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Open Court: bentornata, cara terra rossa. Chi saranno i protagonisti? (di Marco Mazzoni)

Con l’arrivo della primavera, il tour ATP torna in Europa. Inizia la stagione su terra battuta, che culminerà a Roland Garros a fine maggio. Due mesi intensi, spesso i migliori dell’anno per qualità tecnica e spettacolo, con molti match che si trasformeranno in battaglie epiche all’interno di arene infuocate. Personalmente ritengo la nostra vecchia, amata terra rossa la superficie migliore per regalare grandi match quando è discretamente veloce ed i due attori portano in campo stili differenti. Sul rosso si può variare, spingere, accelerare, attaccare la rete, smorzare, accarezzare la palla e variare ritmi e schemi in continuazione. E’ premiato il talento come la forza, la rotazione come il tocco. Purtroppo oggi il tennis è molto sbilanciato sul piano atletico, e troppe partite diventano maratone noiose fatte di grandi ritmi, rotazioni e spinta a cercare l’errore. Ma non sempre è così, per fortuna. Inoltre le condizioni sono molto diverse, tra i campi piuttosto lenti di Monte Carlo e Barcellona, il veloce di Madrid, ed i campi più “medi” di Roma e Parigi. Inoltre la primavera è la stagione variabile per eccellenza, quindi all’interno dello stesso torneo possiamo trovare giornate umide con palle pesanti e difficili di spingere fino a campi secchi e velocissimi, ancor più del cemento (alcuni arrivano a ritenere certe condizioni persino più rapide dell’erba attuale!). Tutti elementi che contribuiscono a rimescolare le carte in tavola, e regalarci potenziali sorprese. Già, ma cosa accadrà quest’anno?

Difficile fare previsioni, ancor più in una stagione in cui solo Roger Federer ha vinto due tornei dopo tre mesi di attività, strappando anche il primo posto della Race 2019. Campione immenso, che come i migliori vini invecchiando migliorano… Ma sulla terra lo svizzero difficilmente sarà il protagonista. Intanto è sicuro che giocherà solo a Madrid e Parigi. Torna sulla terra dopo qualche stagione in cui s’è concentrato già in primavera alla preparazione per Wimbledon. Condivido questa scelta: se il suo corpo sta bene, un paio di tornei lo terranno più allenato alla gara, quel che gli è mancato l’estate scorsa.

Chi sarà quindi il protagonista 2019? Facile indicare El Rey Rada Nadal. E’ il miglior giocatore sul rosso di tutti i tempi, ha raggiunto la finale agli Australian Open (anche se persa malissimo…), sicuramente non avrà lasciato niente di intentato per arrivare già al Country Club di Monte Carlo nella miglior condizione possibile. Deve difendere una caterva di punti, ma non è certamente quello il suo obiettivo. Il suo obiettivo è alzare l’ennesima coppa dei Moschettieri, ne ha così tante che avrà quasi perso il conto… ma ogni anno la sfida lo motiva ad essere ancora il migliore. Che Rafa sia sempre l’uomo da battere è una certezza. L’unica incognita è il suo corpo. Si è ritirato ad Indian Wells appena prima di un’attesissima semifinale vs. Federer, per la delusione di tutti. Il giorno prima aveva terminato la partita visibilmente ko, il solito ginocchio che ormai non tollera più le terribili sollecitazioni – abbinate al suo stile di gioco, va sottolineato – dei campi duri. Avrà recuperato? Reggerà il suo “solito” Slam rosso? Ogni anno che passa diventa onestamente sempre più difficile. Il suo corpo è talmente logorato da oltre 3 lustri di tennis devastante da avergli fatto affermare una frase tipo “non sarà bello portarsi dietro per tutta la vita le lesioni che il mio fisico ha subito”. Per sua fortuna la terra tutela le sue articolazioni, gli consente ancora di essere estremamente competitivo senza rischiare l’infortunio ad ogni rincorsa o scivolata. Però il suo fisico è realmente “al limite”, ormai prossimo ai 33 anni. La sensazione è che Nadal sarà ancora l’uomo da battere a Parigi, se ci arriverà “sano”, ma per strada potrebbe lasciare più di un torneo ai rivali, tenendo il meglio per l’appuntamento più importante.

Il suo rivale più temibile potrebbe essere Thiem? Probabilmente sì. Dominic ha iniziato il 2019 malissimo, collezionando una delusione dietro l’altra. Ma ad Indian Wells è cresciuto moltissimo, finendo per vincere il torneo. Che Roland Garros sia il suo obiettivo stagionale non è mistero, quindi è certo che il suo team abbia programmato la stagione per arrivare al top ad inizio maggio. Ha sempre avuto il difetto di giocare troppo, portandosi dietro anche un tennis tanto potente quanto dispendioso. Sarà molto interessante valutare le sue condizioni a Monte Carlo e quindi seguirlo nei tornei successivi. Se dovessi scommettere un penny su di un’alternativa a Rafa per Parigi, lo punterei sull’austriaco, a patto che non giochi (ed arrivi in fondo o quasi) a tutti gli appuntamenti in calendario. Continuo a pensare che il suo gioco debba necessariamente evolversi verso soluzioni più rapide, per stancarsi di meno ed essere più efficace senza spremersi totalmente in ogni 15…

Non possiamo dimenticare Djokovic. Il serbo è saldamente al comando del ranking, forte dei successi negli ultimi 3 Slam giocati. Punta al Grande Slam, anche se non nello stesso anno solare, il secondo dopo quello a cavallo tra 2015 e 2016. Sarà curioso scoprire che Novak ci regalerà il rosso. Dopo i due anni quasi “sabbatici”, il serbo è tornato dominante, fortissimo, ma soprattutto nei grandissimi eventi, lasciando qualcosa per strada. Normale, anzi direi quasi “diabolico”. Credo che a Parigi andrà per vincere, ed è sicuramente uno dei tre principali favoriti; mentre mi aspetto di vederlo non al massimo in tutti gli altri eventi, a partire da Monte Carlo, che potrebbe affrontare in modo più soft, senza mai spingere al massimo. Ormai è a caccia di record, quelli pesanti.

Pesante sembra invece la situazione di Sasha Zverev. Dopo un finale di stagione 2018 col botto, ci si aspettava che il tedesco sprintasse già a Melbourne, sotto l’occhio vigile e severo di coach Lendl. I primi tornei di Zverev sono invece stati assolutamente deludenti, tanto che nella Race 2019 è solo al 22esimo posto, posizione raggiunta in pratica con la finale di Acapulco, visto che per il resto ha deluso su tutta la linea. A Londra lo scorso novembre era parso finalmente deciso, intenso, pronto a prendersi il punto senza quell’attendismo deleterio e con pochissime pause. Niente. Il 2019 ci sta raccontando uno Zverev indolente, passivo, quasi scarico di energie e senza il fuoco di chi ha voglia di primeggiare. Sarebbe curioso sentire il parere dello Zar Ivan, uno che preparava a puntino ogni aspetto della prestazione, presentandosi sempre al suo meglio. Sulla terra Sasha ha tutti i mezzi tecnici per primeggiare, come dimostrano le sue vittorie pesanti. Ma serve un tennista di nuovo intenso, potente, pronto sul piano fisico e mentale alla lotta, perché la terra non fa sconti. A nessuno. Attendo prima o poi i risultati della cura Lendl, uno che è stato determinante a far svoltare la carriera di Murray e che notoriamente non ama perdere tempo su progetti in cui non vede potenziale.

Parlando di potenziale, interessante vedere che tennista sarà sul rosso il nuovo Tsitsipas. Tecnicamente non gli manca niente per esser da corsa anche su terra, ma dovrà adattare il suo tennis veloce e completo a schemi piuttosto offensivi, difettando di potenza e rotazione. Potrebbe divertire con prestazioni deliziose, e vincenti, ma non lo vedo pronto a primeggiare già quest’anno. Se riuscirà a mettere muscoli nella sua struttura, potrebbe diventare uno dei migliori anche sul rosso. C’è invece enorme curiosità per ammirare Felix Auger Aliassime, il vero “crack” dell’annata finora. Difetta certamente di esperienza sulla terra, ma il suo tennis ed il suo modo di stare in campo sembrano quasi perfetti per il rosso, a patto che riesca a mantenere la concentrazione sugli scambi di ritmo a discrete rotazioni, e che non voglia invece scappare troppo presto dallo scambio sparacchiando tentativi di vincenti a bassa percentuale di riuscita. I suoi fantastici passettini di avvicinamento alla palla e la sua completezza tecnica potrebbero renderlo molto insidioso già quest’anno. Tutto da scoprire. Anche il suo connazionale Shapovalov sembra aver fatto un buon salto in avanti nel suo tennis. L’anno scorso sorprese tutti – incluso se stesso! – a Madrid, su terra veloce. Denis ha mano, sa arrotare quando serve, ha potenza da vendere. Avrà anche la pazienza per lavorare “sporco” e costruirsi il punto? Sarà un bel test, in attesa dei prati, dove quest’anno dovrà cancellare l’orribile stagione scorsa, dove fu praticamente impalpabile.

Altri outsiders interessanti potrebbero essere Coric, Monfils e Basilashvili. Il croato ha raggiunto un livello medio molto interessante, ma su terra non sempre ha convinto, penalizzato dal suo dritto ancora poco continuo ed efficace. In casa sua a Monte Carlo avremo le prime sensazioni sul suo tennis. Monfils ha iniziato la stagione con un livello altissimo e grande intensità. Sulla terra può giocare un tennis brillante e spettacolare, oltre che efficace. La sua prestazione dipende molto dal suo fisico, spesso non a posto per una condotta dello scambio estrema oltre ad una certa innata fragilità. Se riuscirà a ritrovare le sensazioni e forma delle prime settimane dell’anno sarà un brutto avversario per tutti. Basilashvili sorprese il mondo del tennis la scorsa estate, entrando tra i migliori. Non ci sono sul tour molti tennisti così potenti. Può spaccare lo scambio in qualsiasi momento, dritto o rovescio non fa molta differenza. Può ingranare col servizio e diventare pericolosissimo. Difetta di continuità, per il suo tennis un po’ estremo, e per la mancanza di un piano b quando la palla gli scappa via. Anche lui, in giornata, è uno di quelli da evitare. Non lo vedo forse vincitore di un grande torneo, ma potrebbe togliersi la soddisfazione di battere i migliori.

Gli azzurri? Ci sono aspettative discrete, soprattutto su Cecchinato, chiamato a difendere la semifinale di Parigi e stupire al Foro Italico. Speriamo che Fognini, sentendo sul rosso l’aria di casa, ritrovi il suo miglior tennis. Ne abbiamo ancora bisogno, come del suo talento nelle giornate giuste. Ci sono diversi altri ragazzi da cui ci aspettiamo segnali forti, da Berrettini in giù. La nostra truppa tra i top 200 è la più numerosa al mondo, segnali confortanti.

Buona terra rossa a tutti.

Marco Mazzoni

@marcomazz


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