ROMA – Jorge sta trascorrendo la quarantena per l’emergenza coronavirus a Dubai ed è stato raggiunto da Dazn per un’interessante intervista da remoto. Lo spagnolo, attuale tester per la Yamaha in , racconta quanto accaduto nel 2008, anno del suo approdo proprio tra le fila della casa di Iwata al fianco della stella Valentino Rossi con il quale il rapporto non fu certo idilliaco: “Yamaha mi ha ingaggiato quando ha saputo che Valentino poteva andare in F1. Sono entrato in MotoGP in un modo molto irriverente e antipatico. mi sono adattato molto rapidamente alla moto, sembrava molto naturale per me… L’atmosfera era molto tesa perché Valentino voleva rimanere il numero uno nella squadra e non voleva che il giovane pilota, in questo caso io, gli togliesse quel potere nella squadra“.
L’omaggio a suo padre
L’ex pilota spagnolo ha poi affrontato un tema delicato nel corso dell’intervista rilasciata a Dazn, quello del rapporto particolare con suo padre: “A mio padre, professionalmente, devo tutto. Senza la sua passione, senza quella prima moto e senza portarmi ad allenarmi, alle gare e in tutti questi posti, non sarei stato un pilota. Non sarei stato un campione del mondo, non avrei avuto questa posizione privilegiata nella vita che ho in questo momento. Il padre perfetto non esiste e nessuno ti insegna come essere un padre. Mio padre ha cercato di essere il padre nel miglior modo possibile . A volte aveva ragione, a volte aveva torto. Mi ha dato una disciplina e mi ha fatto distinguere dagli altri. Ecco perché gli devo tutto“.