La Pallavolo Nazionale si ferma a tutti i livelli fino al 1 Marzo compreso. Questa la prima decisione presa a conseguenza della situazione del Coronavirus in Italia. Una decisione forte e corretta presa naturalmente mettendo la tutela e la prevenzione della salute delle persone al primo posto e come priorità assoluta.
Una decisione che naturalmente ha delle ripercussioni sullo svolgimento dei campionati, anche perché essendo la situazione in continuo itinere, già ci si prepara ad un eventuale cambio di formula per la parte finale di stagione. Il rischio concreto è che non ci siano i tempi tecnici per il recupero delle partite, verranno chiaramente date ulteriori e precise informazioni a riguardo.
In serie A1 l’ultimo turno si e’ giocata solamente Monza-Casalmaggiore e Firenze-Scandicci, considerando che sara’ sospeso il turno infrasettimanale e quello del prossimo week-end le partite sospese cominciano ad essere non poche.
Una situazione eccezionale chiaramente legata all’emergenza scoppiata all’improvviso nel nostro Paese.
Le parole del Presidente Fabris
Il Presidente della Lega Pallavolo femminile Serie A femminile Mauro Fabris ha analizzato la situazione e manifestato il proprio pensiero in merito all’eventualità di giocare a porte chiuse. Il Presidente della Lega Pallavolo femminile serie A femminile intervenendo telefonicamente a Radio Sportiva si è così espresso : “ La Lega Pallavolo Serie A Femminile è assolutamente contraria a disputare le partite di Campionato a porte chiuse. Noi non giochiamo in grandi stadi all’aperto, ma in strutture chiuse, di dimensioni molto diverse. Abbiamo innanzitutto a cuore la salute di atleti e tesserati , che non possiamo certo obbligare a girare l’Italia per disputare gare in situazioni di rischio. Ci confronteremo a breve anche con il Ministro Spadafora, CONI e FIPAV, ai quali abbiamo chiesto un incontro, a proposito delle soluzioni da adottare nell’immediato futuro, ma in questo momento ritengo che si debbano attuare azioni di massima responsabilità . Le autorità di governo e sanitarie spiegano che per contenere la diffusione del Coronavirus bisogna bloccare i focolai. Dobbiamo dunque prendere serenamente atto che ridurre gli spostamenti e qualsiasi occasione di contagio è la strada da perseguire. Sottolineo inoltre che molte delle 34 Società di serie A, 14 in A1, 20 in A2, ci segnalano come nei loro territori gli impianti pubblici e privati siano stati chiusi dalle autorità e dunque non ci sono palestre agibili per allenarsi. Immaginare che non ci si possa allenare ma si possano disputare partite ufficiali è qualcosa che si scontra con le evidenti disposizioni delle autorità sanitarie. Non avere strutture disponibili nemmeno per gli allenamenti, peraltro, penalizzerebbe solo alcune delle squadre di Serie A. Aggiungo in questo senso che si porrà il problema, quando la situazione tornerà alla normalità, di consentire alle Società costrette a stare “ferme” di riprendere regolarmente gli allenamenti prima di tornare a giocare i Campionati. Conviene insomma fermare tutto, fare “reset” quando sara’ possibile e pensare a formule alternative. Stiamo già ragionando su un’organizzazione diversa del finale dei Campionati e di eventuali modifiche sui forma da adottare in Serie A1 e Serie A2. La situazione è in divenire e va affrontata con tranquillità , riteniamo di interpretare bene il senso di attenzione verso tutte e tutti con la richiesta di evitare viaggi e trasferte. Non capisco le forzature, lo sport si attribuirebbe delle responsabilità che non gli competono.