a tutto tondo, partendo dalle evidenze statistiche e sociologiche della ricerca realizzata appositamente dall’Istituto Piepoli e passando attraverso le testimonianze dirette dei rappresentanti della Generazione Z provenienti dal mondo dello sport: tra questi, la ginnasta Giorgia Villa e i pallavolisti azzurri dell’Allianz Milano Nicola Porro Yuri Romanò.

Foto SG Plus

Durante la giornata si sono succeduti gli interventi di esperti e professionisti tra cui Mauro Berruto, ex CT della nazionale maschile, autore e scrittore. Con lui anche il CEO di DHL Europe, Alberto Nobis, il CEO di Wylab Federico Smanio, la presidente della Divisione Calcio Femminile della FIGC Ludovica Mantovani, il presidente del CSI Milano Massimo Achini, il CEO di EIS Enrico Gelfi e il CEO e founder di Sportclubby, Biagio Bartoli.

La ricerca dell’Istituto Piepoli, presentata da Livio Gigliuto e Nicola Pongetti, evidenzia che i giovani italiani confermano la loro passione per lo sport: “Non è vero che i giovani non fanno più sport, anzi. A differenza delle generazioni precedenti, l’attività fisica non è più ‘eccezionale’, ma parte della routine quotidiana, come lavarsi i denti o andare a scuola. Ad oggi, infatti, pratica sport più del 70% dei giovani italiani, soprattutto per tenersi in forma e curare l’aspetto, spinti anche da un rapporto stretto con l’immagine personale e i social network, principale canale di contatto della generazione Z“.

Orientando lo sguardo al futuro – prosegue la ricerca –, il 74% dei giovani continuerà a fare attività fisica. Ma quali sono gli sport preferiti dai giovani? Guidano la classifica camminate e corse all’aria aperta, che hanno recuperato posizioni dall’inizio della pandemia, subito a seguire troviamo la piscina, il calcio e la pallavolo“.

La conclusione è stata per il CEO di SG Plus Roberto Ghiretti: “La pandemia non lascerà macerie, perché lo sport ha retto come veicolo sociale importante. Ma devono cambiare le strategie e le attitudini delle società sportive, proprio come cambia lo sport. Le Federazioni devono essere artefici del cambiamento, Se si cambia, si cresce. Risulta quindi necessario stimolare dei patti e delle alleanze educativi. Lo sport è un antidoto a tutti i malesseri sociali: la società deve essere strumento di realizzo delle politiche sociali“.

(fonte: Comunicato stampa)


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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