L’automotive non vede l’ora di ripartire. Eppure non è facile per il settore dell’auto capire come muoversi in questa nuova Fase 2 tra spostamenti limitati e aperture di concessionari e fabbriche. Dal 4 maggio, come annunciato ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’Italia imparerà a convivere col coronavirus tra piccoli spiragli di una vecchia normalità da ritrovare dopo la quarantena e nuove norme di sicurezza che cambieranno decisamente il nostro vivere quotidiano.
Nello specifico, il nuovo DPCM che quindi entrerà tra poco in vigore prevede visto che rientra nell’elenco delle industrie manufatturiere e in quelle del commercio all’ingrosso e dettaglio. Impianti di produzioni, concessionari e negozi di riparazione di autoveicoli (rimasti sempre aperti per le urgenze) torneranno completamente operativi nel rispetto delle massime norme di sicurezza.
Spostamenti limitati che coinvolgono anche i clienti
Ottime notizie? Quasi del tutto, visto che comunque Conte ha sottolineato che per ora fino al 18 maggio i cittadini italiani non potranno uscire di casa se non per i validi motivi di salute, necessità (che dal 4 maggio prevede anche le visite a congiunti e il ritorno alla propria residenza/domicilio) e lavoro e muniti come sempre dell’autocertificazione. E quindi esclude la possibilità di andare in un rivenditore di automobili per acquistarne una nuova o usata.
Restano dunque ancora in atto le strategie di vendita digitali, che i concessionari hanno attuato dall’inizio dell’isolamento imposto dal Governo, come la , la consulenza online dei venditori, la possibilità di configurare la propria auto sui siti web delle Case e tutte le misure che i saloni sono riusciti a prendere per venire incontro alle esigenze dei propri clienti.
Anche chi da mesi ormai attende il momento del ritiro dell’auto pronta in concessionaria comprata da tempo, dovrà attingere ancora una volta dalla scorta di pazienza e aspettare, magari, che cambi qualcosa il 18 maggio. Il modo di accedere ai saloni dell’automotive comunque cambierà per ridurre al minimo la possibilità di contagi da COVID-19 e perché inevitabilemente fino alla Fase 3 che prevede una cura, un vaccino contro il virus, non si potranno più organizzare i weekend di promozione a “porte aperte”.
Con gli assembramenti vietati e l’obbligo del distanziamento sociale e in alcune regioni anche di mascherina e guanti protettivi, i negozi affollati sono ormai un lontano ricordo e lasceranno spazio alle visite quasi in solitaria e solo su appuntamento. Così come i test drive, che cambieranno notevolemente poiché le ogni volta che un cliente la vorrà provare e come ordina il DPCM solo una persona oltre al conducente potrà entrare in auto.