In occasione dell’uscita del libro “Sergio Marchionne”, scritto da Tommaso Ebhart e pubblicato da Speriling & Kupfer, Bloomberg ha intervistato l’a.d. di FCA, Mike Manley.
Manley ha parlato di come il Gruppo italoamericano abbia intenzione di affrontare la rivoluzione tecnologica che sta attraversando il settore automobilistico, partendo dalla sfida elettrica fino ad arrivare alla guida autonoma.
Il boss di FIAT Chrysler Automobiles è convinto che la particolarità del Gruppo, quella di essere una rete di brand, è la chiave per sopravvivere: “Siamo una ‘house of brands’, una casa di marchi, e questo le permetterà di essere uno dei pochi costruttori tradizionali in grado di sopravvivere alla rivoluzione tecnologica che sta attraversando il settore auto. Ne sono certo, al cento per cento” ha raccontato.
La forza sta nei tratti distintivi propri di ogni marchio, cosa che fa conservare loro una identità precisa riconosciuta dai clienti e confermati dai dati di vendita di modelli iconici come 500 e Wrangler.
“Non abbiamo nessun brand che rischia di finire nella categoria dei marchi non distintivi, nessuno. Neanche il marchio Fiat. Il miglior esempio è la 500: al suo decimo anno sul mercato ha raggiunto il suo massimo storico di vendite. E potrei continuare con Wrangler per Jeep e così via. I nostri brand hanno dimostrato che riusciranno a sopravvivere” specifica Manley.
Finale dell’intervista dedicato a Sergio Marchionne. Manley ha concluso così: ”Al mondo ha mostrato che puoi avere un punto di vista diverso, puoi essere schietto su una serie di temi importanti, non conformarti allo status quo e allo stesso tempo essere un amministratore delegato di grandissimo successo. Molti CEO che guarderanno a Sergio dall’esterno non potranno che riconoscere il coraggio che ha avuto nel compiere le sue scelte e prenderlo come un punto di riferimento per il proprio mandato. C’è sicuramente anche un’eredità enorme che lascia alla nostra organizzazione. Ha infuso una serie di valori che sono ancora al centro di Fiat Chrysler”