in

ID.3 e logo, è nata la nuova Volkswagen

La rivoluzione Volkswagen inizia dall’immagine, dal simbolo, dallo storico logo riveduto e corretto per sancire una fine e un’inizio. Non è capodanno, è semplicemente la chiusura di un capitolo, quello della vecchia VW, quella del Diesel, dello scandalo e dei problemi annessi.

E l’avvio di una nuova Volkswagen, quella elettrica, quella dei 50 modelli a emissioni zero previsti per il gruppo entro il 2025 (80 elettrificati) che diventeranno 70 nel 2028 e che per quella data vuole vendere 22 milioni di vetture elettriche. Una rivoluzione che continua con lo sbarco in grande stile dell’elettrica di massa – diremmo del popolo, se non evocassimo epoche da cancellare – la ID.3, quella che darà il via alla rivoluzione produttiva. Ma senza dichiarazioni di principio, non sarebbe rivoluzione, per cui ecco le parole pronunciate ieri da Herbert Diess, amministratore delegato di VW, alla Volkswagen Night, tradizionale anteprima di tutti i saloni, compreso quello di Francoforte che oggi apre alla stampa e giovedì al pubblico: “Dobbiamo combattere il cambiamento climatico, non esiste alternativa all’auto elettrica. Sarà questa tecnologia a garantire un futuro all’automobile stessa. Un futuro più pulito, che garantirà alle persone avanzamento tecnologico e libertà di muoversi. La lotta al cambiamento climatico può essere trasformata in una nuova opportunità economica per la Germania e l’Europa. E passa attraverso una mobilità più pulita. Per noi e per le future generazioni”.

Un messaggio più politico che industriale rivolto all’UE e al suo stesso Paese che comunque deve dividersi con le normali resistenze di chi continua a pensare che il Diesel abbia ancora lunga e molto più pulita vita

A occhio, ieri sera mancava solo Greta e il quadro sarebbe stato completo. In realtà, Volkswagen all’anteprima della su ID.3, la sua Greta l’ha portata sul palco. Si chiama Ina ed è una giovane ragazza che sogna come tutti un mondo migliore e che sulla mobilità ha le idee di… Volkswagen, almeno di quella nuova: sogna macchine elettriche, semplici da usare e che sorridano. Accontentata. Perché questa ID.3, è la versione più evoluta della Seat El Born, concept elettrico visto a marzo al salone di Ginevra e utilizzata quasi certamente come “cavia” per il modello di Casa madre. Una macchina davvero diversa, difficilmente definibile e inquadrabile in un segmento esatto. Ideale fusione dell’anteriore di una Citroen C1-C3 con alcuni stilemi di BMW i3, Suzuki Ignis e Renault Twingo (nel posteriore).

Le caratteristiche

È lunga 4,26 metri larga 1,81 e alta 1,55 con un passo di 2,76 metri, cioè 14 centimetri in più rispetto a quello di una Golf. Comodità per tutti, quindi, valigie comprese, vista la capacità del bagagliaio di circa 380 litri. Dentro è davvero spiritosa con head up display con realtà aumentata e ha una minuziosa cura nella scelta dei materiali, tutti in plastica rigida (a parte la fascia centrale morbida) per un equilibrato utilizzo delle risorse. Due schermi, uno per la strumentazione, l’altro per il sistema multimediale, tutto con quattro prese di ricarica USB.

La ID.3 è prodotta sul pianale MEB come tutte le elettriche del gruppo, attuali e del futuro. Motore da 150 o 204 cv figlio di un reparto batterie, garantito per 8 anni o 160mila km, che garantisce tre livelli di potenza/autonomia: 77, 58 e 45 kWh, quindi 330, 440 e 550 km. Come coppia siamo a 310 Nm con una velocità massima di 160 km/h con cerchi da 18”, 19” o 20”. Il peso? Quella più leggera sta intorno ai 1.700 kg. Quanto ai costi, Diess ha sottolineato come aveva fatto sui giornali americani che costerà meno di 30.000 euro, 20.000 in meno della Tesla Model 3. Di fatto il listino di ID.3 arriverà aintorno ai 40.000 euro per le versioni 1St Plus e Max.

Tanti preordini

In Germania ne sono state già preordinate 30.000 e per loro ci saranno un anno o 2.000 kWh di ricarica gratis, pure dalle colonnine Ionity.

La produzione partirà a novembre nello stabilimento di Zwickau e in Italia arriverà subito dopo l’estate del prossimo anno.

“Sarà la prima auto di tutti i tempi con un bilancio neutrale di CO2. E finanzieremo dei progetti per azzerare le emissioni prodotte durante la fabbricazione. Il primo che abbiamo già concordato per la riforestazione in una regione del Borneo”. 

Già perchè, è giusto che si sappia, l’auto elettrica ha dei costi per l’ambiente, dall’estrazione delle materie prime per la realizzazione delle batterie allo smaltimento delle stesse, vicine se non superiori a quelli necessari per i carburanti fossili.

Ogni strada, ogni rivoluzione ha i suoi costi. E i bilanci si fanno sempre alla fine!


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


Tagcloud:

Challenger Siviglia: I risultati con il dettaglio del Day 2. In campo tre azzurri

Mats Wilander: “Per colpa di Nadal, Federer giocherà almeno altre due stagioni”