Anche i supereroi hanno i propri punti deboli. E la kryptonite di Roger Federer prende forma con una finale di Wimbledon contro Novak Djokovic. Tre sfide tra i due nell’ultimo atto londinese e, con questa di oggi, sono tre sconfitte di Federer. Come nel 2014 e nel 2015, Nole ha infatti anche stavolta superato il rossocrociato, andando a conquistare il suo quinto trofeo all’All England Lawn Tennis and Croquet Club.
Il serbo, numero uno al mondo, si è così imposto per 7-6 (7/5) 1-6 7-6 (7/4) 4-6 13-12 (7/3) in questo che era il 48o scontro diretto tra i due, con un computo che ora è 26-22 per Djokovic, il quale si è messo in bacheca il 16o titolo del Grande Slam.
Leggermente meno spettacolare rispetto alla semifinale contro Nadal. la sfida ha comunque mantenuto altissimo il livello di tensione. Riger, autore di un secondo set magistrale (in cui l’avversario ha letteralmente alzato bandiera bianca dopo il secondo break subito), ha però mancato di efficacia nei due tie-break del primo e del terzo set. Prima ha sprecato una buona situazione sul 5/3, subendo quattro punti consecutivi, e poi è partito male, finendo subito sotto 0/3. Nel quarto parziale è tornato in cattedra il Maestro, togliendo due volte il servizio a Nole grazie ad una serie di colpi da lustrarsi gli occhi.
Si è così deciso tutto al quinto set, rendendo ufficialmente epica questa sfida tra i primi due giocatori del ranking diventata anche la finale più lunga della storia del torneo londinese con 4h57′ (battendo il precedente record di 4h48′ dell’altra amara sfida del 2008 con il trionfo di Nadal sull’elvetico) con una prima, storica conclusione nel tie-break del 25o game. Federer, in questa circostanza, ha però sprecato ben due match point sull’8-7 e poi anche due palle break sull’11-11, finendo per perdere per la terza volta in questa giornata il tiebreak decisivo. E per perdere per la terza volta una finale di Wimbledon contro Djokovic.