Il più immaginifico? Orio Vergani: “Adesso vedevo qualcosa di nuovo: aquila, rondine, alcione, non saprei come dire, che sotto alla frusta della pioggia e al tamburello della grandine, le mani alte e leggere sul manubrio, le gambe che bilanciavano nelle curve, le ginocchia magre che giravano implacabili, come ignorando la fatica, volava, letteralmente volava su per le due scale del monte, fra il silenzio della folla che non sapeva chi fosse e come chiamarlo”.
Il più asciutto? Indro Montanelli: “La forza di Coppi è la sua fragilità: è un’antilope e ne condivide tutte le bizze”.
Il più musicale? Paolo Conte: “E vai che io sto qui e aspetto Bartali / scalpitando sui miei sandali / da quella curva spunterà / quel naso triste da italiano allegro. / Tra i francesi che si incazzano / e i giornali che svolazzano / c’è un po’ di vento, abbaia la campagna / e c’è una luna in fondo al blu”.
Il più poetico? Alfonso Gatto: “Ma di una cosa sono certo: che se io sapessi andare in bicicletta sarei un campione. E’ ridicolo che ci si serva di quella macchina da angeli per camminare come fanno tutti. Cadrò, cadrò sempre fino all’ultimo giorno della mia vita, ma sognando di volare”.
Il ciclismo si canta: immagini e visioni, apparizioni e folgorazioni, sogni e voli. Rotondi, leggeri, a pedali. Gian Paolo Ormezzano, 84 anni, appartiene a quelle generazioni di “cantaglorie”. Sessant’anni fa per “Tuttosport” scrisse di Coppi, morente di malaria: “Ero l’ultima ruota del carro di carta, non ancora giornalista vero e quindi neppure invitato all’appetitissimo veglione di fine anno detto appunto dei giornalisti, allo storico Teatro Carignano di Torino. I colleghi avevano fatto mattino e sbadigliando parlavano con entusiasmo e già nostalgia di balli e cotillon. Questo Coppi ne ha sempre una, non è che anche stavolta ci fa scomodare per quasi niente? Possibile, ma ci voleva uno che andasse a Tortona. Tutti guardarono me, ero l’unico a non sbadigliare. Dissi che non avevo l’auto, non esisteva auto di redazione, si convocò l’autista personale della famiglia del proprietario, era libero, mi portò lui”.
Ormezzano racconterà se stesso e i suoi colleghi “cantaglorie” venerdì 8 novembre alle 18 al Museo napoleonico di Roma (piazza di ponte Umberto I), in un incontro organizzato dall’associazione Ti con Zero e dalla Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza, nell’ambito della manifestazione “Contemporaneamente Roma 2019”, con il sostegno della Federazione ciclistica italiana. Nella circostanza sarà accompagnato dalle letture di Maurizio Cardillo e dall’organetto di Alessandro D’Alessandro. A seguire, visita al museo. Ingresso libero.